EurAsia 2008 [pt. 4]
EurAsia 2008, di Maurizio Zanni [pt. 1]
EurAsia 2008, di Maurizio Zanni [pt. 2]
EurAsia 2008, di Maurizio Zanni [pt. 3]
Finalmente arrivo ad Alma Aty: sono al confine sud del Kazakistan. Essendo stata fondata nel 1845, come avamposto di difesa della Russia imperiale, quando i kazaki erano ancora una popolazione nomade, Alma Aty è a tutti gli effetti una città sovietica. Grandi viali, edifici imponenti, monumenti idem.
Vicino alla zona universitaria, riesco a trovare una stanza in un albergo su 4 piani…ovviamente all’ultimo piano. Secondo voi c’era l’ascensore ?
Quattro piani non sono molti, ma quando devi portare su le borse lo zaino, il casco e tutto il resto, un po’ le senti le scale. Mi va di lusso: stanza da 3 posti, ma sono da solo. C’è il frigo e la televisione, che mi permetterà di guardare degli interessanti telegiornali in lingua kazaka.
La seconda sera era poi entrata in camera una coppia e lui pensava che si fossero sbagliati a dargli la chiave: sono riuscito a spiegargli che era una camera da 3. La sua ragazza gli ha fatto cenno di uscire: siccome non li ho più visti, credo abbiano chiesto una sistemazione diversa.
Il giorno dopo il mio arrivo sono andato a visitare il bazar, che come in tutte le città asiatiche è il cuore pulsante della città. Piccolo o grande che sia ci trovate di tutto, dagli alimentari, alla spilla da balia.
Sono tutti uguali e tutti diversi e la varietà delle persone è impressionante.
Poi mi sono diretto al parco Panvilov, il polmone verde della città. La cattedrale Zenkov.
Gironzolando per il parco ho iniziato a sentire dei ragazzi che cantavano suonando delle chitarre. Ho visto un gruppo che indossando delle magliette rosse, inscenava delle scenette, coinvolgendo altri ragazzi e ragazze.
Sono stato un poco a guardare e poi ho chiesto ad uno di loro di cosa si trattasse.
Mi ha spiegato che erano un gruppo di ragazzi nati negli USA, ma con genitori originari del Kazakistan: come associazione, ogni anno venivano per 2 settimane ad Alma Aty ad insegnare gratuitamente l’inglese ai giovani del posto…ovviamente niente scenette sul presidente Nazarbajev !
Anche i militari kazaki ogni tanto si rilassano, qui c’è lo zampino dell’ex USSR.
Un matrimonio: spesso in questi paesi gli sposi vano a fare le foto in giro per la città.
Oggi è il 6 agosto e parto al mattino presto per dirigermi al confine col Kirghigistan, che vorrei passar con la luce del giorno. Mi dirigerò verso est lungo la A351 fino al confine dopo Kegen
Questi sono dei motociclisti polacchi, che aspettavano il rilascio del visto per il Kirghigistan ad Alma-Aty ed erano venuti a fare un giro per le montagne…decisamente più poderose le loro moto !
Qui ormai sto arrivando alla frontiera col Kirghigistan: un attimo di sosta, perché questo punto meritava a mio parere. Pensavo che man mano mi fossi avvicinato alla frontiera, tanto più sarebbe migliorata la strada, invece …
Finalmente nel primo pomeriggio sono alla frontiera. Passata la dogana kazaka, a quella del Kirghigistan non ho resistito ed alla domanda “Da dove vieni” ho intonato il ritornello de L’Italiano di Cutugno. Mentre aspettavo un camionista mi ha rassicurato circa la strada: altri 60 km di pietre sino alla prima città Tup ! L’ufficiale in inglese mi ha comunque detto di preferire Celentano. Clima amichevole, anche per il fatto che ho accettato di farmi cambiare un poco di dollari ad un tasso leggermente peggiore che quello ufficiale, ma alla fine si sono presi 3 $ ed è stato meglio così.
