IO E LA MOTO
La passione per le moto, dicono, ce l’hai nel sangue. Io l’ho ereditata da mio padre, quando all’età di sei anni scoprivo le colline Toscane in sella alla sua Dominator. A occhi chiusi, stretto alla sua giacca, la mia testa oscillava a destra e a sinistra, lungo i tornanti. Ricordo i rumori del traffico, degli animali di campagna e il rombo del motore farsi acuto e grave a ogni curva. Ed è così che ho imparato ad amare le moto, non per quello che realmente sono, ma per ciò che sono in grado di suscitare in me.
Ci sono almeno un paio di ricordi che mi legano alla moto e che riaffiorano nella mia mente, adesso che osservo la mia Transalp parcheggiata dentro il magazzino dove lavoro.
La prima è un ricordo d’estate: sono nel cortile della casa di mia nonna, a Tafoni. Lei vive in un piccolo borgo di montagna dove le casette sono raggruppate molto vicine tra loro e hanno una piccola aia in comune. Così piccola che non ci si parcheggiava nemmeno la macchina. Di fronte alla casa di mia nonna abitava un adolescente che teneva parcheggiata davanti all’uscio di casa un Malaguti Fifty Top, rosso fiammante. Io li osservavo entrambi, la moto e il suo centauro, prima dalla finestra poi dal cortile, mentre il ragazzo accendeva il motore e riempiva l’aia di un rombo assordante. Non ci capivo ancora nulla di motori, ma quella scena quasi mi ipnotizzava. Osservavo il ragazzo mentre si chinava per controllare qualcosa al motore, poi saltava in sella e spariva lasciandosi dietro una nube di fumo bianca e odore di olio di ricino.
La seconda immagine è di un tramonto estivo, ammirato dal balcone, al sesto piano dell’appartamento di mia madre. È verso quell’ora che spesso sentivo arrivare la moto del ragazzo che abitava nel palazzo di fronte. Quando la moto si avvicinava, il rumore rimbalzava tra un palazzo e l’altro. Era una Bmw R80GS. Montava sempre due borse laterali, che già facevano immaginare ritornasse da un viaggio. Il ragazzo aveva una folta coda rasta legata con un elastico e che spuntava da sotto il casco. Con quella moto e quell’acconciatura mi dava l’impressione di un tipo ribelle, fuori dalle regole, amante della libertà. Mi domandavo cosa di provasse a vivere così. Il mio apprezzamento per lui cresceva ancora di più quelle volte in cui arrivava con una ragazza sempre diversa seduta sulla sella del passeggero. Nel mio ricordo, lei veste un pantaloncino di jeans corto attillato che nulla lascia all’immaginazione.
Il rasta ribelle. La moto vintage. La tipa dietro. C’erano tutti gli elementi di una vita piena: l’avventura, la libertà, la trasgressione. Ogni volta che lo sentivo arrivare, mi affacciavo dalla mia finestra di casa, lo osservavo e cominciavo a sognare di vivere la stessa vita.
estratto del mio libro “Partire per Viaggiare, non per arrivare“.
HONDA AFRICA TWIN CRF1100L del 2020
Per tornare a viaggiare con questa nuovo moto, sia su asfalto che sterrato, la equipaggio con barre di protezione basse e medie e paracoppa/paramotore Outback Motortek, cerchi bartubless (avanzati dalla 1000 e che uso solo su asfalto e sterrati semplici) oltre ad altri accessori che rivendo nel mio store: specchietti indistruttibili Doubletake Mirrors e paramani Barkbusters. Con lei guiderò i Moto Giri e Bivacco e i tour a Capo Nord.
HONDA AFRICA TWIN ADVENTURE SPORTS CRF1000L2 del 2018
Per proteggerla da ogni endurata e caduta durante la caccia della traccia, la equipaggio con barre di protezione basse, medie e alte, paracoppa/paramotore, telai portaborse x-frame, cavalletto centrale, piastra portaborse e cassetta porta attrezzi a tenuta stagna, tutto firmato Outback Motortek.
Ad oggi questa è la miglior moto da motoviaggio ch’io abbia mai avuto, ma sono aperto a provare sempre cose nuove, in base a quello che riserva il futuro.
HONDA AFRICA TWIN CRF1000L del 2016
estratto del mio libro “Guadi d’Islanda in moto“.
HONDA TRANSALP XL600V del 1987 (special 2)
[…]
Scelsi di darle fiducia per l’ennesima volta, ma prima avrei dovuto effettuare dei lavori di ripristino per rimetterla in sesto. Spesi buona parte dei miei risparmi, fiducioso che questo ulteriore restyling avrebbe esteso la sua vita per altre decine di migliaia di chilometri. La spogliai del telaio per farlo sabbiare e riverniciare.
Poi la ricomposi, con ricambi dell’Africa Twin RD03 e RD04: forcelle anteriori più performanti, forcellone posteriore più leggero e resistente, passo ruota più largo, serbatoio più capiente, due freni a disco anteriori e uno posteriore per una frenata più sicura. Inoltre, feci realizzare una carena in vetroresina realizzata ad hoc per facilitarne lo smontaggio per le operazioni di manutenzione. Montai un faro a led anteriore per la guida notturna, un termometro e un voltometro per i controlli dei valori. Convertii i cerchi a tubeless e scelsi un modello che mi avrebbe permesso di ampliare la larghezza del battistrada, montare un 150 sul posteriore e rendere le forature più facili da riparare.”
estratto del mio libro “Vie della Seta in moto“.
