Dove lavarsi
L’igiene è fondamentale per prevenire ogni possibile infezione, malattia, irritazione o eczema. Per un motoviaggiatore i rischi sono moltiplicati proprio perché trascorrerà la maggior parte del suo tempo nell’abbigliamento tecnico da moto, e se le giornate saranno particolarmente calde e afose, il sudore tra la pelle e i vestiti sintetici sarà la prima causa di irritazione. Io stesso ebbi alcune esperienze di eczemi sulla pelle in Cile e di funghi sui piedi, questi ultimi a causa di un paio di stivali non traspiranti. Se prevederai di alloggiare sempre in strutture a pagamento quali ostelli o alberghi, non avrai alcuna difficoltà a goderti una doccia calda a fine giornata. Ma se sceglierai di vivere il bivacco-avventura e di accamparti lontano dai centri abitati?
La strada ti offrirà molte più possibilità di quelle che pensi. La mia esperienza lo conferma, se in otto anni di viaggio è vero che non ho mai avuto la necessità di dormire in una struttura a pagamento perché incapace di trovare un posto dove lavarmi.
Nei paesi più civilizzati, sulle strade più battute in prossimità dei centri abitati, è possibile trovare delle stazioni di servizio che comprendano docce a pagamento. Questo avviene con maggiore frequenza nei paesi in cui è viva la cultura del camper. Ho trovato i servizi migliori nelle roadhouse australiane, canadesi e statunitensi, dove le stazioni di rifornimento prevedevano grandi parcheggi con piazzole dedicate ai caravan e servizi igienici puliti e dotati di phon, prese elettriche e in alcuni casi anche di dosatori per shampoo e doccia-schiuma.
Quella appena descritta è una situazione presente in pochi paesi, ma è altrettanto vero che in quasi tutte le nazioni è possibile trovare docce a pagamento, più o meno pulite. Quando ti fermerai in una stazione di rifornimento per fare la doccia, se non vorrai lasciare troppo tempo la moto incustodita, il consiglio è quello di approfittarne per fare prima un pieno di benzina, socializzando con il gestore cui chiederai di tenere d’occhio la moto per te.
Nelle zone rurali, invece, le docce a gettone saranno rarissime se non del tutto assenti, ma si moltiplicheranno le possibilità di trovare corsi d’acqua o laghi accessibili dove immergersi e rinfrescarsi.
Nel Sud Est Asiatico laghi e fiumi sono abbondanti e limpidi, e spesso mi fermavo in prossimità di una riva per fare il bagno, poco prima di scegliere il luogo dove accamparmi per la sera. Ricordo che a Sumatra, isola dell’Indonesia, mi lavai in un grande fiume che era già notte. La luna piena risplendeva nel cielo e la pace e il silenzio del luogo mi invitarono a riflettere su quanto di bello stavo vivendo in quel momento. Nella calma più totale, cominciai a ripercorrere nella mente tutte le avventure, gli incontri e gli episodi che avevo vissuto per arrivare fin dove mi trovavo. Soppesavo la mia scelta di vita, il fatto di avere lasciato casa senza alcuna certezza né altra aspettativa se non quella di scoprire il mondo nella sua bellezza. Mentre ero assorto in tali pensieri, scorsi a 50 metri dal punto in cui mi trovavo un uomo in bicicletta. Era appena arrivato al fiume, anche lui per lavarsi. Lasciò la bici, si immerse in acqua, e a un certo punto mi vide. Mi salutò, ma quando comprese che ero straniero, si intimidì e si eclissò in un rispettoso silenzio.
Anche in Sud America mi lavai spesso nei fiumi. Ricordo il caldo asfissiante di una giornata in cui il termometro aveva raggiunto i 43°C. Così chiesi agli abitanti del posto se sapessero indicarmi un corso d’acqua accessibile, e alla fine mi suggerirono di lavarmi in prossimità di un pozzo là vicino che smistava l’acqua per l’irrigazione dei campi.
Anche le località marittime sono una buona possibilità per lavarsi. Puoi sfruttare le docce sulla spiaggia dedicate ai bagnanti o lavarti direttamente in mare, come feci in Grecia. L’unico svantaggio è che il sapone non farà sufficiente schiuma a contatto con l’acqua salata e la salsedine ti rimarrà sempre un poco addosso.