Arrivo alla fine della pietraia e quindi al lago Ysyk-Köl. Da qui alla città di Balykchy, sul lato opposto a ovest, sono 190 km. Qui apro una piccola parentesi: sono in contatto via sms con 2 miei amici di Modena, che con bus, treni e taxi stanno viaggiando dal Pakistan, alla Cina e una volta entrati in Kirghigistan da sud si dirigono alla capitale Bishkek, da dove contano di arrivare a Balykchy.
Una piccola mappa per capire meglio
Verso sera arrivo a Balykchy, una città industriale sconsigliata dalle guide e che quindi diventa interessante:
perché non è una novità poter osservare una normale città del Kirghigistan ? Mica deve per forza esserci un monumento: le persone e la vita di tutti i giorni credo siano uno dei must di qualunque viaggio. Ma gari ti rilassi, ma 7 giorni in un villaggio turistico con personale e cibo italiano all’estero, non so quale percezione possano lasciarti del paese in cui sei stato.
In mezzo ad alcuni palazzoni si trova l’unico albergo del paese: prezzo per la camera 500 sum. Ok dico alla signora ( sempre donne a gestire queste attività). Poi una volta che ho scaricato tutto arriva il colpo basso: 500 sum, ma io sto occupando una stanza con due letti ( con 1 non le ha): presto detto 1000 sum. Visto che non esistono molte possibilità di passare la serata in un locale, mi imbarco in una serrata contrattazione a gesti e monosillabi in russo con la signora. Alla fine 750 sum = 14 € comunque uno sproposito, ma sono oltre le 10 di sera e io ho fatto più di 550 km con pietraia e frontiera. A nanna.
Il giorno dopo mi alzo e verso le nove riesco a sentirmi coi miei 2 amici: hanno avuto dei ritardi pazzeschi da Osh a Bishkek. Ci mettiamo d’accordo che li raggiungo io nella capitale, sono già pronto per partire, anche se mi ero figurato di doverli aspettare. Sono solo 175 km. Mangio una pagnotta, spiego a questi 2 bambini il gioco della settimana
Accendo la moto, parto e dopo 300 mt….FORO LA GOMMA POSTERIORE !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Niente panico, vedo un gommista: è fatta.
Arrivo con la moto a spinta, metto la moto male sul cavalletto per parlare col gommista, la moto cade, piegando un poco la leva del freno. Gli chiedo se può cambiarla, mi fa cenno di si. Poi mi mostra 2 chiavi inglesi: lui ha solo quelle, le uniche che gli servono per lavorare.
No problem: ho tutti gli attrezzi io, chiavi cacciaviti, ferri per togliere il copertone.
Quando glieli faccio vedere sorride e per un po’ li guarda tutti, anche quelli che evidentemente non gli servono.
Poi mi chiede il libretto delle istruzioni…mai vista una moto come la mia. Inizia a cercare di capire cosa iniziare a smontare: io non ne ho la più pallida idea. Arriva un suo parente più anziano ( lui sembra avere 15 anni): si mette a guardare la moto con un altro suo amico, poi iniziano a smontare il tutto…il libretto l’hanno guardato un attimo: non ci sono foto !
Mi preoccupo solo di fargli mettere i pezzi che smontano nella scatola di cartone della camera d’aria di ricambio, visto che li stavano appoggiando per terra in ordine sparso. Senza il cavalletto centrale, senza ganci o ponti e scoprendo pian piano come smontare il tutto dopo sole 2 ore hanno cambiato la camera d’aria, rimontato il tutto, gonfiato la ruota e vulcanizzato la forata.
Come prova del buon lavoro, prima di provare la moto giro la scatola di cartone: non esce nulla, almeno tutto è stato rimontato!
Mi dicono di provarla: torno dopo pochi metri e gli indico la catena lenta. No problem: due smartellate e me la tirano. Perfetta ! Ha tenuto fino al ritorno a casa: la moto da quel giorno farà altri 4000 km senza problemi !
Parto per la capitale poco dopo mezzogiorno. Sanzio e Pacchia i miei amici mi aspettano a Bishkek.
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