EurAsia 2008 [pt. 2]
EurAsia 2008, di Maurizio Zanni [pt. 1]
IN SINTESI
Partenza: 18 luglio 2008
Ritorno: 19 agosto 2008
Da: Tashkent (capitale Uzbekistan): io con volo Air Baltic e la moto con Air Uzbekistan
Km percorsi: 11.200 (di cui pochi su sterrato)
Paesi toccati: Austria,Slovacchia,Polonia,Lituania,Lettonia,Russia,Kazahkstan, Kirghyzstan, Uzbekistan
Guasti avvenuti: una foratura della posteriore in Kirghyzstan
Soldi spesi: 300€ x i visti, 650€ x benzina,dormire, mangiare, divertimenti, 250€ volo Tashkent-Milano (per me) 1050€ volo Tashkent-Milano (per moto)
Pasti principali: nei giorni di viaggio a mezzogiorno qualcosa di veloce, poi quando la struttura dove dormivo lo permetteva mi preparavo da mangiare alla sera. Spesso comunque ho mangiato nei bazar. Molte volte in viaggio mi arrangiavo col mio forellino: riso piselli e via. Comunque le bancarelle che incontravi lungo la strada erano fantastiche: mai da solo a mangiare e davvero spesa minima, ma anche per la gente del posto erano prezzi ragionevoli.
Pernottamenti in albergo: molto spesso ho usato gli “alberghi” dei camionisti ( dai 3$ ai 5 $). Moto custodita e cucina locale garantita. Credo che uno degli alberghi più cari sia stato sui 9-10$
Pernottamenti in tenda: 3
Pernottamenti da CS: 0
Pernottamenti da abitanti del posto: 3 (presso l’accampamento delle yurte in Kazhakistan)
Pernottamenti camping attrezzato: 2
Pernottamenti camping gratuiti: 0
Trasporti alternativi: ho sempre usato la moto per spostarmi oppure a piedi.
Ciao a tutti, mi chiamo Maurizio e sono un Suzuki 350 DR da quest’anno.
A gennaio ho comprato on line questo modello usato, del 1999, ma con poco più di 8000 km: 1500 € in tutto. L’idea di fare una vacanza in moto risale al 2006. Avevo deciso di trascorrere le mie vacanze in Alaska e per 3 settimane avevo navigato su una canoa lungo un fiume a nord, il Noatak river. L’ultima settimana avevo deciso di passarla in moto nella penisola del Kenai a sud. In Alaska non è facile noleggiare una moto e l’unica possibilità alla fine fu un negozio della capitale dell’Alaska, che oltre alle Harley Davidson noleggiava anche uno Yamaha XT 225, piccola, ma sino ad allora io ero stato un vespista.
Col mio PX 125 ho girato un po’ tutta l’Europa occidentale, ma mai avuto una moto o fatto uno sterrato. Conoscenze meccaniche = 0: anche sulla vespa sapevo pulire la candela e cambiare una ruota. Però mi piace viaggiare su due ruote e il mio record di tappa di viaggio è stato Modena –Amsterdam in 34 ore. Anche quell’estate, mi sono comunque fatto 1600 km in una settimana.
Da lì ho iniziato a pensare ad un giro più lungo. Lo scorso anno avevo viaggiato in Birmania Laos Cambogia e Tailandia ed ero riuscito a noleggiare solo dei piccoli motorini per qualche giornata
L’idea del giro è partita con l’intenzione di arrivare a Samarcanda. Inizialmente, avendo poco più di 30 gg a disposizione mi ero informato per spedire in aereo da Roma la moto a Tashkent in Uzbekistan con data prevista per la fine di agosto. Poi ho dovuto anticipare la partenza alla seconda metà di luglio e quindi non avevo più il tempo di acquistare la cassa per la spedizione. Così ho pensato di fare il giro da sopra: Italia-Austria-Slovacchia-Repubblica Ceca- Lituania-Lettonia –Russia-Kazakistan-Kirghigistan e Uzbekistan. Avevo i contatti per spedire la moto dall’Uzbekistan.
Personalmente ero andato a Roma a fare i visti per Uzbekistan, Kazakistan e Kirghigistan, mentre per la Russia mi sono dovuto rivolgere ad un’agenzia.
La moto l’avevo portata a casa verso i primi di febbraio. Prima durante l’inverno per conto mio avevo fatto delle ricerche su Internet, prendendo come riferimento il modello della Yamaha 225 e avevo deciso di cercare una moto robusta, maneggevole, ma non pesante.