Un’altra opzione è offerta da quei locali (ristoranti, tavole calde, chioschi) che hanno i servizi igienici o semplicemente un accesso all’acqua corrente e il cui padrone vi permetterà di usufruirne. Nelle campagne cambogiane, ad esempio, mangiavo spesso lo street food e, dopo il pasto, chiedevo al gestore del posto se avesse saputo indicarmi una doccia dove lavarmi. Spesso nei paesi del Sud Est Asiatico, a causa del caldo sono presenti nel retro delle botteghe delle cisterne d’acqua presso le quali ci si può rinfrescare. Ovviamente in tutti i paesi del Sud Est Asiatico la doccia calda non è minimamente necessaria.
Anche in Russia utilizzai spesso le docce presenti in tutte quelle trattorie concepite per dare ristoro ai camionisti, che per ottimizzare i tempi spesso sfruttano la pausa del pasto per lavarsi.
L’Asia è anche ricca di saune e terme pubbliche, il cui accesso è molto economico. Durante la tua permanenza in queste strutture, parcheggia sempre la moto avendo cura di scegliere un posto affidabile. In alcuni casi, potresti addirittura optare per un parcheggio custodito a pagamento.
Infine: la soluzione d’emergenza più semplice e sempre disponibile è quella di dotarsi di una confezione di salviette umidificate, di quelle che si usano anche per l’igiene dei bebè. Strofinarle lungo tutto il corpo non sarà rigenerante quanto fare una doccia sotto l’acqua corrente, ma contribuirà a lavare lo sporco e i sudori della giornata e ti permetterà di coricarti pulito nel tuo sacco a pelo. È bene, infatti, mantenere una certa pulizia del proprio posto letto, anche per limitare i cicli di lavaggio che tanto influiscono sulle proprietà termiche dei sacchi a pelo.
Corso di primo soccorso
Nel 2010, quando mi trovai in Cile, decisi di frequentare un corso di primo soccorso. Durò un mese, con tre lezioni alla settimana, e l’ultima lezione di ogni settimana serviva come ripasso su quanto era stato spiegato nelle ore precedenti. Al termine del corso, ci fu l’esame davanti alla commissione e la consegna degli attestati. Fu un’esperienza molto formativa, che consiglierei a chiunque, viaggiatori e non, poiché può tornare utile in ogni momento. Alcuni dei suggerimenti che riporterò nei prossimi paragrafi sono tratti proprio dal corso che frequentai.
Se hai interesse ad approfondire maggiormente la materia, ti invito a scaricare il .pdf gratuito sul corso base di primo soccorso.
Piccole ferite
In caso di abrasioni, tagli, ferite da punta durante l’uso di coltelli o di attrezzi per la moto, ecco come procedere:
- lavarsi le mani con un gel disinfettante;
- lavare la ferita con sapone neutro e acqua corrente;
- ripiegare una garza e utilizzarla come tampone: inumidirla con un disinfettante (ad esempio, dell’acqua ossigenata) e strofinarla delicatamente sulla ferita asportando lo sporco e le impurità verso l’esterno della stessa;
- proteggere la ferita con una garza o un cerotto anallergico.
Non esagerare con l’uso dell’acqua ossigenata. Evitare i disinfettanti iodati e le pomate. Evitare l’utilizzo di cotone idrofilo.
Ferite più gravi
Laddove l’automedicazione non sia sufficiente a tamponare la ferita, è opportuno chiamare un’ambulanza o recarsi in un pronto soccorso. Se sai che guiderai la moto in zone remote per lungo tempo, informati anticipatamente su dove si trovano gli ospedali più importanti della regione. Porta sempre con te i numeri utili e i numeri d’emergenza dei paesi in cui viaggerai. Puoi trovare un sussidio a questo link: List of emergency telephone numbers.
