Insieme alla benzina, il cibo sarà uno dei costi fissi e, nell’economia di un lungo viaggio, sarà una delle spese più onerose che dovrai affrontare. Ridurre questo impegno economico è possibile, anche in base al costo della vita del paese in cui viaggerai. Tuttavia i paesi con prezzi più elevati per i generi alimentari sono anche quelli che producono più scarti di prodotti freschi e, nel rispetto delle politiche di commercio, sono obbligati ad eliminare alimenti che l’indomani sarebbero inservibili. Quando mi trovavo in Australia entrai in una delle tante Roadhouse con tavola calda. Quando non trovavo supermercati nei paraggi ero solito mangiare lì, perché potevo trovare sempre qualcosa di caldo e nutriente. Avevano degli hot dog, delle sfoglie salate ripiene, hamburger e formaggio alla piastra. Ero molto affamato, perciò chiesi tre sfoglie salate. La commessa, visto l’orario, mi regalò le rimanenti cinque che le avanzavano: avrebbe chiuso il locale da lì a poco e il giorno dopo non avrebbe potuto venderle, perché non sarebbero state più buone. Così uscii dal locale con otto sfoglie, di cui ne pagai solo tre. Morale: se in orario di chiusura entrassi nei negozi che cucinano cibo fresco, molto probabilmente potrebbero regalarti qualcosa, piuttosto che buttarlo via.
Alla pari
L’offerta di un lavoro o di un servizio di qualunque genere in cambio di cibo funziona in maniera simile al dormire alla pari. Generalmente, vitto e alloggio vanno di pari passo e chi ti offrirà un posto letto come “ricompensa”, o in segno di riconoscenza per il tuo operato, è possibile che ti offra anche qualche pasto durante la tua permanenza. Le esperienze “alla pari” possono essere lavorative, sociali e per la salvaguardia dell’ecosistema. È anche il caso del già citato Wwoofing, dove i volontari che si prendono cura di un determinato territorio (un parco, una regione) e degli animali lì presenti, sono invitati a dormire all’interno delle strutture predisposte, dove ricevono anche da mangiare. Un’esperienza alla pari è un’ottima occasione per socializzare con gli altri lavoratori che condivideranno le tue stesse mansioni: potrai interagire con persone di culture a te sconosciute oppure ritrovare un tuo connazionale o addirittura un tuo concittadino.
A Cochrane, in fondo alla Carretera Austral cilena, conobbi un giovane ciclista in viaggio da sei anni che utilizzava le esperienze “alla pari” per incrementare anche il proprio curriculum professionale. «Per me è molto stimolante imparare un nuovo lavoro ogni volta», mi disse.
Sindrome da street food
Il cibo fresco comprato nei mercati rionali ti permetterà di immergerti direttamente nella cultura del luogo e sarà un’ottima opportunità di contatto con le persone autoctone. Tuttavia, poiché esso ha poche ore di autonomia al di fuori di un frigo, tante meno ne avrà all’interno di una borsa da moto: se la temperatura esterna è di 30°C, dentro una borsa da moto si percepiranno almeno 50°C. Inutile quindi fare scorta di latticini, carne, verdura o quant’altro potrà deteriorarsi al caldo. Tutto ciò che comprerai fresco, dovrai mangiarlo al momento.
Potresti quindi fermarti al mercato poco prima di piantare la tenda e acquistare lo stretto necessario da cucinare la sera stessa. Oppure, potresti mangiare direttamente al mercato, in una delle tante bancarelle di “street food” che preparano sempre qualcosa di caldo al momento. Spenderai poco di più che cucinandolo da solo, vivrai un’esperienza in un ambiente tipico e avrai la comodità di non dover armeggiare col tuo fornello da campo né di dover lavare pentole e piatti a fine pasto. Lo street food è stata la mia scelta preferita durante tutto il mio tour nel Sud Est Asiatico e nel Centro America.