La velocità non era un fattore, in quanto, coi miei anni di vespista l’andare a 100 km/h mi faceva già sembrare di divorare la strada. Avevo quindi individuato il modello della Yamaha e oltre ai consumi limitati avevo sempre trovato dei giudizi che ne esaltavano la incredibile robustezza.
Un giorno poi sono passato per caso da un concessionario Aprilia-Suzuki, mi sono fermato a chiedere informazioni ed uno dei ragazzi che lavoravano nel negozio aveva proprio un DR 350 e mi ha confermato l’idea che mi ero fatto della moto. Inoltre la meccanica estremamente semplice mi ha fatto pensare che in quei paesi qualunque tipo di “meccanico” mi avrebbe potuto aiutare. Io poi non ho avuto tempo di imparare nulla per intervenire sulla moto. Ad oggi non saprei nemmeno smontare la candela. Comunque ho fatto montare un serbatoio da 16 litri della Acerbis, oltre ai paramani ed al rinforzo centrale del manubrio.
Il problema sono state le borse laterali, in quanto solo 3 giorni prima di partire un fabbro in pensione ( ha un BMW 1200) amico di mio padre mi ha sistemato degli attacchi GV, con cui pensavo di tenere appoggiate un paio di borse morbide…ma poi il mio meccanico ha trovato un suo fornitore di Bologna che aveva un paio di borse rigide GV.
Detto fatto a mezzogiorno sono andato a prenderle. Poi ho optato per la scelta di costruire con un tondo di ferro per cemento armato da 8 mm un portapacchi posteriore su cui legare uno zaino con vestiti mappe ( niente GPS, tanto non è che in quei paesi ci siano molte strade) e altri accessori.
Nelle borse laterali tutti gli attrezzi per lavorare sulla moto, camere d’aria anteriore e posteriore, fusibili di ricambio ( che però non sapevo montare), olio per il rabbocco e spray protettivo per la catena. Inoltre fornello pentolino, sacco a pelo e tenda monoposto da 1,5kg. Nei mesi precedenti avevo però preso una ventina di lezioni di russo, per essere almeno in grado di leggere il cirillico ( cartelli stradali) e riuscire a pronunciare qualche parola :” Quanti km, da che parte, mi chiamo una camera ecc.”
Sono partito il 19 luglio alle 09,25 da Modena
Ovviamente all’ultimo aveva smesso di funzionare il clacson e sono tornato dal negozio dove Giorgio (maglia rossa) me lo ha immediatamente cambiato. Giorgio è il meccanico, che essendo proprietario di una DR 350, mi ha definitivamente convinto all’acquisto. Il suo collega si è “fatto” 2 Parigi-Dakar: mi sono sentito abbastanza tranquillo sul fatto che stavo parlando con due persone competenti. Il negozio si trova a Bazzano (BO) e questo è il link www.motorbox.it: lo metto per pura riconoscenza (non ho avuto “sponsor” per il viaggio) e per la professionalità dimostrata che è andata oltre il normale rapporto col cliente.
Sono partito da Modena il 19 luglio alle 09,25 e come prima tappa sono arrivato a circa 20 km da Vienna, dormendo in un albergo lungo la strada
Poiché avevo fatto oltre 700 km appena saputo che c’era una camera ho immediatamente eseguito 2 dei 4 interventi tecnici imparati da Giorgio: spray protettivo alla catena (ogni 500 km) e controllo dell’olio…ma proprio inclinata dovevano metterla quella maledetta filettatura del tappo ? Tutte le volte un sacco di tempo per riavvitarlo ! Ahh le altre 2 operazioni tecniche erano controllo pressione pneumatici e rifornimento di benzina.
Il secondo giorno dopo aver passato Slovacchia ed un pezzetto della Repubblica Ceca sono arrivato nel tardo pomeriggio a Cracovia (Polonia) dove ho dormito per la seconda notte
Il 3° giorno raggiungo la Lituania verso sera inizio a cercare un posto dove dormire e improvvisamente vedo il segnale di un campeggio: ottimo, così posso provare la tenda. Prendo la stradina sterrata ( uahoo il mio primo fuoristrada !) laterale a sinistra e dopo 8 km vedo un altro segnale del campeggio finalmente il campeggio si tratta di una fattoria, su un laghetto, con una zona in cui accendere dei fuochi e delle tettoie di legno.
