L’incidente in moto
Siamo in tre sulla Transalp.
Io, Carola e Heidi, tutti volontari di Familia Feliz. E’ il nostro giorno libero e siamo di ritorno da Rurrenabaque.
Le ragazze hanno perduto la coincidenza con il furgone di Familia Feliz che ritornava all’orfanotrofio ed hanno chiesto a me di dare loro un passaggio.
I 13 km che ci separano da Familia Feliz sono in pianura. Il manto della strada è di pietre e polvere, ma a quest’ora non passano molte auto il che rende il tragitto abbastanza tranquillo.
Parliamo e scherziamo mentre il freddo della notte entra sotto le nostre magliette. Le ragazze sono abbracciate e tengono le mani ben nascoste dal vento.
60 Km / h, luci abbaglianti accese.
Di giorno, quando porto gli occhiali, non è un problema arrivare sui 120. Le ruote fluttuano sui banchi di polvere e seguono dritto scagliando pietre da tutte le parti.
Il mio ultimo commento prima di imboccare il lungo rettilineo che entra nella Jungla è “Dobbiamo stare attenti, perché la settimana passata sono caduto da fermo sul fango, assieme a Juan Carlo.
Carola risponde: ecco, meglio non ripetere quell’esperienza
E io dico: non sono mai caduto in moto con qualcuno a bordo, ora che ci penso
La moto segue dritta sul lato destro della strada. Ho il cappuccio in testa e delle lenti di plastica per il tosaerba che ho preso in prestito per evitare di far lacrimare gli occhi.
Sull’altro lato della strada, diretto verso la nostra direzione, un autobus solleva dietro di se la solita fitta polvere.
Mi sposto all’estrema destra, catturato dal cono di luce emesso dai fari del grande veicolo e seguo dritto.
Succede proprio in quel momento, ormai oltre il cono di luce dell’autobus, che mi ritrovo un uomo seduto su una moto, diretto nella mia direzione, che sta fermo nella notte a motore e luci spente, oltre il cono di luce.
La frequenza del rumore della moto si arresta di brutto, quando istintivamente rilascio l’acceleratore.
Non faccio in tempo a frenare.
Non faccio in tempo a schivarlo.
Quando lo vedo, gli sono già addosso.
Chiudo gli occhi.
Sento un fracasso e quando riapro gli occhi vedo i sassi del suolo scagliarmisi violentemente in faccia. Avverto l’attrito freddo e ruvido mangiarmi la pelle del viso e poi richiudo gli occhi.
Quando li riapro sono sdraiato al suolo. L’autobus è fermo accanto a me. Urlo dal dolore. Il ginocchio sembra esplodermi da un momento all’altro. Mi alzo in piedi e ripiombo a terra con un grido, afferrandomi la gamba ed imprecando.
La moto è a terra e di colpo noto che le ragazze non ci sono.
Le mie amiche?!?!?! Le mie amiche?!?!?!?!??!?
Qualcuno sceso dall’autobus mi si avvicina e mi dice che stanno bene. Mi aiutano ad alzarmi e fanno per portarmi a bordo.
La moto, hermano. La moto… – gemo io
Alla moto ci pensiamo dopo
NO! – grido io e mi allontano dal tipo, mi infilo lo stivale che il suolo mi ha strappato via e monto in sella
Non ho idea di quale sia il valore vero della moto per, adesso che sono confuso e sotto shock. Immagino che la mia presenza nei vari paesi attraversati, l’identità nomade che mi contraddistingue e l’indipendenza che la Transalp mi da, siano un tutt’uno con quello che provo per questa vecchia moto.
Nello stato in cui mi trovo, privarmi della moto equivale un po’ a privarmi alla casa.
Quindi non bastano 3 persone a tranquillizzarmi e farmi capire che le priorità sono altre e che devo salire a bordo dell’autobus.
La moto te la portiamo noi in città, stai tranquillo
Non le succederà niente, vedrai
Siamo persone perbene, fidati
Sono così confuso e vulnerabile da non credere ad una sola parola di quello che mi dicono e così giro la chiave e tendo di mettere in moto.
Non ce la farai da solo fino all’ospedale! Ascoltaci!
La moto ovviamente non parte, le carene sono in mille pezzi ed il quadro strumenti è andato. Le borse Givi hanno retto, ma sono tagliate in più pezzi e la borsa che ha colpito l’altra moto, si è staccata a causa di una frattura nel telaietto. Un incubo.
