Ed ecco che il giorno della partenza è arrivato. I pensieri e l’indeterminazione che hanno accompagnato i mesi della preparazione si stemperano all’improvviso e lasciano posto all’entusiasmo per quella che sarà l’avventura del viaggio. Quello per cui hai lavorato tanto assiduamente si sta ora avverando. È un giorno epico.
Tutto è in ordine: la moto, l’equipaggiamento, i documenti e, ovviamente, il tuo stato di salute. Si presuppone che tu abbia già testato la moto a pieno carico e preso confidenza con la guida del tuo mezzo. Il giorno della partenza potrai coinvolgere amici, famigliari, followers, e anche qualche organo istituzionale o mediatico. Soprattutto se il viaggio sarà molto lungo e non prevedi una data di rientro precisa, è giusto che tu dia enfasi a questo momento. Quando lasciai Campi Bisenzio, l’8 maggio 2005, avevo al mio fianco i miei genitori, mia sorella e gli amici di sempre. Presenziò anche una giornalista locale, che intervistò me e i miei parenti su quella che sarebbe stata la mia avventura. Ancora oggi conservo quel video sul mio canale YouTube.
Shock culturale
Il mondo è un meraviglioso caleidoscopio di culture, usanze e tradizioni diverse. Il motociclista ha il vantaggio di poter interagire con le persone del luogo. Il suo sarà un contatto molto più diretto e autentico di quello che potrebbe vivere chi, ad esempio, utilizza il treno o il bus per viaggiare: la sua esperienza sarà limitata alla vita nei punti di sosta per bagno e spuntino o alla visita di grandi città o di luoghi dalla vocazione prettamente turistica. Il motoviaggiatore, invece, grazie alla totale autonomia offertagli dal suo mezzo, è libero di avventurarsi dove vuole, nei villaggi più piccoli e sperduti come nei luoghi più remoti o impopolari. È qui che può incontrare la parte più autentica delle culture del posto, proprio perché é in grado di addentrarsi in tutte quelle realtà dove la sua presenza non è attesa. Inoltre, il suo stile di viaggio, avventuroso e solitario (al massimo in coppia con il partner o con un amico), lo rende ancora più vulnerabile agli occhi degli autoctoni, stimolando in loro curiosità, senso di solidarietà e desiderio di aiutare.
Certo, a volte la cultura entro la quale ti troverai immerso potrebbe metterti di fronte a differenze tali da imbarazzarti, offenderti o lasciarti perplesso. A volte non saprai come reagire o comportarti, altre volte non saprai come interpretare l’atteggiamento delle persone con cui entrerai in contatto. Un’accoglienza esageratamente ospitale e riverente potrebbe metterti in soggezione (potresti pensare che sia una strategia per farti abbassare le difese e poi derubarti); così come la postura molto fredda e seriosa di altre culture potrebbe sembrarti una forma di discriminazione (ma spesso si tratterà solo di pudore).
Abbi la capacità di non farti condizionare dalle prime impressioni e la volontà di rimettere in dubbio ciò che le tue credenze culturali ti porteranno a pensare in un primo momento. Il più grande errore che puoi fare è usare la tua cultura come metro di paragone. Ricorda che ogni cultura ha la sua concezione di ciò che è giusto o sbagliato, educato o maleducato, conveniente o inopportuno. Tutto ciò che una cultura offre è frutto delle necessità peculiari di quel determinato popolo, che in essa si rispecchia in virtù della propria storia, organizzazione sociale, economia o situazione ambientale.
Conoscerai sicuramente pratiche o usanze dalle quali ti dissocerai, ma fallo senza mostrare un atteggiamento critico. Piuttosto, sii tollerante e comprensivo e cerca di comprenderne le cause storiche o culturali. Allora ti sarà più facile accettare la diversità e non subire lo shock culturale.
Non farti violentare dalla diversità, ma abbracciala e cerca di comprenderla e di viverla. Troverai culture dove la pigrizia è normale e altre dove il desiderio di fare carriera è molto più esasperato che in Italia. Troverai culture condizionate da climi estremamente freddi ed altre influenzate da condizioni climatiche aride e desertiche. Sii sempre attento agli usi locali, per evitare di essere a tua volta offensivo o irrispettoso nei confronti degli autoctoni.
Ci saranno delle culture dalle quali rimarrai affascinato e con le quali dovrai confrontarti con estrema umiltà, riconoscendo in esse elementi migliori di quelli che caratterizzano la tua. Troverai paesi con strade ben mantenute, città pulite, servizi pubblici e privati molto efficienti, persone oneste e civili e una burocrazia agevolata. Potrai fare tuo l’arricchimento culturale che ne deriverà e riportare a casa qualcosa che servirà a migliorare te stesso e il tuo paese.
Shock culinario
Avevi il desiderio di un buon espresso ma quello che servono in Cile è solo un Nescafé annacquato? Gli spaghetti che hai ordinato in una tavola calda peruviana sono conditi con carote, patate,
banane e sono pure scotti? Il tiramisù che non mangiavi dalla tua partenza è fatto con il filadelfia perché in Honduras il mascarpone non esiste?
Quando lo shock culturale diventa shock culinario, c’è un solo modo per sopravvivere: aprirsi ancora di più alla cultura del posto e dimenticare la cucina nostrana. Pretendere che ci sia un angolo d’Italia in ogni parte del mondo è una posizione un po’ limitata e limitante. Finirà che non riuscirai a goderti niente.
Sii quindi disposto a provare in ogni luogo le specialità del posto, anche se apparentemente potrebbero non essere invitanti alla vista o gradevoli all’olfatto. Scoprirai nuovi sapori. E ti posso assicurare che non ne rimarrai deluso.
Attraverso la gastronomia locale entrerai in contatto con uno degli aspetti più autentici e intimi della cultura di una nazione. Inoltre, lasciare che il tuo palato sperimenti nuovi gusti si rivelerà un esercizio di adattamento molto utile anche a livello mentale, e poi spendibile anche in altre situazioni, quando ti troverai di fronte a realtà o situazioni diverse da quelle a cui sei abituato nel tuo paese di origine.
Inoltre, mangiare le pietanze del luogo può aiutarti a rafforzare le tue difese immunitarie verso gli eventuali microbi o batteri locali.
Morale: dimentica il ristorante italiano e immergiti pienamente nel contesto del viaggio.
In caso di noia
In otto anni di motoviaggio non mi sono mai annoiato di quello che stavo facendo, anche se a volte non facevo niente. Il “non fare niente” era un lusso di cui ho potuto godere in rare occasioni, e del quale ho saputo approfittare per godermi un bel paesaggio, sdraiarmi in spiaggia, leggere un libro, pensare liberamente, scrivere.
Se il tuo viaggio assumesse un tono annoiato a causa della ripetitività di certi eventi (guidare la moto tutti i giorni per lunghe distanze, montare e smontare la tenda, effettuare sul tuo mezzo interventi di riparazione o manutenzione tediosi), allora riposa un momento e fatti coinvolgere da altro. Il mondo è pieno di attività.
Cerca di rinfrescare e di rinnovare la tua prospettiva di avventura offrendoti nuovi punti di vista: puoi fare un tour culturale in un museo, andare al cinema e guardare un film in lingua straniera, esplorare il mercato rionale e osservare come si svolgono le trattative.
Dai sfogo alla tua creatività e cerca di realizzare tutte le idee che ti vengono in mente.
Viaggiare in moto non significa solo “guidare”, ma anche “farsi guidare” dalle emozioni e dalle curiosità che ti coglieranno lungo la strada.