Cambio valuta e mercato nero
La soluzione più conveniente per ottenere contanti nella valuta del paese visitato è quella di cambiare i propri soldi (in dollari o in euro, dove accettati) al mercato nero, attraverso qualche persona che potrai trovare in prossimità della dogana oppure nei negozi delle città più grandi (supermercati, negozi di abbigliamento o di alimentari). Il tasso di cambio sarà decisamente più vantaggioso di quello ufficiale applicato dalle banche o dagli sportelli di cambio.
Quando arrivai in Uzbekistan ero al corrente del tasso di cambio blu disponibile nei bazar di tutto il paese. Conservavo diverse banconote da 100 dollari (in previsione del mio ingresso in Iran) e per coprire le spese dei giorni seguenti andai in cerca di chi me li cambiasse in Soms. Con mia grande sorpresa il cambio blu disponibile nei bazar era raddoppiato a mio favore, ma mi ritrovai con centinaia di banconote di piccolo taglio che dovetti nascondere in sacchetti della spazzatura per evitare di dare nell’occhio.
Arrivato a Samarcanda mi accorsi che il cambio era favorevole solo per l’acquisto di benzina e di cibo (presso i locali meno turistici). Gli alberghi e le guest houses invece si dividono in due categorie: quelle non autorizzate ad ospitare stranieri e quelle che si. Queste ultime avevano prezzi di soggiorno allineati con il cambio blu. In questo modo i turisti pagheranno il doppio di quanto pagherebbe un uzbeko, senza di fatto sentirmi penalizzato. Tuttavia, se avessi cambiato i miei dollari al cambio valuta ufficiale, il prezzo di una notte in albergo sarebbe costato molto più costoso del previsto. L’esempio in Venezuela nelle prossime righe ti spiegherà perché.
Ogni volta che entrerai in un nuovo paese, per prima cosa informati sul tasso di cambio ufficiale per dollaro, per euro (se accettato) ed eventualmente per la moneta del paese che stai lasciando e di cui potrebbe esserti rimasta qualche banconota in tasca. I paesi confinanti favoriscono lo scambio delle loro rispettive valute, proprio in virtù del traffico di turisti o pendolari dall’uno all’altro stato. Se troverai chi ti offrirà un cambio al mercato nero, qualora la sua offerta sia conveniente, stabilisci quanti soldi intendi cambiare anche in funzione del tempo che trascorrerai in quel paese.
Riservati un momento in cui, in modo appartato, puoi estrarre dal tuo borsello la cifra esatta (questo per evitare che la persona con cui cambierai i soldi veda tutto il denaro di cui sei in possesso). Infine, effettua il cambio con l’altra persona, premurandoti di essere in un luogo appartato e sicuro, lontano da sguardi indiscreti. Utilizza banconote di taglio inferiore a cento euro/dollari, poiché in molti paesi sono più facilmente falsificabili e non vengono accettati facilmente. Nel momento in cui riceverai i contanti, ricontali davanti all’offerente, per evitare imbrogli.
Quando arrivai in Venezuela, ero ignaro del tasso di cambio ufficiale e, nonostante i consigli ricevuti, rifiutai l’offerta di cambio di un dollaro per 15 bolivar che mi fu proposta da un ragazzo poco dopo la frontiera. Sapevo che sarei stato in Venezuela pochi giorni, il tempo di visitare Maracaibo, e perciò tirai dritto fino alla prima città e qui prelevai con la carta da un ATM.
Solo allora mi resi conto che il cambio ufficiale era di un dollaro per 4,5 bolivar, praticamente un terzo del valore suggeritomi dal contrabbandiere. Morale: tutto ciò che acquistai lo acquistai a prezzi simili a quelli europei e l’equivalente dei cento dollari che avevo prelevato all’ATM mi durarono pochi giorni. Per controllare il cambio valuta di ogni paese consulta www.xe.com.
