Disequilibrio
C’é il mare, come in ogni altra situazione. Ci sono riflessi raggianti, spirali di vento, granelli scomodi e tutta questa gente.
Ci sono io, i miei pensieri e la paura che mi conducano lontano da me Lontano da quello che credo d’essere. Distante dal luogo in cui vorrei andare. Una volta per tutte.
Porto dentro di me un’ansia talmente grande da non saper comprendere nient’altro che il peso con cui questa grava sul mio umore e sui miei pensieri.
La resa potrebbe essere una rapida apparente salvezza, che penso di non desiderare.
Altrimenti sarei commerciale fisitron, altrimenti sarei fidanzato, altrimenti non avrei continuamente ricordi di Eleonora che mi spiega la vita, secondo lei.
Detesto accettare che, dietro a tutta questa mia auto-coscienza, non si sia ancora avverata la mia felicità.
Detesto pensare di non arrivare mai dove, persone apparentemente più semplici o complicate di me, sono arrivate da tempo.
– Non ho paura di niente. Se c’é qualcosa che voglio prendermi, semplicemente, cerco di farlo il più possibile.
Ho sempre saputo cosa volevo, fin tanto non mi era chiaro cosa fosse indispensabile desiderare. Sapevo cosa mi avrebbe salvato e cosa no. Quali fossero i miei ideali, gli obiettivi da non tradire mai.
Libero di essere, quello si, ma tuttavia fermo nel comprendere i compromessi a cui abbassarmi per colmare le mie necessità.
Sono cambiate molte cose.
Dentro e fuori di me.
Ho imparato a lasciarmi andare. Ad essere assolutamente sincero con me stesso al punto di aspettarmi sempre di capire i motivi che spingevano le mie volontà.
Mi sento come ubriaco. Assuefatto e debole.
Come lo ero per l’amore che mi ha deluso, adesso lo sono per l’amore che mi da speranza.
Speranza di comprendere come mi salverà. E se sia effettivamente provare quello stesso amore, l’unica via di salvezza.