C’è solo una signora che mi dice il prezzo in euro: io ovviamente ho con me solo dei dollari in contanti. Alla fine stabiliamo un cambio 5€ = 7 $…ovviamente a gesti e con qualche parola di russo, lingua che i Lituani non amano parlare, visto che sotto Stalin almeno 30.000 persone sono finite nelle fosse comuni. Nella capitale Vilnius è possibile visitare il museo dell’olocausto.
Comunque sono le 20,30 e il sole inizia a tramontare. Scelgo di mettere la mia tenda (1 posto, 1,5 kg) al riparo dietro un carro. Non l’avevo mai usata, apro e non trovo le istruzioni per il montaggio: è una struttura con due sole bacchette flessibili, ma non riesco bene a capire come vadano inserite. Dopo mezz’ora di accidenti ragiono e mi dico che le istruzioni devono per forza esserci: alla fine rivolto il sacchetto che conteneva la tenda e trovo un foglio di plastica con le istruzioni che è un tutt’uno col sacco. Alè 5 minuti e la tenda è pronta !
Risolto il problema dell’alloggio è l’ora del vitto e vado vicino al laghetto a preparami degli squisiti noodle cinesi liofilizzati rafforzati da una scatola di piselli. Sintonizzo la mia radio Philips da 14€ e trovo una stazione con della musica. Cosa desiderare di più ?
Poi a letto, cullato dai rumori della natura: vento, le mucche, il cane che si innervosisce per il gatto, volatili vari, il tutto pregando che nessuno passasse per dare una mazzata in testa all’unico ospite del “campeggio”.
Al mattino mi alzo, e visto che non ho da mangiare, la signora mi offre la colazione: margarina salata, una specie di paté di maiale da spalmare e il pane. Perfetto.
Riparto raggiungo la Lettonia e mi dirigo verso il confine con la Russia
Arrivo alla frontiera Lituania – Russia nel primo pomeriggio e come prima cosa cambio dei $ con dei rubli: in questi paesi è sempre meglio avere il contante a portata di mano
La burocrazia è sempre una notevole barriera, ma basta fare mente locale a quando in Italia bisogna andare a chiedere un permesso edilizio o di qualunque altro tipo attraverso vari uffici ugualmente competenti per non scoraggiarsi troppo. In poco più di un paio di orette sono in Russia !
Per arrivare a Mosca, dal punto di frontiera dove sono entrato io è sufficiente percorrere la M 9, quando ha iniziato a calare il sole mi sono messo a cercare un albergo. Dopo un rifornimento me lo ha indicato un camionista, dicendomi che a soli 45 km ce ne era uno economico: inoltre io mi sono sempre sentito molto tranquillo, anche quando giravo con la vespa, a fermarmi nei posti con dei camion parcheggiati.
Sono sempre stato tranquillo per il mezzo di trasporto. In Russia poi sono organizzati sempre con dei cortili in cui parcheggiare sorvegliati 24h su 24h.
Non erano delle stanze, ma delle piccole casette con doccia comune e turca fuori dal prato poi dopo la doccia sono andato a mangiare ed ho avuto il mio primo impatto con la cucina russa. Io all’estero mangio sempre e solo la cucina del posto e normalmente non sto a cercare di tradurre il menù, guardo i piatti serviti ai clienti e poi ne indico al personale uno che mi ispira.
Il mattino dopo sono ripartito e mi sono macinato gli ultimi 350 km che mi separavano da Mosca
Poi finalmente il cartello di Mosca ( che è poi scritto Mockba) e a quel punto mi sono detto “Tanto vale arrivare in centro”. Mosca è sviluppata all’interno di 4 anelli concentrici, quindi mi sono detto che bastava andare sempre dritto. Dopo un po’ ho capito che stavo sbagliando qualcosa. Mi sono fermato e dopo un po’ ho provato a chiedere e finalmente ho capito: dovevo chiedere per il Cremino, solo che non sapevo la pronuncia. Poi alla fine un tassista ha capito e memorizzando la pronuncia ( Kriemle o giù di lì) sono ripartito ed infatti alla fine, continuando a chiedere sono arrivato all’ultimo anello che circonda la Piazza Rossa dove sorge la città fortificata del Cremino
E’ il pomeriggio del 23 luglio: 4,5 giorni e poco più di 3000 km da Modena al Cremino.
Dopo un po’ riesco a trovare un ostello davvero vicino alla Piazza Rossa in una via pedonale, quindi ogni volta mi tocca di spingere la moto per un po’, e pre prudenza la porto anche dentro all’ingresso. Stanza da 8 persone mista e uso cucina e alla reception dell’ostello: Nadia e Olga.
