Italia: Ricordi di….. Vercelli
NOTA: questo articolo è stato riesumato da un archivio web nel Luglio 2015 e postato rispettando la data originale in cui è stato scritto la prima volta. Testo trascritto senza alcuna correzione
Sul monitor del mio cmputer ci sono foto di moto usate e una pagina Word con una tabella comparativa che ho preparato.
Vi si leggono dettagli sulla moto, sull’anno di fabbricazione, chilometri percorsi, prezzo, accessori, difetti e parti da sostituire, stato delle gomme, dei freni, del motore, delle carene, eventuali tagliendi e revisioni fatte e da fare dopo l’acquisto ed il luogo di origine.
Spendo quel monitor prima di uscire di casa.
Il treno per Vercelli parte molto presto e mi porterà a destinazione in almeno ore.
Devo sbrigarmi.
Mi appisolo nello scomparto. Nessuno che mi chiede il biglietto che però come sempre ho comprato. Il treno mi sta sipatico. E’ un mezzo di trasporto che ha il suo onore e la sua importanza e merita il mio rispetto.
Mi incontro con Andrea alla stazione che con la sua faccia buona gentile mi porta allo stesso garage in cui mi aveva scoprtato la settimana prima per mostrarmi la moto che ha messo in vendita.
Io ho 20 anni, lui ne ha 28.
Io voglio una moto, lui vende la sua.
Mettere su casa e famiglia credo porti a certi compromessi da cui difficilmente si sfugge.
Nella mia mano ho ancora la lista per l’aquisto all’usato di una TA, trovata per caso su un sito molto interessante chiamato www.transalp.it .
Faccio di nuovo i controllo li descritti e alla fine la seconda e definitiva prova su strada. In realtà non so niente di quello che sto facendo. Sto solo facendo quello che desidero.
Acquistara la mia moto.
Andrea conferma il prezzo che abbiamo concordato per telefono dopo la mia prima visita al suo oggetto.
800 euro con bollo per l’anno venturo e tanti saluti.
Mi chiede di venirgli incontro perché la sua inserzione non trattava al di sotto degli 850.
“Ti sono già venuto incontro, con la mia macchina da Firenze a Vercelli”
Sorride e non replica, quindi accetta senza lamentele.
Ho 800 euro in tasca e pochi di più per la benzina ed eventuale pasto durante la sosta.
Lui adesso sa che ho 20 anni e che sto facendo una cosa rischiosa. Guidare fino a casa senza la patente, l’assicurazione, e l’età adatta in autostrada per olte 400 km di notte e con la pioggia su una moto che non si é mai guidato prima é una cosa che preoccupa lui e galvanizza me.
Si offre perfino di far portare da uno dei mille amici camionisti che ha, la mia moto fino a Firenze, e senza aggiungere alcun prezzo.
Lui é quella che io chiamo una brava persona.
Rifiuto in tono di allegra sfida. Indosso il mio improbabile equipaggiamento e parto.
Arrivero’ a casa a notte fonda, dopo le mezzanotte. La cautela non é mai troppa rispetto al mal tempo. E quante facce alibite che mi guardano dai finestrini mentre fradicio e gelato guido sotto questa pioggia di Marzo a notte fonda con un casco jet stile anni 80 e una tuta cerata della yamaha color astronauta trovata dal cenciaiolo a 10 euro la sera prima.
Arrivo a Prato contento e sereno. Come se la polizia non esistesse o come se arrivato fin lì mi fosse risparmiata qualunque pena per il merito della mia impresa.
Guido fino alla casa dell’amico che mi ha insegnato ad osare.
Lui lo fa senza limiti e senza timore. Non avrei mai saputo che lo avrebbe fatto anche a mio discapito poco tempo dopo.
Si complimenta per la moto e per l’impresa.
Mi faccio accompagnare alla stazione di Prato dova l’auto di mio padre é parcheggiata da questa mattina.
Poi a casa ritorno alla moto con l’amico e guido la mia nuova donzella del 1987 dalla mia ex ragazza che, rimproverata dal padre per l’orario, si concede un rapido giro per il paesello dove abita.
E quanti viaggetti, quanti fine settimana a giro per Livorno, Vada, Pontassieve ed Empoli su quella moto, in compagnia sempre di qualcuno, a rischiare di farsi fermare per una banale controllo e rimetterci moto, patente, soldi, ed entusiasmo.
Ad Empoli perfino la bravata mi ero concesso. Con tutta naturalezza aveva accostato al posto di blocco della municipale per chiedere informazioni riguardo alla direzione da seguire.
Il vigile mi guarda negli occhi e si volta per indicarmi la via. Un grazie formale e via a casa.