Ricordi della Slovenia
Città toccate durante la traversata in Slovenia: Ankaran, Koper, Pivka, Postojna, Logatec, Lubiana, Grosuplje, Krsko.
Nemmeno un timbro sul passaporto e sono dentro.
La ragazza alla dogana mi lascia entrare con un sorriso ed io mi avventuro nella buia strada costiera che riconosco dal mio precedente viaggio del 2002.
Voglio dormire esattamente dove avevo dormito allora, ma la costa sassosa oggi é sommersa dal mare e così mi rintano nella macchia. Monto la tenda per la seconda volta, ma lo faccio al buio.
Giusto perché se non faccio le cose a modo mio non sono contento.
La moto cade simpaticamente in un tratto fangoso e così, scivolando nella mota e
vinto dal peso mai testato della moto a pieo carico, urlo a Dio la mia prima parolaccia.
Non mi sente nessuno eccetto un cane che dalla macchia mi abbaia furioso.
Dopo poche ore di serenità inizia un concerto di vento e pioggia ed io che non ho teso i tiranti e sono troppo pigro per farlo adesso, schivo le pozze d’acqua che si formano nella tenda assumendo la posizione di un serpente.
Al mattino contadini camminano lungo il sentiero e non si azzardano a salutarmi.
Devo avere un brutto aspetto. Occhi rossi e l’odio in corpo.
Un pasto costa poco se ti arrangi con un panino. Così ritrovo il buon umore mordendo un sandwich delle dimensioni di una targaruta e mi rimetto in marcia.
La Slovenia, lungo le strade nazionali di campagna é così bella e calma che quasi mi innamoro.
Da grande amante degli animali, mi fermo 10 minuti ogni volta che vedo mucche al pascolo.
Faccio foto, scambio due parole con i bovini, cerco di toccarli o imboccarli.
Poi quando una macchina passa mi ricordo dei chilometri che mi aspettano e sono di nuovo in sella.
Lubiana é la prima capitale che tocco. Ai miei occhi appare come una città.
Ci sono case, auto parcheggiate, negozi, centri commerciali, fermate dell’autobus e tante persone che si dirigono nella stessa direzione, ma che non si parlano o che non interagiscono.
Nella campagna invece appena ti fermi la gente si fa avanti e ti chiede da dove vieni e cosa fai lì.
Sanno tutto dei dintorni e sono ben accette ogni sorta di domanda.
Si parla di cose specifiche oltre che generiche.
Ecco perché la mia unica domanda ad un passante appena entro in Lubiana mira a farmi uscire da Lubiana al più presto.
Non che non ci siano cose interessanti da vedere. Ma la vita in città per me ha un costo che non posso permettermi viaggiando come faccio. E non é altrettanto accessibile come lo é la campagna ed il mistero che la avvolge.
Ricordo con gioia studiare i cartelli stradali della campagna e cercare di decifrarli.
Ricordo le mucche, la loro curiosità e benevola presenza. Come facessero da presenza immutabile a tutto il mio tragitto in Slovenia.
Ricordo il freddo di Maggio al mattino e la temperatura mite nel pomeriggio quando il sole tramonta ed i chilometri scorrono senza fatica.
Ricordo la Croazia apparire sempre più vicina sulla mappa e rendermi conto che una volta uscito dalla Slovenia, sarò veramente in viaggio.
Lontano dai posti che conosco e dentro la totale scoperta del mondo con i miei occhi.