Primo soccorso e gestione basica dei traumi
In caso di incidente motociclistico del tuo compagno di viaggio, ecco le linee guida da seguire:
- fare attenzione ai veicoli che sopraggiungono quando ci si avvicina alla vittima;
- non ingombrare la strada, per quanto possibile;
- valutare se sono coinvolti mezzi pesanti. Verificare un’eventuale perdita di benzina dalla moto o dagli altri veicoli che possano causare un incendio e l’autocombustione dei mezzi. Se la vittima è nelle condizioni di muoversi o essere trasportata, allontanarla dal luogo il prima possibile;
- Non somministrare nulla alla vittima, né bevande, né cibi né farmaci. Al massimo, inumidirle le labbra con un poco d’acqua;
- contrastare l’ipotermia con una coperta o una giacca;
- muovere il meno possibile la vittima finché non sia accertata l’entità dell’impatto. Evitare di muovere testa e collo della vittima;
- se bisogna parlare alla vittima, avvicinarsi al suo orecchio;
- non rimuovere il casco. Il casco va rimosso solo da personale addestrato ed è un’operazione che va svolta in coppia: una persona immobilizzerà il collo della vittima, tenendolo in asse con la schiena, e l’altra estrarrà il casco con movimenti dolci e controllati, senza muovere la testa.
Nota bene: ogni pratica non appropriata può compromettere in maniera anche grave e permanente lo stato di salute della vittima.
Segni di shock
Di fronte a persone che mostrano uno stato di incoscienza o che sono incapaci di parlare, le cause principali possono essere di natura circolatoria o neurologica.
- evitare che la lingua ostruisca le prime vie aeree superiori;
- iperestendere il capo, sempre con movimenti lenti e delicati;
- verificare l’assenza di corpi estranei in gola, come ad esempio denti che potrebbero essersi fratturati a seguito dell’impatto;
- osservare se la lingua ha chiari segni di morsicatura;
- valutare la respirazione del soggetto dal movimento del torace o da rumori respiratori. Se la persona respira: distenderla ruotandola su un lato del corpo. Se la persona non respira: mantenere il capo in iperestensione e chiamare un’ambulanza.
MANUALE DEL MOTOVIAGGIATORE
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Fratture
Le fratture si distinguono in esposte (l’osso è fuoriuscito dalla pelle ed è visibile) o chiuse, in composte (l’osso, benché rotto, è rimasto nella sua sede) e scomposte (le due parti dell’osso fratturato si sono separate tra loro).
I sintomi che possono far sospettare la presenza di una frattura (da tenere in considerazione anche per l’autodiagnosi), sono: dolore vivissimo, impotenza funzionale dell’arto interessato, gonfiore e alterazione della morfologia, scrosci avvertiti al momento dell’impatto.
In caso di frattura:
- lavarsi le mani con un gel disinfettante;
- detergere con un liquido sterile la zona esposta della frattura;
- coprire la frattura con un telo sterile;
- immobilizzare l’osso fratturato;
- valutare che l’arto soggetto a frattura sia caldo e che non ci siano turbe della sensibilità. Un arto scuro, freddo e insensibile necessita un trattamento d’urgenza.
Non utilizzare disinfettanti, polveri o pomate antibiotiche. Se la frattura renderà difficile l’estrazione di un eventuale capo di abbigliamento, valutare la possibilità di tagliarlo.
In attesa dei soccorsi, evitare qualsiasi movimento attivo o passivo della parte dolorante. Un’immobilizzazione di fortuna sarà di per sé un buon “antidolorifico” insieme a una borsa del ghiaccio da applicare sulla parte interessata. Per immobilizzare un osso, si può utilizzare una stecca di balsa imbottita, dei guanciali per le articolazioni, ampi fazzoletti come foulard, una maglietta o uno straccio, una serie di legacci che non coinvolgano la parte fratturata.
Punture di insetti
Punture di api, vespe e calabroni, in soggetti allergici, possono causare reazioni sintomatiche fino allo shock anafilattico.
La lesione locale appare come una chiazza rossa, grossa e dolente. Il dolore è più vivo nelle prime 2-3 ore, mentre il gonfiore può aumentare nelle prime 24 ore. Un punto nero al centro della puntura indica la presenza del pungiglione dell’insetto.
I soggetti allergici devono chiamare subito il pronto soccorso. Chi sa di esserlo, sarebbe bene che non viaggiasse mai sprovvisto di qualche pomata antistaminica o a base cortisonica.
Come comportarsi:
- togliere il pungiglione ed eventuali frammenti con una pinzetta;
- disinfettare la puntura con una garza imbevuta di acqua ossigenata;
- applicare il ghiaccio per almeno 20 minuti.
