Corea del Sud: Global free loaders con Elizabeth
NOTA: questo articolo è stato riesumato da un archivio web nel Luglio 2015 e postato rispettando la data originale in cui è stato scritto la prima volta. Testo trascritto senza alcuna correzione
Sono sulla moto da una intera giornata con le dita delle mani congelate e i piedi privi di sensibilità, ma noto che sono soprattuto le mani a rendere la guida impaziente e agonizzante.
Arrivo a Seoul a tarda notte.
Mi fermo di fianco al marciapiede di una grande strada principale. Non vedo indicazion di Seoul da una decina di chilometri e comincio a preoccpuarmi d’aver passato la svolta scruciale che mi avrebbe portato diretto alla mia meta.
Non ci sono persone in grado di aiutarmi in inglese. Ho fame, devo urinare, ho freddo e fretta di arrivare.
Elizabeth aspetta una mia telefonata. Lei é americana e insegna inglese. Membra di globalfreeloaders.com mi ha offerto di stare da lei per alcuni giorni fino all’ottenimento del visto.
Entro disperato in una farmacia dove una ragazza mi guarda seria e aspetta la mia domanda.
“Do you speak english?”
“Yes, sure…” lo parla meglio di me.
Le chiedo aiuto per raggiungere la stazione di Nowon in Seoul. MI dice che mi trovo attualmente e mi spiega con uno schemettino (che mi fa ecciatare) che mi trovo nella parte sud est della città, la quale ho divisa orizzontalmente da un lungo fiume e che la zona che voglio raggiungere é esattamente dalla parte opposta.
Lei abita li vicino e si offre di farmi da guida. La seguirò con la moto, ma prima devo darmi un appuntamento con ELizabeth per trovarmi davanti all’uscita numero 6 della Stazione di Nowon.
La farmacista mi prega di usare il suo telefono perchè sta chiudendo e perché é lieta di aiutare uno straniero.
Seguo la sua Hyndai Santa Fe ammaccata sul lungo ponte che attraversa il lago da lei menzionato e poi in autostrada dove all’improvviso la moto comincia a singhiozzare.
E’la centralina. Rallento e la recupero varie volte. Poi devo fermarmi, ma lei é costretta a continuare perché l’enorme traffico le impedisce di accosare ed aspettarmi.
La perdo ma nel rincorrerla in moto una volta che quasta sembra essere ripartita, trovo la stazione di Nuwon da solo e giungo puntuale all’appuntamento.
Elizabeth é di colore. L’abbraccio subito e rido con lei per questo singolare incontro.
Mi lascai posare la borsa serbatoio e il casco. Mi offre una cena sotto casa e si presenta pasteggiando del riso bianco e una zuppa.
Sembra agitata. Come se pesasse le parole. Avviluppata nel suo piumino beige, avevo notato i suoi occhi giganti, ma non quell’espressioni ansiosa con cui adesso mi fissa e cerca parole.
Mi fissa e mi dice che per lei é come un sogno che io mi trovi davanti a lei. Dopo aver spulciato il mio sito a destra e a sinistra, é emozionata nel realizzare che sarò suo ospite per qualche giorno.
Ringrazie e penso “ehi, quanta fretta, sono solo uno che si fa i giri, mica una sta holliwoodiana”.
Le chiedo quali rapporti le sono piaciuti di più e quali meno. Mi guarda dubbiosa e mi dice mimando con le mani due coppe all’altezza del petto.
“Ricordo di aver visto un culo fantstico…”
Ehi fermi tutti. Questa ci sta provando di brutto. Allento la confidenza e incalzo sul fatto che non ha visto i rapporti. Appena in casa mi fiondo in bagno per una doccia e apena fuori preparo il letto sul pavimento e mi ci infilo.
Lei propone domande per tenermi sveglio e coinvolgermi. Io sono laconico, stanco e anche in una posizione in cui mi sento quasi in dovere di mostrarmi interessato alle sue domande.
