3424 Km fra Cile, Argentina e Bolivia.
Volevo dire ciao al continente strizzando l’occhio a certi posti vecchi ed altri nuovi. Posti che per me hanno fatto la storia ed altri che fanno da prologo a un viaggio nuovo che parte da posti nuovi. Volevo meravigliarmi ancora e dire a me stesso, dentro il casco:
Cazzo, bello il Cile, bella l’Argentina e bella la Bolivia
Tutto quello che seguirà, fatta esclusione per la parte del sud Perù, sarà un’ennesima scoperta. Anche se con anni alle spalle, mi rendo conto solo ora che viaggio per aprire la porta alla miriade di eventi che possono coinvolgermi, non tanto per fare di questo visitare in moto un mero corso di storia, geografia o una lista km grazie alla quale dire:
Ho fatto questo e quello e ho visto questo e quello.
Sono il tipo di viaggiatore che non legge la Lonely Planet in cerca del posto più bello da fotografare o la zona più bella da vedere. Lo chiedo alla gente quando passo rendendomi vulnerabile alla soggettività di chi mi darà il consiglio finale: quello che seguirò. Di questo modo potrei trovarmi a guidare in zone ancora più belle di quelle stravisitate e gettonate nelle guide di tutto il mondo o in zone completamente schiette, senza sapore ma che porteranno comunque ad un incontro, un momento, un istante in cui tutta la strada noiosa fatta valga la pena.
Non viaggio per arrivare. Parto per viaggiare.
Mi interessa quello che c’à fra il punto A ed il punto B, anche se non mi fa schifo arrivare a mettere la tenda in un posto bellissimo per arrivare al quale ho guidato la moto tutto il santo giorno.
E’ un terno al lotto dove se si vince si è riconoscenti e se non si vince si apprende qualcosa comunque.
E credetemi, di posti belli in questo continente ce ne sono davvero tanti. Specialmente da fare in moto!
Il clima è stato dalla mia parte fino alla Bolivia. Volevo rivedere il salare di Uyuni ed accamparci ma la pioggia ha reso il mio arrivo a Colchani umido e la notte inquieta. Una guida turistica in 4×4 mi ha visto accampare e mi ha detto che se pioveva poco non era un problema ma che se venivano giù gli acquazzoni tipici di questa epoca allora il salare si riempie d’acqua e mi sarei svegliato tuto bagnato.
Ha piovuto si, ma giusto per tenermi allerta e non concedermi una notte di sonno come si deve. Il salare è rimasto praticabile ed alla mattina (alle 6) c’ero io, il silenzio di questo deserto di sale ed ho capito che la nottata in bianco era valsa la pena.
Ho poi continuato fino a La Paz vittima di una pessima carburazione alla moto che aveva il filtro dell’aria sporchissimo per i 400 km di sterrato che ho fatto da Villazon a Huari.
Resisti ancora un po’ a Coroico ti faccio un bel servizio come piace a te.
La moto ha resistito e dai 6 gradi con pioggia e vento dell’altipiano sono tornato ai 1000 metri dopo gli splendidi 85 km di discesa asfaltata tutta curve che da La Paz porta alla selva boliviana di Coroico da dove vi scrivo. Sto posto mi ha deluso subito appena ci sono arrivato, ma quello che mi ha deluso ancora di più è stato tutto il tempo che ci ho messo per trovare una stanza con un letto per pochi bolivianos. Volevo ricaricare le batterie, lavare due o tre cose, scrivere la newsletter e rispondere alle mail ma alla fine il tagliando alla moto si è prolungato più del solito.
La moto è partito bene da Santiago che ho lasciato in ottime condizioni ciclistiche. Avevo qualcosa in sospeso da riparare (batteria termometro, tachimetro etc.) ma sistemato quello non c’era davvero di cosa lamentarsi. Poi con le vibrazioni, lo sterrato ed il mio uso che è totalmente aggressivo ho spezzato due supporti, una staffa Givi, sono caduto su asfalto, ho rotto una borsa laterale e perforato la tuta anti pioggia.
Colpa dei binari bagnati dei passaggi a livello o che ne so. Fatto sta che sono arrivato a Coroico stanco ed incazzato nero.
Ma poi ci dormi sopra, ti svegli all’alba con la vista delle montagne e 25 gradi e ti passa tutto.
Specialmente se diluito il tutto con un caffè al mattino.
Ho finito adesso di tagliandare la moto: pulizia candele, filtro aria, catena corona pignone, ingrassatura trittico, cambio fusibile bruciato dei faretti alternativi, installazione della presa 12V con connettori adatti (funzionava già ma avevo rigirato il filo di rame sulla batteria come fossero due augelli e adesso ho messo due connettori come si deve), saldatura staffe Givi.
Mi manca riparare la borsa laterale che si è solo un po’ squadrata. Può ancora continuare ma se piove entra acqua. Vorrà dire che lì ci metterò i vestiti e il computer (che già non carica più maremma cinghiala) nell’altra. Insomma piccole soluzione a piccoli problemi.
Non può sempre andare tutto alla perfezione altrimenti che avventura sarebbe.
Non potendo avviare a tutte le magagne che la moto mi ha sempre cortesemente dato, ho preferito dedicarmi alla ricerca di posti notte in cui riposare, lavarmi (perchè prima della Bolivia facevano 37 gradi) e mantenermi fresco per il dia seguente.