Non schiacciare mai l’area in cui è infisso il pungiglione. Se il dolore persiste oltre le due ore e il gonfiore tende a ingrandire, è bene recarsi al pronto soccorso.
Piccola nota: la puntura di un calabrone, nei soggetti più sensibili, può provocare vomito, diarrea, febbre e mal di testa.
Punture di ragni, serpenti, scorpioni
Delle oltre 42.000 specie di ragni esistenti sul pianeta Terra, meno di una decina é realmente pericolosa per l’uomo. Inoltre, contrariamente a quanto si possa pensare, il pericolo di incontrare ragni non è maggiore se ci si accampa all’aria aperta, proprio perché molti aracnidi prediligono l’ambiente domestico per stabilire il proprio habitat. È bene sapere che i ragni normalmente non aggrediscono l’uomo, semmai lo pungono come reazione di difesa se l’uomo invade il loro territorio.
Per limitare il rischio di puntura, evita di mettere le mani tra la vegetazione più fitta, se non puoi vedere esattamente cosa stai toccando. Inoltre, non lasciare mai il tuo abbigliamento fuori dalla tenda (soprattutto durante la notte), perché i ragni potrebbero entrarvi, trovandovi riparo. Prima di indossare un capo di abbigliamento che hai lasciato in tenda, scuotilo, in modo da fare scappare qualsiasi animale vi abbia preso rifugio. Di notte, dormi con la tenda chiusa.
Se sarai accidentalmente morso da un ragno, pulisci bene la ferita, utilizza del ghiaccio e, se dolorosa, assumi un antidolorifico. Poi recati al più vicino pronto soccorso.
Ecco le sei specie più pericolose sparse nel mondo, e qualche notizia a riguardo:
- Ragno delle banane brasiliano. Vive in Sud America. Le sue zampe possono arrivare fino a 15 centimetri di lunghezza, e il suo corpo fino a 5 centimetri. Il suo morso può essere letale dopo qualche giorno.
- Ragno di sabbia a sei occhi. Molto diffuso nell’Africa Meridionale. Il suo morso non è doloroso, ma la sua saliva contiene una tossina pericolosa per l’uomo.
- Ragno di Syndey, o dei cunicoli. Vive sulla costa sud-orientale australiana. Ha zanne lunghe fino a mezzo centimetro. Se morsi, si può morire in soli 15 minuti. Tuttavia è molto raro. Dal 1981 è stato sviluppato un antidoto al suo veleno, ma da allora non si è mai verificato alcun caso di puntura.
- La vedova nera. È il ragno più famoso dei film western americani. Vive negli Stati Uniti sud-orientali. La sua puntura è fatale per i soggetti più deboli quali bambini, anziani o persone con basse difese immunitarie.
- Ragno dal dorso rosso. Vive in Australia. Va a caccia di notte e predilige l’ambiente domestico.
- Ragna Rincòn. Vive in America Latina, soprattutto in Cile. È ugualmente diffuso tra centri urbani e aree rurali. Anche lui teme la luce e si muove di notte. È rapidissimo, si alza sulle zampe e può anche saltare.
Anche i morsi di serpenti, benché facciano molta paura, sono piuttosto rari. Valgono tutti gli accorgimenti elencati per i ragni. Se camminerai tra l’erba alta, evita di farlo scalzo ma indossa sempre delle calzature protettive. Fai rumore prima di attraversare un sentiero fitto di vegetazione o roccioso, in modo da spaventare eventuali rettili e farli allontanare dall’area.
In caso di morso cerca di non agitarti, perché l’aumento del battito cardiaco e la conseguente accelerazione di flusso sanguigno nelle vene velocizzerà la diffusione del veleno in ogni parte del corpo. Ad ogni modo, sappi che l’avvelenamento non è mai immediato e avrai tutto il tempo di raggiungere il primo ospedale. Non succhiare mai la ferita. Benda ed eventualmente immobilizza la zona interessata dal morso.
Non assumere aspirine. Se necessario, puoi ridurre il dolore con del paracetamolo o un antidolorifico generico.
