EurAsia 2008 [pt. 5]
EurAsia 2008, di Maurizio Zanni [pt. 1]
EurAsia 2008, di Maurizio Zanni [pt. 2]
EurAsia 2008, di Maurizio Zanni [pt. 3]
EurAsia 2008, di Maurizio Zanni [pt. 4]
Verso mezzogiorno riparto quindi per Bishkek la capitale del Kirghigistan.
Pausa caffè.
Arrivo in città verso il primo pomeriggio. Via sms ci eravamo accordati per trovarci al punto 5 della mappa della guida, visto che era la stessa. Il 5 era un albergo: arrivo, chiedo ad un usciere di un’hotel niente male e colpo di fortuna il mio è proprio dietro l’angolo.
Arrivo con la moto davanti, scendo e chiedo al bancone se era lì che avevano dormito 2 turisti italiani. La donna con le mani mima una gran chioma di capelli ( Sanzio) e poi mi fa un’espressione ingrugnita ( Pacchia…carattere un poco burbero, quindi ). Ok, mi dico li aspetto e per sicurezza mando loro un sms: sono dal vostro albergo! Arrivano dopo mezz’ora e si chiarisce tutto: la mia guida è un edizione di 6 anni prima: nella mia mappa il 5 è l’albergo dove avevano dormito, mentre nella loro il 5 è una piazza.
Alla fine per comodità decidono di dormirci nuovamente, anche se non era proprio un 5 stelle. Facciamo un giro prima che venga buio, anche per il fatto che Bishkek è la capitale meno illuminata del mondo, pranziamo e poi, loro vanno a letto, mentre io faccio un salto in un’edificio in cemento vicino all’albergo da cui avevo sentito della musica da discoteca a tutto volume: pensavo fosse una festa privata, invece è una vera e propria discoteca, con tanto di laser.
Parto al mattino, dopo aver accompagnato Pacchia e Sanzio alla stazione dei bus, da dove partiranno per andare al lago Yssuk Kol, per fare qualche giorno di trekking. Poi si sposteranno in Kazakistan e quindi in Uzbekistan, dove proveremo ad incontrarci di nuovo.
Parto, ma a Kara Balta sbaglio strada e proseguo verso il confine col Kazakistan e sarà un grave errore. Dopo aver passato una piccola città, una macchina inizia a starmi dietro ad una certa distanza. La vedo sempre dietro e rallento un po’, poi vengo affiancato. Alla guida c’è un poliziotto: un’auto civetta. Mi fa cenno di accostare. Scendo dalla moto ma lui è rimasto in macchina. Allora mi avvicino coi documenti, ma istintivamente invece che il passaporto gli allungo per primi i documenti della moto. Appena li ha in mano parte a tutta velocità facendomi un rapido cenno di seguirlo. Salto in sella e dopo un paio di chilometri si ferma e scende dall’auto: io sono un poco più avanti. Inizia a parlare in russo, io posso capire solo qualche parola, ma capisco subito dove vuole andare a parare. Faccio lo gnorri il più possibile, tiro fuori un foglio di carta e lui con uno schizzo mi fa capire che ho passato il limite di velocità. Il foglio l’ho conservato: un grande souvenir.
Quando lui scrive 300 S, dentro di me spero intenda sum cioè poco più di 5 €. Tiro fuori 300 sum e glieli allungo. Arriva la precisazione: “ Dollar “, perciò 300$ cioè più di 200 €. Gli faccio cenno che non li ho. Allora lui mi fa segno che torniamo indietro dicendo “Bishkek…Italy”. Cioè mi minaccia di farmi tornare e rimpatriare . Ovviamente è una stronzata pazzesca, però io sono comunque solo con lui lungo una strada. Lui aveva scritto 90 km/h, io scrivo 50, 60, come si vede dal foglio. “Radar, radar” dice lui e io gli chiedo “Foto ?”. Sale in macchina e inizia a far finta di scrivere la multa. Mi era capitata la stessa situazione in Messico anni prima. Con mio fratello ed un nostro amico da San Diego in California eravamo andati con l’auto a Tijuana. Fermati in città dalla polizia eravamo in multa perché non si può guidare in Messico con auto noleggiate in USA senza un certo permesso. Alla richiesta di 200 $ o di portarci al commissariato io avevo risposto di portarci al commissariato: ci sarebbe stata una multa ma loro non avrebbero preso un soldo. Alla fine ci lasciarono andare per 20$. Adesso ero nella stessa situazione. Lui dopo mi ha scritto la cifra in sum, con un cambio da avvoltoio. Poi dopo più di 40 minuti di sceneggiata, lui che minacciava di andarsene coi documenti, io che tiravo fuori un dollaro, poi cinque, iniziavo a dire “ Io turista..mamma ..papà, casa “, mi allontanavo dalla moto, tornavo da lui in macchina che continuava a far finta di compilare un verbale che poi avrebbe buttato via. Insomma una scena patetica, ma a un certo punto si è arrivati a 50$ e lì ho capito che si era davvero innervosito: un omino magro, ma comunque armato. Ho preso da una busta in cui tenevo i tagli piccoli 50 $ e glieli ho dati. In seguito una famiglia uzbeka in vacanza in Kirghigistan mi ha detto che ero stato bravo. Di solito ne prendono 100. Magra consolazione.