Riesco a triblare ogni amo senza farmi agganciare.
Un po’ per lo stato d’animo e per una sorta di disinteresse verso questo tipo di donna, mi auguro che i giorni a seguire siano migliori.
Durante il giorno lei insegna ai bambini ed io mi chiudo al PC pan a scrivere alla ML o a cercare informazioni sul visto cinese.
Nel tardo pomeriggio faccio ritorno a casa. Lei mi aspetta sul letto, con delle foto in mano. Vuole mostrarmele ma io propongo di uscire di casa. Senza mettere piede oltre la posta d’ingressso propongo con una forzata solarità una nuova cena in qualche baracchina trovata per strada.
Offro io.
Il dopo cena lo passiona a parlare. Forzo in tutti i modi l’enfasi su argomenti che la animino a parlare.
La politica e la discrimanazione raziale sembrano interessarle molto. Mi rendo conto che nel 2006 ci sono ancora fatti che fanno penare e che mi disgustano di cui lei per altro, anche nel suo stesso paese, é ancora vittima.
Ma é una donna propositiva, autoironia, sincera. La sorella e lei sono memebre di AMnesty international. Una mente ed un cuore dedite a nobili cause.
Pausa. Non so più cosa dire. Lei racconta di se, di alcune vicende divertenti. Mi fa ridere. Anche se il suo americano é molto colloquiale e faccio fatica a prendere tutte le espressioni che mi rifila, lo sento che é molto ironica e divertente.
Mette su un cd.
Sulla copertina appare una donna coreana chiamata Notorious CHO.
Appena il cd parte non mi sfuggono le miriadi di parole scandite in attinenza al sesso.
Una sorta di Beppe Grillo che in america intrattiene il suo pubblico con storielle volgari di grande effetto.
Mentre starnazzo al suolo piegato, non mi sfugge l’ennesimo riferimento che Elizabeth mi da della sua passione per la pornografia.
Non so se vuole comunicarmi qualcosa o se vuole farmi semplicemente farti sentire a mio agio.
Vorrei non allargarmi troppo, ma questa Notorious CHO dice delle cose più divertenti di quelle che ho sentito dire in vita mia da un uomo, solo che é una donna e pure Coreana.
Elizabeth prende la palla al balzo e mi asseconda (o sono io che asseondo lei, bo?).
I riferimenti al sesso e al porno diventano infiniti.
A volte mentre mi spiega aneddoti della sua storia personale, addirittura mima.
Non mi sento a disagio, mi sento vittima di una complicità che non le voglio dare. Di una partecipazione ad un gioco a cui non voglio giocare, almeno con lei.
La cosa diventa tragica quando, l’ultima sera mi propone di vedere qualche filmato divertente al suo computer.
Troviamo un sito dove appaiono 8 video misti per volta. Lei sceglie sempre quelli con qualche donna nuda o scena esplicita.
NOn so cosa fare. Dal momento che gradire l’ironia della cosa non posso per evitare di darle false speranze, mi metto a filosofeggiare sulle scene, trovando in ognuna di loro aspetti relativi al senso della vita.
DIfficile da fare se hai come spunto fimini porno.
L’ultima notte si avvicina.
Lei mi chiede perché voglio andare via solo dopo tre giorni, anche se avevo detto 5.
Le dico che casomai sarei ritornato la settimana dopo.
La mattina dell’ultimo giorno mi prepara la colazione, mi parla del suo ragazzo indiano, mi mostra la foto, mi dice che si vedono solo una volta a settimana e che spesso lei é sola.
Mi ripete che é stato un piacere avermi come ospite, che nei giorni settimanali, se voglio posso tornare a dormire da lei. Che sono stato il suo primo ed unico ospite e che ammira tanto quello che sto facendo.
Scendiamo di casa. La abbraccio.
E’ solo un po’ sola. Credo cercasse compagnia.
La ringrazio e le auguro di stare bene…..
Una bottarella gliela potevi dare. 😀
Ma nemmeno……. 🙂