Gli scorpioni sono diffusi in Africa, Nord e Sud America e Medio Oriente. Le possibilità di essere punti sono molto remote e in caso di puntura non c’è da spaventarsi. Il dolore locale, il rigonfiamento e l’intorpidimento della zona interessata dureranno circa un’ora, poi l’effetto passerà. I soggetti più deboli potrebbero avvertire anche febbre e un aumento della sudorazione. Una puntura di scorpione si riassorbe da sola e non è necessario recarsi in ospedale, a meno che non subentrino complicazioni.
Malattia d’altitudine
I primi disturbi si possono avvertire quando si superano i 2.800 metri d’altitudine e l’ossigeno diventa sensibilmente più rarefatto. I sintomi tipici sono: una sensazione di affaticamento precoce, anche dopo pochi passi; lo stordimento simile a una leggera ebrezza di alcool; mal di pancia e spossatezza; nausea ed eventualmente anche vomito.
I sintomi durano circa mezza giornata. Nei casi più complicati, il corpo può impiegare fino a due giorni per abituarsi all’altura. Alcuni soggetti non avvertono alcun sintomo. In caso di malessere ti suggerisco di bere bevande a base di caffè oppure del tè alla coca. Anche masticare foglie di coca aiuta. In Perù sono molto diffuse delle pillole chiamate Sorochi: si possono acquistare in farmacia, senza alcuna prescrizione medica.
Bere molta acqua ed espellerla regolarmente aiuterà ad abbassare la pressione.
Shock termico
Con shock termico si intende quella situazione in cui, a seguito di un’esposizione prolungata a una temperatura estrema (troppo calda o troppo fredda), il corpo subisce uno stato di ipertermia o di ipotermia.
L’ipertermia è molto comune se si viaggia per ore e ore sotto il sole, vestiti dell’abbigliamento tecnico da moto. Bisogna bere costantemente acqua per reintegrare i liquidi persi con la sudorazione.
L’ipotermia, invece, può verificarsi o per delle condizioni di guida estremamente fredde, o se si dorme in tenda e non si è sufficientemente coperti per far fronte alle basse temperature della notte. Clinicamente, l’ipotermia subentra quando la temperatura corporea scende sotto i 35°C. Si possono distinguere quattro gradi di ipotermia:
- 1° grado. Temperatura corporea tra 35° e 32°C. Sintomi: brividi, sensazioni di freddo. Non vi è alterazione dello stato di coscienza.
- 2° grado. Temperatura corporea tra i 32° e 28°. Sintomi: stato soporoso, nessun brivido.
- 3° grado. Temperatura corporea tra 28° e 24°C. Sintomi: incoscienza, parametri vitali rilevabili.
- 4° grado. Temperatura corporea inferiore a 24°C. Si può giungere all’assenza di segnali vitali e quindi alla morte.
Il trattamento di un’ipotermia dipende dalle manifestazioni cliniche.
Cosa non fare: strofinare, massaggiare il petto della persona in stato di ipotermia; somministrare alcolici; utilizzare borse d’acqua calda né tantomeno fare alla vittima docce calde.
Cosa fare: se lo stato neurologico è alterato, muovere la vittima con cautela per evitare l’afflusso di sangue freddo dagli arti verso il cuore; coprire la persona con indumenti asciutti; coprire il capo con un berretto; portare la vittima in un rifugio riparato; dividere il calore del proprio corpo con il corpo della vittima; somministrare a piccole dosi cibo e bevande calde non alcoliche.
Ustioni
Il contatto con il finale di scarico della moto, un tizzone ardente dal fuoco del tuo bivacco o una qualsiasi fonte di calore sulla pelle possono causare ustioni più o meno gravi.
Come comportarsi:
- lavare la zona ustionata sotto l’acqua corrente per almeno 15-20 minuti. Se la ferita da ustione è infetta di catrame o bitume, lavarla senza rimuovere lo sporco;
- rimuovere gli indumenti sopra la parte ustionata;
- coprire la ferita con garze sterili (meglio se grasse) o, in alternativa, con della biancheria di bucato;
- non applicare sulla ferita sostanze oleose, burro o dentifricio;
- non rompere eventuali flitteni (le bolle d’acqua che si possono formare in seguito alle alte temperatura cui viene sottoposta la pelle);
- verificare la copertura antitetanica del soggetto ustionato.
