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Attraversamento delle dogane

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Solitamente in dogana la corruzione è meno frequente perché i funzionari non sono mai soli, e quello disonesto si troverebbe in difficoltà a chiederti soldi davanti agli altri colleghi. Ma in quelle dogane presidiate da un solo poliziotto, possono comunque verificarsi atti di abuso di potere. Anche questa situazione l’ho sperimentata di persona. Quando giunsi in Laos, il doganiere verificò tutti i miei documenti, mi fece compilare le varie carte, timbrò il passaporto per convalidare il visto e poi mi chiese un dollaro.

«Perché?», chiesi. Era solo un dollaro, ma non ne vedevo il motivo.

«Per gli ingressi dopo le ore 16.30 bisogna pagare un dollaro di supplemento», mi disse.

«Ma sono le 16.22», gli feci notare. Avevo capito che ci stava provando. Lui si inventò un’altra scusa, palesemente senza senso, e quando vide che non riusciva a convincermi e che io mi ostentavo a non pagarlo, minacciò di annullarmi il visto.

«Faccia pure», gli risposi, stavolta con tono di sfida. Non credevo potesse farlo davvero. Invece il doganiere estrasse un altro timbro, che impresse rumorosamente sulla pagine del mio passaporto dove era stato precedentemente applicato il visto: “annullato”.

Presi il mio passaporto e oltrepassai lo stesso la dogana, entrando di fatto in Laos. Ebbi qualche problema all’uscita del paese, quando dovetti spiegare l’accaduto, ma poi tutto si risolse.

Attraversamento delle dogane

La dogana, più di ogni altro luogo, è il posto in cui ci giochiamo il prosieguo del nostro viaggio. Spesso, potrai trovarvi funzionari annoiati dal loro lavoro e che riverseranno la loro frustrazione sui turisti, prendendone qualcuno di mira e facendolo attendere più del previsto, magari solo per il gusto di rimarcare il loro ruolo e la loro autorità. Altre volte, può subentrare una sorta di attrito tra il viaggiatore e il funzionario di turno, dovuto semplicemente a una questione caratteriale.
L’irruenza dei miei primi anni di viaggio, quando ero ancora un giovane poco più che ventenne e carico di energie, non mi permetteva di pormi nel giusto atteggiamento verso i doganieri. Ciò mi causò qualche inconveniente in almeno tre o quattro occasioni. Quando compresi che il problema non era la dogana in sé ma il doganiere, modificai il mio approccio e fu tutto più facile (o almeno limitai tutti quegli scontri che erano dovuti alla verve del mio carattere). Capii che sotto la divisa c’è pur sempre una persona, e che l’umanità del doganiere è sempre raggiungibile.

Ecco allora alcuni consigli che vorrei trasmetterti. Quando entri in frontiera, percepisci la dogana come se fosse la casa del doganiere, ed entraci con rispetto come se stessi entrando nella casa di uno sconosciuto. Sii accondiscente verso ogni richiesta o atteggiamento e sii consapevole che spesso incontrerai funzionari molto orgogliosi e pieni di sé, che ti guarderanno dall’alto al basso: sopporta. Mostrati rispettoso e sorridente, e rispondi alle domande con un tono di voce disponibile. Mantieni la calma anche attraverso la tua gestualità, cercando di smorzare l’atteggiamento autoritario del doganiere. Non rispondere mai in maniera sarcastica (a volte potresti presentarti davanti al doganiere con giacca da moto e casco in mano, e lui ti chiederà se stai viaggiando in auto. Non lasciarti sfuggire battute pungenti).
Fai passare l’idea che non sei un piantagrane ma mostrati disposto a mettere il doganiere nelle migliori condizioni per svolgere il suo lavoro e i dovuti controlli. Se ti verrà richiesto un documento di cui non sei in possesso, sii smaliziato e utilizza la “faccia di pesce” (vedi capitoletto successivo).

Non consegnare mai nelle mani del doganiere documenti che non ti vengono esplicitamente richiesti. Primo, potresti creargli confusione e allungare i tempi della procedura; secondo, più fogli gli darai, più c’è la possibilità che il doganiere ne dimentichi qualcuno. Spesso, infatti, i funzionari controllano i documenti di più persone allo stesso tempo. Verifica sempre che il passaporto che ti viene restituito sia il tuo e non quello di un altro. Chiedi sempre, con il dovuto rispetto, di farti porre il timbro d’ingresso nella posizione da te desiderata sulle pagine del passaporto. È un tuo diritto.
Parcheggia la moto in vista e non lasciarvi nulla di incustodito (casco, guanti, gps, ecc.). Ascolta e osserva cosa succede alle persone in fila davanti a te, per essere preparato a ciò che ti verrà richiesto.

Proceduce doganali d’ingresso

  • Compilare il foglio d’immigrazione;
  • Presentare il passaporto con il foglio d’immigrazione compilato per l’applicazione dei timbri;
  • Compilare il permesso d’importazione temporanea della moto (in alternativa, richiedere il timbro sul Carnet de Passage);
  • Acquistare l’assicurazione per la moto (se obbligatoria);
  • Dichiarare la valuta trasportata (se richiesto);
  • Esibire i certificati di vaccinazione (se richiesto);
  • Dichiarare articoli alimentari trasportati (se richiesto);
  • Fumigare la moto (se richiesto);
  • Fare ispezionare la moto (se necessario).

NB. In alcuni paesi, pochi chilometri dopo la dogana è previsto un secondo check-point dove verrà verificato che tu sia entrato legittimamente nel paese e che tu abbia tutti i documenti in regola. Rallenta e mostrati disponibile verso le richieste degli ufficiali.

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Relativo a Gionata Nencini

Mi chiamo Gionata Nencini, toscano classe 1983 e viaggiare in moto è la mia più grande passione. Nel 2005, a 21 anni, parto per il giro del mondo con in tasca solo 2.200 euro e oggi ho uno storico di 800.000 km percorsi in solitaria attraverso 78 paesi. PARTIREper è il blog che racconta le mie esperienze e quelle della mia community.

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