EurAsia 2008, di Maurizio Zanni [pt. 1]
EurAsia 2008, di Maurizio Zanni [pt. 2]
Lascio il lago Burabai e mi dirigo verso la capitale Astana: la capitale storica è Alma-Aty, al confine sud, ma come amano fare i “presidenti a vita” tipo Nazarbajev, da alcuni anni tutto è stato improvvisamente spostato qui.
Poi uscito dalla città ti ritrovi con la steppa immensa ai lati della strada.
Poi nel tardo pomeriggio improvvisamente a lato della strada vedo delle yurte, le tende/case mobili uste da parecchie popolazioni nomadi dell’ Asia centrale, tra cui mongoli, kazaki e uzbeki. Decido di fermarmi per fare qualche foto all’accampamento che è davvero grande: ci saranno almeno un centinaio di yurte.
A gesti chiedo se posso fare delle foto e con un cenno mi viene detto di si, poi arriva un ragazzo che parla inglese e si offre di accompagnarmi. Mi spiega che l’accampamento hanno iniziato a montarlo oggi ( venerdì ) e che rimarranno accampati per tre giorni per una festa religiosa, con esibizioni di cantanti, gare di lotta e corsa dei cavalli.
Mi fanno mettere la mia tenda nel loro accampamento per la notte e il ragazzo mi dice che se desidero rimanere sarò ospite della sua famiglia per tutta la durata della festa. Si tratta di un raduno di tante famiglie, i cui componenti arrivano un po’ da tutto il paese: quella del ragazzo che ho conosciuto era di circa 100 persone.
Alcuni dormono nell’accampamento, ma altri alla sera andavano in una piccola città a 30 km.
Ci ho pensato un minuto: ma quando mai ti capita un’occasione del genere ? Così gli ho detto che sarei stato felicissimo di rimanere per tutta la durata della festa. Ho passato tre giorni splendidi e queste sono le immagini
Qui viene montata la struttura portante della yurta, la piccola “yurta” occidentale.
Il mattino dopo ( l’accampamento inizia a vivere verso le 5,30 ) mi metto subito in pista per guadagnarmi l’ospitalità ricevuta e inizio a scaricare la legna, portare l’acqua e poi aiuto a finire un forno…mi sono accorto che mi guardavano tutti un poco sorpresi, poi mi hanno spiegato che l’ospite è sacro: fa solo l’ospite, si rilassa, magia, beve e non muove un dito. Io addirittura ho anche aiutato le ragazze a pulire i piatti del mangiare !
La cerimonia religiosa si è svolta su una piccola altura e consisteva nello scoprimento di una pietra incisa che commemorava la data, sormontata da una struttura metallica che stilizzava lo scheletro di sostegno della yurta
Nel pomeriggio sono andato a fare il pieno di benzina, tanto per non far star ferma la moto. Ogni sera sono stato ospite in una yurta diversa dello stesso gruppo famigliare.
Alla sera in alcuni punti veniva tenuto al massimo il volume della radio di una macchina e si creava una piccola zona ballo: qui poi è la famiglia al completo che va a ballare, dal nonno ai nipoti.
La base musicale accompagnava 2 cantanti live.
La domenica era la giornata delle gare di lotta e della corsa dei cavalli, ma nella prima mattinata si svolgevano delle esibizioni di cantautori kazaki…la gente si sgompisciava dalle risate, io senza capire ciò che dicevano, ho potuto godermi solo la parte musicale.
Le gare di lotta erano nello stile Sambo, un’acronimo che significa “difesa personale senz’armi”: sono tecniche di lotta sviluppate dall’esercito russo negli anni 20. L’abbigliamento è simile al judo, ma le maniche sono corte e si indossano scarpe alte tipo anfibi.
Dopo pranzo ho veramente fatto l’ospite.
Questo signore è stato ospite a pranzo assieme a me nella yurta: è un campione di corse di lunga distanza ed era arrivato all’accampamento dopo oltre 120 km ! Nemmeno tanto stanco.
Al pomeriggio si sarebbe svolta la corsa dei cavalli. Questo animale è uno dei simboli del Kazakistan. La “pista” è un anello da 4 km, da percorrere 6 volte: tot.=24 km di corsa!
L’ultima sera, mi hanno fatto indossare un altro costume, che poi mi hanno regalato: sono rimasto senza parole.
Poi baracca generale con cantanti che si sono esibiti sul palco centrale con l’impianto di amplificazione al massimo
Il mattino dopo sono ripartito salutando e salutato da tutti: davvero tre giorni molto speciali. Poi nel pomeriggio mi sono imbattuto nel problema del vento, che man mano è andato aumentando, sino al punto che mi è toccato di guidare inclinato (a un certo punto me ne sono reso conto anche dalla mia ombra) e poi non sono riuscito ad andare oltre i 60/65 km di velocità in quinta. I consumi dai soliti 27-30 km/lt sono scesi a 20 km/lt. A un certo punto mi sono dovuto fermare e come me hanno fatto anche i camion alti. Per evitare che cadesse ho dovuto posteggiare la moto protetta dalla direzione del vento in questa specie di…autogrill ?
Alla fine sono riuscito ad arrivare in una città e ho deciso di fermarmi, inutile proseguire in quelle condizioni.
Ero andato a fare la spesa in un negozietto vicino e una delle ragazze che lavorava parlava un ottimo inglese: era in vacanza da sua cugina e quindi la aiutava quelle 10 – 12 ore al giorno a servire i clienti ! Mi ha detto che in una città vicina c’era una bella discoteca: un’ora di macchina.
Dopo mangiato ho fatto 2 passi per la città, andando fino alla stazione dei treni poi a nanna. Il giorno dopo mi sono alzato presto per cercare di arrivare in serata ad Alma Aty l’ex capitale: meno male niente vento.
Mi ero fermato per fare la foto ai contadini e questo ragazzino ha accostato per fare delle foto con me
poi si riparte, sempre con la steppa a farti compagnia. Sosta per pranzo e dei camionisti mi chiamano a mangiare al loro tavolo: ordinano loro per me.
La carne era di capra: macellavano gli animali direttamente dietro al locale.
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