Vaccini
I vaccini possono proteggere da una serie di malattie endemiche infettive, tuttavia non renderanno il soggetto totalmente immune alla malattia. È quindi sempre bene, oltre alla vaccinazione, mantenere un comportamento che tenga conto delle più basilari norme igieniche e che eviti il contatto con l’agente patogeno.
Sono pochi i paesi che rendono obbligatoria la somministrazione di vaccini a coloro che si recheranno entro il loro territorio. Nella maggior parte dei casi, la vaccinazione sarà a discrezione del motoviaggiatore.
Le zone più a rischio di malattie endemiche sono l’Africa subsahariana, parte del Sud Est Asiatico e del Sud America, dove permangono malattie come la malaria, la dengue, la febbre gialla e il tifo.
Tuttavia, queste patologie sono piuttosto rare e sarebbe un peccato se la paranoia di contrarne qualcuna scoraggiasse il desiderio di intraprendere un viaggio in questi luoghi.
Nel caso in cui tu scegliessi di vaccinarti, sarebbe opportuno che lo facessi almeno sei settimane prima della partenza. Questo perché alcuni vaccini vanno somministrati in più dosi, a distanza di giorni (o addirittura settimane) l’una dall’altra. Inoltre, alcuni degli effetti collaterali dei vaccini come spossatezza, diarrea e febbre possono verificarsi a distanza di giorni. Ragione per cui è bene permettere al corpo di recuperare appieno le energie prima di mettersi in viaggio. Parla con il tuo medico di fiducia elencandogli i luoghi in cui ti recherai e fatti spiegare quali sono i rischi reali e se ti occorra o meno intraprendere una profilassi adeguata. Su www.viaggiaresicuri.it e su https://www.partireper.it/pianificazione/vaccinazioni-necessario-per-il-motoviaggiatore/ troverai comunque l’elenco dei vaccini obbligatori o consigliati, paese per paese.
Vediamo ora alcune delle malattie più comuni.
- Malaria. È una malattia causata da un parassita chiamato plasmodio e si contrae attraverso la puntura di zanzare infette. Si presenta con febbre alta, mal di testa, dolori muscolari, brividi, nausea e diarrea. Compaiono dopo 10-15 giorni la puntura dell’insetto e se non trattata rapidamente può essere mortale. L’utilizzo di indumenti che coprano il corpo e di repellenti è sempre consigliato. La profilassi di Malarone o Lariam va fatta prima di partire e continuata anche al ritorno dal viaggio, anche se si è privi di sintomi. Non esiste un vaccino.
- Dengue. È causata da 4 virus simili e si trasmette tramite punture di zanzare infette. La febbre si sviluppa dopo 5-6 giorni dalla puntura accompagnata da forti mal di testa, dolori attorno agli occhi, dolori muscolari, nausea e vomito. Valgono le stesse precauzioni contro la malaria e si consiglia riposo assoluto, uso di farmaci antipiretici e bere molto. Non esiste un vaccino.
- Febbre tifoide. È causata dal batterio della salmonella e se non trattata ha un tasso di mortalità del 10%. Si trasmette per via diretta con le feci infette o indirettamente per via orale, ingerendo cibi o bevande contaminati. È presente in situazioni di scarse condizioni igieniche. Le mosche sono uno dei vettori così come i corsi d’acqua. I sintomi sono febbre alta, diarrea, vomito e dolori addominali. Esistono 2 tipi di vaccino.
- Febbre gialla. Si trasmette attraverso punture di zanzare sia in ambienti urbani che rurali. L’incubazione è di 3-6 giorni e nel 60% dei casi è asintomatica. Diversamente si ha febbre, forti dolori generali, emorragie e ittero. In fase tossica non trattata è letale nel 50% dei casi. Esiste un vaccino in unica dose che dura 10 anni che in zone endemiche è altamente consigliato e spesso obbligatorio.
- Epatite. Le cause dell’epatite A sono di origine igienica attraverso l’ingestione di cibi contaminati dal virus: pesce crudo, strumenti sanitari infetti e rapporti sessuali non protetti. Il vaccino è sempre consigliato per i viaggiatori e consiste in 2 dosi, la prima a 6 mesi dalla seconda. Ha una durata di 10 anni. L’epatite B si contrae attraverso il sangue, lo sperma e le secrezioni vaginali. Il vaccino é in 3 dosi: le prime due a distanza di un mese e la terza dopo sei mesi.