Il giorno dopo di buon’ora, visita con itinerario classico: Cremino e Piazza Rossa
Una foto con un gruppo di turisti giapponesi cerco sempre di farla. Quando siete indecisi su quale sia la miglior posizione per fare una classica foto ricordo, guardate se in giro ci sono dei turisti giapponesi: loro non sbagliano mai e scelgono sempre la migliore posizione per la classica foto ricordo.
Nel pomeriggio nella via del mio ostello ho conosciuto un gruppo di biker russi: sono stati gentilissimi e uno di loro che parlava in inglese ha telefonato ad un loro amico meccanico Victor di un concessionario Suzuki e gli hanno spiegato che desideravo far controllare la moto, che non presentava particolari problemi, ma aveva già fatto 3000 km. Appuntamento per le 11,00 del giorno dopo.
Mica male il concessionario: 4 piani di cui uno solo ed esclusivamente dedicato all’abbigliamento !
Dopo 2 giorni e mezzo via di nuovo in strada: in questa città mi hanno voluto fotografare.
Questo è uno di quegli “alberghi” per camionisti che ho usato spesso durante il viaggio: cortile interno con servizio di sorveglianza 24h/24h. In questo ho preso il posto letto in camerata da 9 posti…ma tanto c’ero solo io !
Poco prima di attraversare il Volga mi sono fermato per uno spuntino in un piccolo villaggio. Poi il Volga..larghino non trovate ?
Iniziano i monti Urali, che però al massimo arrivano a 2000 mt, ma la strada è in salita molto gradualmente. Verso le otto di sera inizia un po’ a piovere, allora mi fermo da una struttura abbandonata, che una volta era un ristorante: approfitto della tettoia e mi preparo un risotto.
Poi dopo le nove riparto e trovo subito un albergo…si ricavato in un vagone ferroviario ! Un generatore riscaldava l’ambiente.
La frontiera col Kazakistan è stata un poco laboriosa: quasi 2 ore. I documenti erano tutti uno dietro l’altro: modulo per la moto, per i bagagli, dichiarazione per la dogana…solo che venivano controllati sempre da persone diverse.
Poi hanno voluto aprire le borse rigide: smonta apri spiega cosa era ogni cosa, fino a quando rimaneva l’unica persona che parlava inglese.
Quando si allontanava, le mie lezioni di russo e il mio frasario non permettevano una conversazione molto chiara e fluida. Costantemente la stessa frase ripetuta da tutti i funzionari e militari di frontiera “ Italiani ? Sizilia..mafia ?”.
La prima volta mi ha fatto sorridere, poi mi ha un poco rotto le scatole, come l’altra “Italiani vero?”. L’ho capito solo alcuni giorni dopo. L’italiano più conosciuto in quei paesi ( Kazakistan, Kirghigistan e Uzbekistan ) è senza ombra di dubbio Toto Cutugno ! La sua canzone “L’italiano” la conoscono davvero tutti.
Al passaggio della frontiera fra Kazakistan e Kirghigistan, alla domanda “Where are you from ?” ho risposto intonando il ritornello “ lasciatemi cantare con la chitarra in mano…”: si sono messi tutti a ridere e poi ho espletato le formalità di dogana.
La seconda personalità italiana più famosa è il commissario Cattani, il Michele Placido della Piovra. Io non l’ho mai guardata la serie e quindi anche a sentire il cognome usato nella serie non riuscivo a capire. Il serial “Octopus” è un altro aspetto del nostro paese assolutamente arcinoto. Subito dopo direi che sono messi bene anche Celentano i Ricci e Poveri ( li pronunciano così) e Moranti.
Passata la frontiera ho iniziato a seguire la M36 che con circa 2000 km mi avrebbe portato fino alla ex capitale nel sud del paese, Alma Aty. Questa una delle ragioni per cui non ho pensato ad acquistare un GPS per moto: non è che ci siano poi tante strade, inoltre non so quanto facile possa essere trovare delle mappe di città di quegli stati da scaricare, senza poi essere obbligati ad immettere i nomi delle strade in cirillico !
Questo poliziotto mi ha fermato solo per farsi fare una foto con me
Dopo aver passato Kostanaja mi sono fermato in un albergo per la notte. Qui alla sera ho mangiato i pilminizie, un qualcosa di molto simile ai nostri tortellini ( fatti oltre a tutto in casa): invece che con la panna erano serviti con una specie di crema acida. Ottimi!
