18 Novembre 2006
Il bar é ancora affollato. Gioco a pool con Shela che sembra divertirsi e la mia maschera seria ed elefante si mantiene senza problemi. Ida mi manda dei vaghi segnali di interesse partecipando al gioco.
Da uomo la guarda coma una scopata che non vorrei perdermi. Da nima in cerca di conforto emozionale, contestualizzo questa avvenente indonesiana e mi riconosco meno interessato di quanto sembrassi.
Nancy mi é distante ed ogni volta che si avvicina mi rendo freddo e scostante.
Quando é ubriaca mi chiede di passare la notte da lei, ma rifiuto. La porto a casa, in collo e la spoglio sul suo letto e me ne vado.
Con Shela ne parliamo dino alle 5 poi mi addormento distrutto. Al mio risveglio trovo disponibilità a casa di Renita che offre la sua casa a me ed a due ragazze giapponesi. Ci credo e parto in quinta. Mentre aspetto che Renita mi scriva dove vive, visito nancy che non c’é e mi chiudo al Prima Net.
Quando mi arrivano le indicazioni stradali di Renita é già tardi. Shela mi messaggia dicendo che non l’ho nemmeno salutata come si deve e che spera che io non ce l’abbia nei suoi confronti per come sono andate le cose nei giorni passati.
Secondo me lei si fa più paranoie del sottoscritto, ed ha tutti i motivi validi per farseli.
La zona in cui Renita vive non é poi così lontana da Cilandak, per cui mi dirigo a passo d’uomo fra lei mie di Pondok Indah, nota zona residenziale di famiglie prestigiose e celebrità indonesiane.
Giro a vuoto per ore e scrivo a Renita svariate volte facendole notare che l’indirizzo da lei indicatomi non esiste. Chiedo alla polizia di indicarmi la via e così mi dirigo in zone residenziali circoscritte in proprietà all’ingresso del quale é posto un vero e proprio posto di blocco, con tanto di agente di turno per il controllo documenti.
Con un sorriso mostro l’indirizzo di Renita annotato sul mio quadernino, ma il guardiano sembra o non capire cosa voglio o semplicemente non avere la ben che minima idea di dove quella casa sia.
Chiama Renita, che rispondendo con tono sempre meno allegro, mi dice che si trova in Tailandia e che l’indirizzo che mi ha dato é corretto, inoltre il numero di cellulare delle amiche giapponesi che vivono da lei al momento, é attivo.
Ma l’indirizzo é introvabile ed il numero é inesistente. Sono le 23:30 e finalmente trovo la strada, come é indicata nell’indirizzo. Scendo a piedi e seguo la serie di numeri che dal 20 mi porteranno al 44. Il marciapiede é largo e ben illuminato e sulla strada al mio fianco, una coda infinita di macchine attende immobile di dirigersi in città per un lungo sabato sera.
38, 40, 42…….46!
E il 44? Suono al 42 che non sembra aver mai sentito parlare di Renita e la sua famiglia, mentre il numero 46 non risponde nemmeno al citofono.
Sono smarrito e forse anche demotivato. Insistere così tanto per un letto mi sembra proprio una cosa stupida, anche se per una linea di principio, sono troppo curioso di sapere dove mi trovo e in che direzione questa casa si trovi.
Chiamo Renita per dirle che non riesco a trovare la casa. Lei commenta con un tono strano che forse le persone a cui ho chiesto le informazioni, stanno prendendosi gioco di me.
La linea cade e così le mando un sms dicendole che non importa, passerò la notte da qualche altra parte e la ringrazio per aver provato a condurme verso casa sua.
Torno così da Nancy, dopo una settimana che sono stato da Shela. Non ho preannunciato il mio arrivo, ma visto che oggi non l’ho trovata, posso se non altro passare di persona, vedere se é in casa e dirle dell’accaduto. Se dirà che non può o vuole ospitarmi, monterò la tenda da qualche parte.
Invece Nancy é serena e pronta ad ascoltarmi. Le spiego l’accaduto, senza menzionare alla serata alcolica di ieri ed alle sua avances, e mi rimetto a dormire nel solito mio posto.
Buona notte.