Prelevare dagli atm (bancomat)
La difficoltà di avvalersi del mercato nero subentrerà tanto più quanto più lungo sarà il viaggio, poiché prima o poi finirai il quantitativo di banconote (in dollari o in euro) che avevi portato con te da casa. Le valute accettate dalla borsa nera sono poche e sono quelle più forti (dollaro americano, euro, yen, sterlina, talvolta il dollaro australiano o canadese e anche il rublo), perciò una delle possibilità è quella di prelevare nuove banconote di queste divise se il tuo viaggio attraverserà i rispettivi paesi che le utilizzano.
Il consiglio è quello di prelevare la massima cifra giornaliera consentita dal piano della tua carta. In questo modo, pagherai una sola volta le spese di commissione. Se ti avanzeranno soldi, potrai sempre cercare di cambiarli all’entrata con il paese confinante.
Spesso gli sportelli automatici all’estero danno problemi con qualsiasi tipologia di carta, indipendentemente dal circuito di appartenenza. Ciò è dovuto a limiti del software che talvolta può non riconoscere se si trova di fronte a una carta di credito o a una carta di debito piuttosto che a un bancomat. In questi casi, la procedura corretta è quasi sempre quella più intuitiva.
L’unico vero problema sussiste se l’ATM mangiasse la tua carta… potresti aspettare per giorni interi prima di recuperarla (ecco perché ti avevo precedentemente consigliato di averne più di una).
Memorizza il pin e gli altri codici della tua carta nella rubrica del tuo cellulare o su fogli di carta, preferibilmente in un modo criptato e comprensibile solo da te.
Dei 70 paesi che ad oggi ho visitato, la Repubblica Islamica dell’Iran è l’unico paese che non dispone di bancomat per il prelievo di contanti. Allo stesso modo, in questo paese è quasi impossibile pagare con carta di credito o ritirare contanti presso sportelli Western Union (vedi pagina 158). Assicurati di entrare con abbastanza contante.
Fare negoziazioni
In alcune culture, come quella araba o del sud-est asiatico, nei negozi locali e nei mercati rionali, la contrattazione sul prezzo di un prodotto che si intende acquistare è un rito che fa parte dell’atto di compravendita. In questi contesti, la negoziazione con il venditore va assolutamente intrapresa. Non negoziare, equivarrebbe a non rispettare le usanze del luogo. La trattativa è un momento di conoscenza e di scambio tra venditore e acquirente, ragione per cui ogni venditore tende a “gonfiare” i prezzi iniziali, per poi diminuirli durante lo svolgimento della contrattazione.
Se patteggerai troppo al ribasso, il venditore rifiuterà la tua offerta, e magari rilancerà con un prezzo inferiore a quello da cui lui era partito. Se riuscirete ad accordarvi per un prezzo di vendita dopo una lunga trattativa, lui avrà comunque ottenuto il suo margine di guadagno, come è giusto che sia.
Ricordo in Cina una lunga trattativa con la negoziante di una bottega di abbigliamento che si trovava nel bazar di Shengli Square, dove mi ero recato per rinnovare il mio vestiario, dato che avevo trovato lavoro come insegnante di inglese e avevo solo abiti casual. Negoziammo a lungo per un paio di pantaloni che lei offrì per 180 renminbi ed io riuscì a portare a casa per 89.
In seguito, scoprii che equivalevano a 9 euro. Lei aveva guadagnato il giusto in rapporto all’economia locale, mentre io feci un buon affare, se consideriamo i prezzi italiani. Ma mi resi conto che se avessi pagato 180 renminbi, sarebbe stato uno sproposito.
Ricordati di avviare una trattativa solo se sei realmente interessato all’acquisto dell’articolo. La negoziazione è come una sorta di contratto non scritto. Il venditore si impegna a spendere il suo tempo sulla base della tua richiesta. Declinare un acquisto dopo aver patteggiato a lungo con lui sarebbe una grave mancanza di rispetto nei suoi confronti.