Uno dei miei stivali è diventato una pantofola, corroso dalla violenza della caduta sui sassi e trascinato con il peso mio e della moto per alcuni metri. Il piede ha una ferita.
Mi tocco la fronte e sono ricoperto di sangue. I mei vestiti sono sporchi ed impregnati dello stesso. Allora, preso dal panico, fisso uno dei tre e gli chiedo di promettermi.
Promettimi, hermano! Promettimi!!
Si – risponde
Sono un maestro, andrà tutto bene alla tua moto.
Quando salgo sul bus agoniato dal dolore alla caviglia e la gamba, Heidi e Carola tacciono sedute su una poltrona in stato confusionale. Carola ha un foto enorme sulla fronte e le esce sangue dalla bocca.
Arriviamo all’ospedale una mezz’ora dopo.
Dopo quel momento non vedrò più la moto, perché sarà trasferito con un volo di 7 ore, in una clinica in Santa Cruz per essere ricoverato d’urgenza con le ragazze.
L’unica cosa che ho saputo della moto, mi è stata riferita da un poliziotto che mi ha raggiunto la mattina dopo l’incidente, nella clinica di Rurre, prima di volare a Santa Cruz.
Andavi oltre il limite di velocità, lo hanno detto i passeggeri del bus!
E a quanto andavo?
Te l’ho detto, ti hanno visto dal bus!
E quanto è il limite di velocità?
Ed eravate in tre su una moto, senza casco. E’ illegale!
E dove sta il cartello che dice del limite di velocità?
Comunque sia, la moto è sequestrata…
Per quanto tempo?
Per sempre!
Povero Gionata non ci voleva proprio. Dai dacci qualche info in piu ora come va?
caro Gionata… prego per te, Carola e Heidi, le ho viste nel sito di gospel ministry international, anche se non le conosco , so che sono mie sorelle in Cristo, missionarie come me, e figlie dello stesso Dio, mi sento vicino al dolore non solo fisico che questa esperienza vi ha causato .
Ritengo che ogni esperienza che il Signore ci pone dinnanzi non sia inutile, vi si possono trarre lezioni per la vita a venire… finché cé vita , cé speranza . Non perderti dánimo , vai avanti , vivendo il presente, riflettendo sul passato , di modo tale che il tuo futuro sia migliore.
Apprezzo molto láiuto concreto che hai dato e stai dando nelle nostre missioni in bolivia…
il Signore ti benedica Gionata.
Zoran
Grazie Zoran, ricevo le tue parole ed il tuo supporto con grande gioia. E’ una benedizione averti fra i lettori di questo sito, perché la tua sensibilità ha già aiutato più volte me e mi ha spiento a seguire in qeusti anni afinché io potessi arrivare fino a Cristo.
Ho ricevuto un’altra tua donazione oggi. Posso devolverla al progetto di Familia Feliz?
Dio di benedica.
Gionata
Oh mamma mia Gionata…
Ora come stai? E le ragazze? (moralmente e fisicamente)
Ti serve qualcosa?
Per la moto non ti preoccupare. So che ci tenevi ma ricorda che lei era il mezzo… e tu “l’anima”.
Quando e se deciderai di continuare il tuo viaggio ci muoveremo anche qui dall’Italia.
Ho riportato del tuo incidente sia su motoexplorer che su mototurismo e siamo pronti ad aiutarti.
Ora pensa a riprenderti. Dicci se, intanto, hai bisogno di medicine o qualsiasi altra cosa e ci attiviamo immediatamente.
Un abbraccio grande grande a te, alle ragazze e alla famiglia Feliz…
Aldo
Ciao Aldo e grazie per la tua preoccupazione, mi hai lasciato interdetto dall’emozione.
Familia Feliz si è fatta carico delle spese per il trasporto d’urgenza e mediche che interessavano me e le due ragazze.
Sarei quindi felice se fosse possibile indirizzare gl aiuti medicinali agli orfani, per la costruzione delle “2 Case per Familia Feliz”
E’ uscita un’intervista ieri alla radio sul progetto, mi aiutaresti a fare una colletta con gli amici motociclisti?
I bambini ed io te ne saremmo grati.
Gionata
ps. dove sono i link che hai postato? Vorrei fare un saluto di ringraziamento.
noooooo!!!!mi dispiace da morire….l importante al momento è pensare a stare bene!un abbraccio fortissimo…tieni duro!!