Mattino dopo e si riparte: sosta per uno spuntino volante in un paese…gruppo di case, nel mezzo della steppa
Nel pomeriggio mi fermo in un caffè e dopo un po’ entra un camionista chiedendo in italiano di chi era la moto parcheggiata fuori. Lavora per una italiana ditta che fornisce materiali edilizi al Kazakistan: il titolare, ex dirigente PCI al momento dello smembramento della ex URSS, grazie a contatti personali col presidente Nazarbajev è riuscito ad avere una porta privilegiata di ingresso per i suoi commerci.
Stavano portando dei vetri antiproiettile speciali per una villa di Nazarbajev: strano un presidente tanto amato da vincere le elezioni con l’80% dei voti..mahh!
Ripartito decido di deviare dalla M36 per raggiungere il lago Burabai e fermarmi un paio di giorni
Bisogna anche capire che per i kazaki del centro nord, questo paesaggio di lago alpino è un qualcosa di davvero eccezionale, per chi vede sempre e solo la piana della steppa. Per la notte avevo letto sulla mia guida che in alcune case del paese di Burabai era possibile mettere la propria tenda. Alla fine mi sono fermato presso una casa che forniva o camere o posti tenda
La bambina di 11 anni davanti è la figlia della proprietaria. Ho dovuto contrattare con lei il prezzo del posto tenda: aveva un foglietto con delle frasi in inglese tradotte in kazako…un piccolo manager, alla fine mi ha fatto uno sconto piccolissimo !
La rassicurante presenza del presidente Nazarbajev è costantemente garantita da enormi cartelli che ne sottolineano lo spirito gioioso: il radioso sorriso è una garanzia.
Per la mia ultima serata al lago al mercato ho comprato degli splendidi gamberoni che mi sono cotto bolliti col mio pentolino da viaggio.
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Un equipaggiamento tecnico impeccabile, quasi come quello dei mega tour organizzati 😉
Grande Maurizio! Grazie per aver mostrato che è la volontà a permettere di realizzare grandi cose.
Guarda il suo equipaggiamento che SPETTACOLOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!
E’ quando ho visto quella foto che ho detto: Maurizio deve dare 2 o 3 lezione a quelche viaggiatore! Me compreso!
Stima
Una costante nelle mie vacanze è lo stock di magliette grigie ottime per tutte le occasioni, dal pranzo informale al ricevimento più elegante. Del resto se in un posto non mi fanno entrare per via della mia maglietta grigia, significa che non fa per me. Servono quindi anche per “selezionare ” i posti in cui si sta andando.
Interessante questa.
Io optavo per il nero, visto che si nota meno lo sporco e adesso per il bianco, visto che è più umile.
Sara’ un caso, ma la DR 350 e’ la stessa dei pazzoidi di Mondo Enduro..
Nei loro filmati sembrano indistruttibili! 🙂
Mondo Enduro Promo
Ottima segnalazione!!!!!
Te la senti di postarla qui?
https://www.partireper.it/forum/moto-viaggiatori-avventura-segnalati-1/
Grazie
sapete che Maurizio l’avevo incontrato per caso a Bologna in un bar (un ritrovo di Hc) e mi aveva colpito subito per la sua stazza prima di tutto e per la sua semplicità.
Mi ricordo che avevamo parlato e mi aveva pure offerto una birra ma poi in come tutte le feste in un bar poi ci si disperde e non l’avevo più visto. Ho provato poi a cercarlo su questo sito Hc ma nulla scomparso !!!!
Poi un giorno come per magia in un forum di un sito di viaggi nn ricordo quale digitando russia o kazakistan, me lo trovo davanti e cercando su internet scopro pure che gioca a football americano (un’altra delle mie passioni oltre i viaggi, i pesi e le moto) del quale quella sera non avevo scoperto!
Trovo la sua email e decido di scriverli se era proprio lui quel ragazzo che avevo incontrato quella sera a Bologna e chiedo anche qualche info riguardo al mio viaggio in moto per attraversare tutta la russia fino al giappone.
Dopo pochi giorni mi risponde confermando che era proprio lui (confermando la regola di quanto sia piccolo il mondo) e mi scrive di Gio ….
Ancora il mio tour non è iniziato ma circa febbraio 2011 inizierà cambiando e di molto il tour che avevo pensato di fare
Un abbraccio a Mauri per le info e complimenti per il bel viaggio raccontato
Teo
grande maurizio.
mi piace come viaggia, come scrive, le cose che fotografa e l’eterna semplicità ed umiltà che trasmette….
un grande viaggiatore