- Encefalite giapponese. Si trasmette con la puntura di zanzare e l’incubazione varia da 5 a 15 giorni. È fatale nel 30% dei casi. Il vaccino prevede tre iniezioni: la seconda dopo una settimana e la terza a ventotto giorni. Dura circa 3 anni.
- Meningite. Si tratta di un’infiammazione di origine infettiva delle meningi, le membrane protettive che ricoprono l’encefalo e il midollo spinale. La regione con la più alta percentuale di contagio è la fascia dell’Africa Centrale che va dal Senegal all’Etiopia. I sintomi sono rigidità nucale, febbre alta, mal di testa, nausea e convulsioni. La cura consiste in un trattamento farmacologico a base di antibiotici. Il vaccino è in dose unica e dura 3 anni.
- Rabbia. È trasmessa dal morso di cani infetti. È molto rara, ma fatale nella totalità dei casi. Il vaccino prevede tre dosi a 0, 7 e 28 giorni.
- Tetano. Si trasmette attraverso un batterio presente nelle feci di cavalli, mucche e ovini e può sopravvivere a lungo sotto forma di spore. Attraverso il morso di un animale o una ferita profonda, soprattutto se contaminata con terriccio, le spore possono infettare l’uomo. La profilassi prevede una singola iniezione, consigliata prima di partire.
Diarrea
La diarrea è la risposta del nostro apparato digerente per eliminare microbi o batteri ingeriti attraverso il cibo o l’acqua contaminata. Bisogna bere molto per contrastare la disidratazione del fisico e mangiare cibi solidi. Evitare il consumo di bibite gassate rinfrescate con cubetti di ghiaccio di cui non si conosce la provenienza e, in caso di paesi a rischio, lavarsi i denti con l’acqua in bottiglia. Proteggere il cibo da eventuali insetti e consumare solo cibi caldi.
Assicurazione medica
Alla mia partenza non stipulai alcuna assicurazione medica. E fui privo di polizza fino al 2009, anno in cui mio padre, come regalo di compleanno, decise di regalarmene una. Fu provvidenziale, perché qualche mese più tardi ebbi l’incidente in moto.
La maggior parte delle assicurazioni mediche e stradali si rifanno a Europ Assistance, che è specializzata in questo tipo di coperture e vende i propri servizi alle altre compagnie assicurative. Una volta stipulata la polizza, al cliente verrà consegnata una tessera formato carta di credito, che riporterà i dati dell’assicurato, il numero e il nome della polizza e il numero verde internazionale attivo 24 ore su 24, chiamando il quale si possono avere consigli medici in tempo reale.
Ogni compagnia propone pacchetti diversi. Il motoviaggiatore che vorrà stipulare una polizza dovrà specificare che la copertura assicurativa sarà per un viaggio in moto e dovrà anche comunicare se guiderà un mezzo suo o a noleggio. La formula “Easycard” di Europ Assistance prevede la copertura di danni anche al mezzo. I pacchetti hanno un prezzo annuo tra i 600 e gli 800 euro.
Se deciderai di assicurarti, il mio consiglio è di farlo già prima della partenza, affidandoti a una compagnia presente sul territorio nazionale, in modo da comprendere con chiarezza i termini del contratto e le procedure specifiche che dovrai intraprendere per richiedere l’assistenza medica e stradale in caso di malattia o incidente.
Verifica che la tua compagnia assicurativa sia valida anche per i paesi a rischio quali Cuba, Afghanistan, Liberia e Sudan e ricorda che in alcuni paesi, tra cui gli Stati Uniti, il massimale necessario è di almeno 1 milione e mezzo di dollari.
Adesivo del gruppo sanguigno
Un piccolo ma utile accorgimento che ti consiglio di tenere in considerazione è quello di creare un adesivo che riporti il tuo gruppo sanguigno e il numero di telefono di una persona a te cara da contattare in caso di emergenza, se subirai un incidente. Potrai attaccare l’adesivo sul tuo casco o sulle carene della moto. Se, in caso di collisione, sarai impossibilitato a comunicare con i tuoi soccorritori, potrai comunque facilitare il loro lavoro, e farli intervenire puntualmente, specie se avrai bisogno di emotrasfusioni.