Che significa “per sempre”? Sono sicuro che le cose miglioreranno, e che una si troverà una soluzione!
Gionata, mi dispiace tantissimo per il tuo incidente, se ti trovavi in un altra situazione ti avrei detto, beh almeno tu non ti sei fatto nulla di grave ma capisco il valore affettivo e tutto quello che significa quella moto per te, quindi spero che qualcuno che conosca quello che hai fatto è stai facendo, si interessi alla tua situazione e ti aiuti a recuperare la tua moto…
Ciao un lampeggio…
Ciao Gionata!!!
Mamma mia quanto mi dispiace….
comunque spero che le ferite siano solo superficiali….
Per la moto dai saranno solo le plastiche…
Strano il discorso del poliziotto… certo la velocita’ rilevata dai passeggeri e’ tutta relativa… L’importante e essere calmi e magari coinvolgere qualcuno di Familia Feliz che possa “intercdere” presso l’autorita’ locale… magari hanno un trattamento di riguardo per voi…
Facci sapere e tienici aggiornati
un abbraccio forte!
Porca trota come sequestrata?!?!?
🙂
E CCHE ca:::io una brutta botta in tutti i sensi ma vedrai che si sistena tutto su di te veglia un angelo con i controca..i sennò non saresti arrivato fino a dove sei ora.
non disperare si aggiusta tutto (anche i lividi)
cio cio
^_^
Azzzz….. mi spiace enormemente !!! come stai adesso ?? rimettiti in sesto e poi pensa alla moto…. un passo alla volta. Abbraccia Heidi e Carola e cerca di pensare positivo… i “cocones” non ti mancano !!!! :-))
Un salutone
Maxxxx
Ma porco cane…
Come sequestrata “per sempre”??? Avevi ragione a non fidarti!
Spero almeno voi stiate tutti e tre bene, anche se capisco perfettamente il tuo stato d’animo nel sapere che se continuerai il viaggio (e lo continuerai!) lo dovrai fare senza la TransUlp…
Dai, sono sicuro che il modo per riaverla lo trovi… mica sei in Italia! .-)
amore mi dispiace molto…
mi puoi dire ora come stai?
sai che non so come fare x darti una mano…
… intanto ti mando tanti baci e tante coccole.
ti voglio un casino di bene
elisa marzabotto
ciao Gionata ..
sei nei miei pensieri ..e ..penso che questo ti dica tanto su come la penso di te.
l’ho detto a mia mamma e mi ha detto : “quanto sei lontana da lui?? riesci a raggiungerlo??”
ti assicuro che ci sto pensando
se posso esserti utile ho dei contatti ..fammi sapere di che hai bisogno ..ora che ci penso ho un amico avvocato in Santa Cruz ..fammi sapere ..sappi però che per i poliziotti Boliviani basta una buona mancia (10 euro son molti per loro) e nella condizioni in cui ti trovi ..la tua moto e`la tua casa (lo hai detto tu) non puoi perderla
qualsiasi cosa hai la mia mail
TI ABBRACCIO E TI PENSO
ciao Gionata,
sono dispiciuto per te, posso provare a capire quello che pensi, la moto era piu di un oggetto, era parte di te, quando si viaggia per molto riversiamo il nostro concetto di casa su cose diverse, moto zaini ecc. per questo e difficile.
ma nelláltra mano il viaggio, insegna a essere meno dipendenti verso le cose materiali.
Spero che tu riesca a avere indietro la tua moto, se cosi non fosse, troverai una soluzione, ci vuole ben altro per fermare un viaggiatore come te.
take care mate!
No te creo, perdiste la moto?????????????
noooo!Accidenti questa non ci voleva poprio!Mi dispiace, spero ti rimetterai presto, e continuerai la tua avventura con la tua vecchia e cara Honda(che spero si potrà riparare)verso luoghi ancora non visti dai tuoi occhi e dalla vera realtà.
Grazie di tutto ciao Miki…
Firenze, Campi Bisenzio
ma che sei un coglione e che devi smetterla di vantarti delle cazzate che fai e del male che potevi fare… non te lo dice nessuno?
il tuo commento era in stato di attesa. l’ho approvato perchè non credo nella censura.
grazie
dai, le ferite del corpo si curano e continua così, perchè stai dimostrando quello che si può fare nella vita, basta desiderarlo. Sono con te