Non so perchè sono entrato in questa routine di svegliarmi alle 7 del mattino e sfruttare il corso d’acqua accanto al quale monto la tenda, farmi una doccia mattutina freddissima e mettermi in marcia a livello dell’olio motore controllato.
Quando sono arrivato sull’altipiano, scoraggiato dall’assenza di alberi, fiumi non freddissimi e posti riparati dal vento in cui accampare, mi sono messo a pensare il da fare con un panino in mano nella piazza di un paesello chiamato Abre Pampa.
Erano le 21 ed i locali già facevano ritorno a casa.
E dormirò in piazza! – mi sono detto
E invece si avvicina un signore che educatamente attacca bottone dandomi del buon appetito. Mi invita a casa sua a dormire pochi secondi dopo ed incredulo lo ringrazio e lo seguo. La foto sopra è la mattina seguente, in posa con lui, la moto ed il figlio. Ramòn mi ha trattato da re ed oltre ad ascoltare le mie storie mi ha raccontato le sue che sono a dir poco incredibili.
Ancora una volta spiegato perchè noi viaggiatori soffriamo le intemperie seduti in sella per poi godere di questi momenti umani semplici e pieni di ricchezza. Grazie Ramòn.
E poi l’ingresso in Bolivia, questa volta per Villazon. Non ero mai passato di qui ma i posticini di confine sono sempre pieni di merda da vendere e paccottaglia da tutti i lati. Compro un caricatore per il cellulare da 12V (ragazzi, a me sto carica batterie da 12V sulla moto mi sta salvando la vita!) e me ne vado in cerca di sterrato, diretto a Uyuni dove dormirà stanotte.
Guadagno una ora di fuso orario e cerco di arrivare a Colchani ancora di giorno per fare delle foto e mettere la tenda.
Ce la faccio, ma arrivo accompagnato da una forte pioggia che rende gli ultimi 5 km prima dell’asfalto piuttosto scivolosi e fangosi. Arrivo con i calzini bagnati, ma sono contento e fatto il pieno per l’indomani, mi cambio a tenda montata.
Passano un sacco di furgoncini stracarichi di gruppi turistici. Sono per lo più ragazzi della mia età ed al vedere la moto accanto alla tenda nel bel mezzo del salare salutano increduli e lanciano esortazioni!
Mangio, dormo, piove, mi sveglio, ri piove, non dormo, mi sveglio, vedo dove sono e sono contento.
Mi rimetto in marcia verso La Paz, incerto se sottoporre la moto ad altri 200 Km di sterrato pesante o se farla 300 km più lunga e farla tutta in asfalto.
Ma la mia destinazione sta a 640 Km con lo sterrato e 800 Km con l’asfalto. Scelgo lo sterrato.
Mi parte una molla del cavalletto centrale a La Paz scivolo quasi da fermo su un binario bagnato ed arrivo a Coroico incazzato fradicio ma contento perchè adesso ci sono 25 gradi di notte.
Sono dove volevo essere.
E con una certa emozione e con l’entusiasmo che mi spinge ai prossimi km di nuova scoperta e nuove terre vi mando questa Newsletter per ricordarvi che non mi sono mai fermato e che sono di nuovo in viaggio.
Dopo il Tour delle Americhe ci vediamo in Italia!
Alla prossima settimana.
Un abbraccio
Gionata
Gionata, lascia perdere l’asfalto: non fa per te
mi piace questo elemento
<3
me love you too
che spettacolo poterti rileggere nuovamente in viaggio, non vedevo l’ora!
e sapessi io cazzo. ciao giovanni, un abbraccio
Anche se non sono un grande lettore, e non mi voglio leggere tutte ste righe, per te questo ed altro xD
grazie!
Mitico!!! Ti seguo con molto piacere ormai da molto tempo. Continua cosi, facce sognà!
e ci proviamo dai
sei un grande!!!! tanta invidia e tanta stima!!!!
gra<ie!!
Mi sei scappato? Se ripassi da La Serena, avvisa!!!! Ci conosciamo? No! Siamo motociclisti? Si!!!!!
Solo ora???? Dai non dire cazzate, è per questo che sei partito dall’ Italia…. qualche giorno fa!!! Ma, magari non ne eri pienamente cosciente 😉
Posti belli ce ne sono dappertutto (mica la conosci la Toscana, per esempio ;P), ma spesso, ansi quasi sempre, sono le persone che fanno la differenza.
Specialmente quelle che si autoproclamano civilizzate ma non riescono ad uscire dalla routinne giornaliera e non sanno godere delle vere gioie della vita (la curiosità e il calore umano).
Infine ti faccio i complimenti per il nuovo sito!!!!
Bello graficamente e facilmente leggibile, bravo bel lavoro.
Unico piccolo appunto è la risoluzione troppo bassa delle foto, ma so’ che lo fai per non appesantire le pagine.
Ciao Stefano
grazie, ci ho lavorato per due anni, in silenzio aspettando il momento di poterlo ripopolare!
lo meglio per te… ho visto tuo video e ricordo tanto eso di viaggarein moto la mia e una 225 xt… mio nome e queste e hanno salito alcune lettere mie como di andare in motoalcune anni scorse… salutti di qua.. di Argentina, ho visuto in Italia in 2007, Piemonte e voglio tanto la tua patria. Avanti !!! Buena suerte !!!!