BMW R1200GS LC del 2013
BMW R1200GS AC del 2010
HONDA TRANSALP XL600V del 1987 (special 1)
Rientro a Santiago in cerca di un luogo in cui stabilizzarmi, trovare un lavoro che copra i mesi di vita in Cile, mentre la moto è in riparazione. Valuto la situazione e decido di spedire la Transalp a Milano e affidarmi alle cure di Maxxx, che mi promette un restauro ad opera d’arte e un preventivo adeguato alle mie possibilità.
– Ho una buona e una cattiva notizia – mi dice Maxxx al telefono mentre osserva la mia moto smontata in mille pezzi nella sua officina – quale vuoi sapere prima?
– La buona!
– Il telaio della moto, nonostante l’incidente, è ancora perfetto
– E la cattiva?
– Tutti i pezzi che ho tirato già dal telaio sono da buttare, tranne due. Il clacson e il serbatoio!
Decidiamo di rimontare i pezzi su un telaio radiato, per mostrare la moto al pubblico nelle stesse condizioni in cui era dopo l’incidente. E sul telaio originale assembliamo una lunga lista di ricambi nuovi e usati (in gran parte donati dai miei followers) andando a potenziare la moto dove possibile: serbatoio, freni, forcelle, paracoppa, sella, manubrio, carene, scarico, motore. Ne esce fuori una special pensata per il motoviaggio avventura.
A Settembre la mia Transalp rientra a Santiago e per celebrare organizzo il mio primo Tour Patagonia con i primi 15 followers che mi avrebbero raggiunto a Capodanno. Il tour, essendo il primo e avendo un significato simbolico, è senza scopo di lucro e porta il gruppo a scoprire in 21 giorni oltre 9.500 km del Sud America”
estratto del mio libro “Patagonia e Ande in moto“.
HONDA TRANSALP XL600V del 1987 originale da viaggio
” – La moto originale va già benissimo per fare il viaggio che hai in mente – mi tranquillizza – ma se vogliamo proprio scongiurare ogni inconveniente, farei delle piccole modiche, se sei d’accordo.
– Per me va più che bene, Max!
Massimo monta un voltmetro per tenere sotto controllo il comportamento del regolatore di tensione (punto debole della Transalp del 1987) e mi suggerisce di girare di 90° le centraline sotto sella perché nella posizione di fabbrica il peso del pilota tende a spingere sul connettore e romperlo. Un consiglio che dimenticherò appena uscito dalla sua officina e che mi ritornerà in mente l’anno dopo, quando rimarrò a piedi di notte in una strada di campagna malesiana.
Massimo mi spiega anche i punti deboli della moto e come potrei risolverli in caso di necessità. Si fa carico del costo dei ricambi e non chiede un centesimo per le ore spese ad insegnarmi”
estratto del mio libro “Partire per Viaggiare, non per arrivare“.
HONDA TRANSALP XL600V del 1987 originale appena comprata
– Preferisco venderla che farla invecchiare in garage – mi dice.
Decido di raggiungerlo in treno e vederla coi miei occhi. Mio padre mi accompagna alla stazione ferroviaria di Firenze; il proprietario della Transalp mi viene a prendere a quella di Vercelli. La moto è datata, ma tenuta maniacalmente.
Ho in mano una lista di dettagli della moto da verificare che ho scaricato dal sito tecnica.transalp.it. Sono ancora inesperto di meccanica, perciò cerco di essere attento come posso, in modo da evitare di spendere soldi per una moto che mi darà problemi in seguito. Stando a quanto scritto nella guida all’acquisto dell’usato che ho scaricato, tutti i dettagli da tenere sotto controllo sono in ottime condizioni, salvo il consumo eccessivo d’olio per il quale c’è ben poco da fare su questo modello.
Non ho ancora ben chiaro cosa comporti il consumo di un chilo di olio motore ogni 1.000 km, per il tipo di distanze che percorrerò con la Transalp.
– Se me la vendi per 800 euro, torno a prenderla questo fine settimana.
– Mille sarebbe il suo prezzo. Vienimi incontro, dai.
– Ti sono già venuto incontro. Sono salito fino a Vercelli in treno. E ci risalgo per prendere la moto.
– E va bene. Affare fatto.
E così, il 13 marzo 2004, ci accordiamo su 800 euro volture comprese per questa Honda Transalp XL600V del 1987 con 36.000 km!”
estratto del mio libro “Partire per Viaggiare, non per arrivare“.
APRILIA RX 125 del 1992
– Questa la tiri su in terza, eh! – aveva esordito il proprietario per convincermi a comprarla. Ma io, che non sono uno smanettone, ero già abbastanza contento che la moto riuscisse a portarmi a scuola.
Purtroppo, anche l’RX non ebbe una vita facile. La moto aveva il miscelatore ed io mi ero dimenticato di fare un rabbocco di olio nel serbatoio dedicato. Un giorno, mentre tornavo da scuola, il motore grippò e dopo una lunga sgommata con fumata bianca, la moto si arrestò all’improvviso. L’accaduto, oltre che a lasciarmi nuovamente senza moto, mi motivò a ottenere la patente per la macchina e incentivò mia madre a prestarmela, per evitare di mettermi nuovamente nei guai alla guida di una moto”
estratto del mio libro “Partire per Viaggiare, non per arrivare“.
APRILIA RS 50 REPLICA TETSUYA HARADA del 1998
estratto del mio libro “Partire per Viaggiare, non per arrivare“.
MALAGUTI RCW 50
estratto del mio libro “Partire per Viaggiare, non per arrivare“.
GARELLI SPORT JUNIONR 48 del 1977
Quante volte avevo sognato che il motore prendesse vita per portarmi lontano! Ma avrei dovuto aspettare diversi anni, prima che mio padre decidesse di regalarmi un Malaguti RCW 50cc usata.”