NOTA: questo articolo è stato riesumato da un archivio web nel Luglio 2015 e postato rispettando la data originale in cui è stato scritto la prima volta. Testo trascritto senza alcuna correzione
Non so nemmeno io come ho fatto a metterci cosi’ tanto.
Arrivo a Fushiki terrorizzato dai metri di neve che, snza interruzione, cadono a fiocchi mastodontici.
Meto le mani sulla moto solo il giorno dopo, ho treore.
I ragazzi che ho conosciuto nel lontano settembre, spaesato e disperato, mi ricordano con un sorriso e si offroo di aprire per me la loro officiana e farmi fare quello che voglio.
Ma devo essre LUCIDO, e cosi’ con calma e con lenozioni fornitemi…
Smonto e pulisco il serbatoio.
Scolo e cambio olio motore
Cambio filtro olio
Tento di svuotare i cilindri da eventuali infiltrazioni di benzina
Carico la batteria
Sostituisco le candele vecchie emetto le nuove
Monto il nuovo diaframma al rubinetto benzina
Monto le valvle di strozzamento aria sui due carburatori
Monto il serbatoio con il suo rubinetto.
Cambio filtro aria e pulisco l’indotto dell’aria.
Metto in moto.
Alla terza riparte.
Regolo la carburazione.
Il voltmetro segna il coltagio giusto.
Il motre e’ caldo e provo a sgassare.
Fumo incolore.
Ricucio le carene con trapano e filo i ferro
Mono la piastra posteriore sul porta pacchi inventando uno spssore di legno sagomato
Tendo dei doppi fili d’acciaio sulle staffe laterali che bloccare devono reggere solo il peso delle borse laterali.
Distribuisco i pesi a dovere.
Elimino le cose inutili e prepao un pacco di roba accumulata in Russia ad spedire a casa.
Fisso alla meglio il cpolino frontale con le fascette rimaste.
Scarto le carene, le pulisco, le sgrasso, le rivernicio.
Contatto gli sponsor ufficiali affinche’ mi facciano avere i nuovi adesivi.
Gonfio le gomme mantenendomi sotto ai valori standard di atmosfere per avere piu’ attrito sulla neve e sul ghiaccio.
Fisso con un collante al silicone il serbatoio dello Scottoiler che si era rotto in Russia.
Faccio il pieno di benzina Giapponese e riparto.
Neve, vento, ghiaccio, neve, pioggia. Montagne, cieo plumbeo, mare morto, neve, mani gelide, piedi umidi, tensione, timore di un gusto.
Lento e solenne, arrivo ad Ishibashi, entusiasta.
Gasato.
E per festeggiare. Trovo un chiodo nel parcheggio della Green House e, appena fermo ed arrivato, sento la mia esuberanza che si sgonfia con il ssssssssssssss della uota poseriore che si e’ appena bucata.
Domani la sonto e la porto a acmbiare.
Per essere una camera d’aria vecchia, bucatasi in Georgia, credo che aver retto ad un mese di Russia off road, e 4 di parcheggio forzato al caldo, freddo caldo freddo, e poi avermi fatto fare 300 no stop, sia un bel record.
Se soloKarol Kinsky lo sapesseeeeeeeeeeeeeeee.
Si riparte.
Ma a anno nuovo.