Fai attenzione, però, allo stato di conservazione del cibo e al grado di cottura. Ricordo che in Laos giunsi presso un locale la cui insegna recitava semplicemente: “cucina”. Era un luogo buio, con le luci spente, gestito da una signora di mezza età. Mi fece accomodare e mi disse che non aveva un menù fisso, ma che mi avrebbe cucinato qualcosa di quello che aveva in giacenza al momento. Così mi portò in cucina, aprì il frigo e mi mostrò cosa aveva. Notai che il frigo era spento (probabilmente non funzionava più!) e su un ripiano scorsi un pezzo di carne circondato da mosche. Per indole, sono sempre stato propenso a immergermi senza troppi indugi nelle culture incontrate. Mi dissi: «Se possono mangiare così i locali, perché non potrei mangiarlo io?» Inoltre, quello era l’unico posto che avevo visto nelle vicinanze. Così chiesi alla signora di prepararmi un piatto misto di carne, verdure e riso. Fu buono, e non mi ammalai.
Nel mio lungo viaggio, il cibo di strada è stato un modo non solo per entrare in contatto con i gusti e i sapori locali, ma anche una soluzione molto pratica, piacevole, socievole ed economica.
Per darti qualche esempio: in Laos un piatto di riso con carne, gamberetti e verdure saltate costa 50 centesimi. Allo stesso prezzo, in Thailandia puoi mangiare un piatto di riso e pollo in padella con spezzatino di verdure cucinato al momento in una delle numerose bancarelle ambulanti.
C’è chi, al contrario del sottoscritto, è molto più previdente. Conosco alcuni motoviaggiatori che, per scelta, evitano di mangiare nei posti più “a rischio” e acquistano solo prodotti confezionati, frequentando esclusivamente i supermercati o i bazar del posto. È un’opzione un po’ più costosa, ma se questo può darti sicurezza, adottala.
Ho dei consigli per chi è tra i più sensibili “di stomaco” ma non vuole rinunciare alle specialità locali.
- Mangia sempre pietanze calde, mai fredde. La cottura degli alimenti neutralizza la quasi totalità di batteri e microbi. Se non ti fidi delle cucine locali ma sei dotato di fornello da campo, potrai acquistare cibo fresco e cucinarlo da solo, verificandone di persona il grado di cottura.
- Cerca di bere sempre acqua proveniente da bottiglie sigillate oppure filtrata e sterilizzata (evita i cubetti di ghiaccio).
- Accetta l’eventualità di poter stare male. Il tuo fisico ha bisogno di tempo per abituarsi a un nuovo ambiente. Il lato positivo della medaglia è che dopo i primi malesseri il tuo corpo si rafforzerà e svilupperà le necessarie difese immunitarie, e allora potrai mangiare di tutto come fanno gli autoctoni. Solo se il tuo viaggio sarà di breve durata, allora potresti pensare di cucinare tutto in modo autonomo e di non rischiare di trascorrere quattro o cinque giorni di dissenteria (mi è capitato in Cina, Bolivia e Perù, anche quando ero in dolce compagnia: perdemmo due giorni di viaggio bloccati a Machu Picchu e al terzo giorno non fu piacevole rimontare sulla moto ancora in convalescenza).
- Se deciderai di mangiare in un locale, verificane subito il grado di pulizia. Osserva il bancone del cuoco, il tagliere, i tavoli. Ti bastano pochi elementi per comprendere se il ristoratore è attento all’igiene. Poni attenzione anche a quante persone frequentano il posto: se è ben frequentato, è indice che si mangia bene e che la cucina è “relativamente” affidabile. Non è sempre vero che il cibo venduto da un furgone ambulante sia più scadente di quello servito in un ristorante: tutto dipende dall’esercente.
Scorte alimentari
Come già detto, in viaggio le borse della tua moto si trasformeranno in un vero e proprio thermos e non saranno adatte a conservare alimenti freschi. Ci sono però alcuni alimenti che potrai portare con te e conservare come scorta per tutte quelle occasioni in cui ti troverai lontano da negozi, supermercati o ristoranti e vorrai mangiare qualcosa.
Oltre a riso, pasta, farina, sale, zucchero, spezie e olio (gli alimenti che non potranno mancarti se utilizzerai il fornello da campo), potrai portare con te, ad esempio: pane, cereali, crackers, cibo in scatola (tonno, legumi, carne), barrette energetiche, frutta secca, cacao in polvere, zuppe liofilizzate.