Oltre a tutto dopo 20 km arrivo alla frontiera e capisco di aver sbagliato strada. Torno indietro e poi tiro degli accidenti: forse non avessi sbagliato non sarei stato fermato. Comunque ho un souvenir (il foglio) che alla fine ho pagato 50$: visto che non compro mai nulla quando viaggio va bene così. Arrivo a Kara Balta e stavolta prendo la strada giusta che mi porterà al confine con l’Uzbekistan.
la strada che porta ad Osh è molto bella, con due passi oltre i 3000 metri
Pacchia e Sanzio mi avevano avvisato che le gallerie che avrei dovuto attraversare erano senza aerazione e quindi i fumi di scarico rimanevano all’interno.
Non so perché, ma la sera prima di partire mi era venuto in mente quando in Tibet, su una jeep, in alcuni tratti il polverone sollevato si infiltrava nel fuoristrada e avevo messo nelle borse alcune mascherine protettive da officina. Prima di entrare nel tunnel (tre o quattro chilometri) l’ho indossata e ha funzionato perfettamente.
Ho chiesto ad un camionista per la benzina e mi ha detto che dopo 40 chilometri l’avrei trovata…infatti come lo scorso anno in Laos Cambogia e Myanmar dove non sono presenti distributori, la gente vende la benzina a litri, che va a comprare e porta fino a casa, rincarandola un poco…e allungandola un pelo con l’acqua. Se guardate il bidone, vedete scritti gli ottani: 80, 85 e 93.
Verso le cinque del pomeriggio arrivo in un gruppetto di case: Parish.
Ci sono un paio di alberghi/ristoranti e vado in uno per bere un caffè. Apro la mappa per fare il punto della situazione e poi mi trattengo un po’ con alcuni ragazzi, figli e parenti del proprietario. Con un poco di inglese e russo, spiego chi sono e il giro che sto facendo. Al solito quando viene fuori il fatto che non sono sposato, meraviglia generale: perché, come mai ecc…
La ragazza di destra della foto ha 19 anni e si sposerà fra qualche mese. Poi chiede come sono le ragazze italiane e io riesco anche con dei gesti a spiegarle che in Italia in casa comandano le donne (e non facciamo i grossi, cari utenti sposati del forum, perché è così) e che anche gli uomini vanno a fare la spesa, lavano i piatti e puliscono in casa…ripeto non fate i grossi. Lei annuisce approvando, anche se mi fa capire che in Kirghigistan non è assolutamente così. Mi faccio segnare sulla mappa la posizione di Parish, poi mi regalano il pupazzo di Shrek come portafortuna e riparto.
Verso le sei vedo un posto di blocco, una casetta di legno con una sbarra: rallento ma non vedo nessuno mentre mi avvicino a passo d’uomo. Sbuca fuori un ragazzo alto in perfetto assetto da guerra, faccia pitturata, mitra, bombe a mano, pugnale ecc… perfetto, penso i narcotrafficanti o i terroristi hanno preso il posto di controllo. Invece viene verso di me che mi ero fermato, mi da un gran cinque, poi batte la mano sul serbatoio e si porta il pugno al petto e poi prosegue.
Un militare motociclista. I poliziotti erano tutti dentro, che gli venga un accidente. Mi chiedono solo da dove vengo e riparto subito. Verso sera arrivo a Toktogul.
Mi fermo davanti a un gommista e chiedo dov’è un albergo e mi porta dall’altra parte della strada: dietro al negozio che vende di tutto c’è un cortile con tre camere. Prezzo ok, chiedo se c’è la dush (doccia): da mi risponde la signora.
Poi la doccia: la signora torna con due secchi e mi indica l’esterno. Ok vado fuori dove scorre l’acqua, poi col telo che uso a coprire la moto creo una specie di doccia…stesso metodo usato in Laos quando ho dormito nei templi coi monaci.
Ormai è buio. Esco per andare a comprare qualcosa da mangiare: strade sempre buie, ogni tanto qualche luce di qualche piccolo negozietto: prendo due scatolette e dei biscotti. Mi sa che devo tornare a dormire: non c’è nulla.
Poi all’improvviso sento della musica da discoteca ( decisamente datata): proviene da un ristorante e dentro si sta festeggiando un matrimonio ! Entro e poi chiedo al proprietario se mi può dare da mangiare: mi fanno accomodare in un tavolo da solo nel salone della festa (ho pagato il conto ovviamente) ed ecco risolto il problema di passare la serata. Un matrimonio in Kirghigistan, fantastico.
C’era anche una stanza dove venivano tenuti i regali e i bambini piccoli. C’era un ragazzo che continuamente andava a chiamare la sua fidanzata che stava parlando con le amiche per andare a sistemare i regali. Quando una di loro mi ha guardato io ho fatto un sbuffata ammiccando verso il tipo, come per dire “ Pesante ehh ?” Ci siamo capiti al volo e le altre due amiche si sono messe a ridere. Poi sono venute dal mio tavolo e sono state un poco a consultare il mio frasario italiano-russo, cercando di ripetere le parole in italiano.
se si sente l’audio, riuscite ad indovinare titolo ed interprete del brano musicale ?
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La cosa dei poliziotti che pretendono mazzette m’ha inquietato. Ma la cosa è così frequente e così pericolosa come sembra?
Nooooooo… “boys boys boys”… Ma allora era una festa scatenata!!! 😉
sembre che in perù ne vedrò delle belle in merito a questa storia…
anche daniale ha avuto problemi. hai letto?