EurAsia 2008 [pt. 7]
EurAsia 2008, di Maurizio Zanni [pt. 1]
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Colpo di fortuna e dirigendomi verso il centro di Bukara arrivo proprio davanti ad uno degli hotel della guida, il Matluba.
Volevo sistemare per bene la mia roba, ma la moglie del proprietario dell’albergo non ha voluto sentire ragioni: prima dovevo mangiare …e finire tutto: le mamme sono uguali dappertutto.
Poi nel primo pomeriggio (si oltre 40°, ma tira sempre vento…mica come a Modena) sono partito a scoprire una delle città più belle. Ovviamente i souvenir, le guide e gli alberghi sono ovunque, ma si riesce proprio a camminare in una città che davvero ti porta nel passato. Il caldo potrebbe dar fastidio, ma in questo periodo il numero di visitatori è davvero basso: mi hanno detto che in alta stagione davvero non si riesce a girare.
Un caravanserraglio molto ben conservato: Il caravanserraglio è un edificio costituito in genere da un muro che racchiude un ampio cortile ed un porticato, che veniva usato per la sosta delle carovane che attraversavano il deserto. Poteva anche includere stanze per i viandanti. Tipico della cultura persiana..preso da wikipedia
Ovviamente mi sono scordato di fotografare i famosi tappeti di Bukara sigh !
Le porcellane di Bukara..saranno poi famose ? Ne ho parlato al mio ritorno e spesso mi sono sentito rispondere “Ahh..behh certo, le porcellane di Bukara” , comunque erano davvero belle
Poi sono arrivato nella piazza del minareto Kalon, che con i suoi 47 metri, all’epoca della costruzione, 1127 era probabilmente l’edificio più alto dell’Asia Centrale. Beh devo ammettere che alla fine questa piazza è per me stato il classico luogo magico. Sono rimasto 3 giorni a Bukara e tutte le sere le ho passate qui, assistendo a come i colori dei monumenti cambiavano al calar del sole. Ne sono rimasto affascinato.
Guardando il minareto a destra si trova la moschea Kalon e di fronte la madrasa Mir-I-Arab, che attualmente è una scuola cranica pesantissima: gli studenti oltre a una mazzata di materie umanistiche e religiose, studiano lingue e una marea di materie scientifiche !
Sono andato a visitare l’interno della moschea, per poi salire sul minareto che alle 19,30 chiudeva l’accesso ai visitatori poi su per scattare qualche foto dall’alto sceso dal minareto mi sono seduto sui gradini della moschea a guardare il cambiamento di colori della piazza, esaltato dalle luci sui monumenti che venivano accese e lì seduto di fianco a me, ho conosciuto un personaggio particolare: Roustan
Ex militare era arrivato al dradi di colonnello dell’esercito sovietico con compiti di traduttore: infatti il suo inglese è eccellente. Negli anni si era fatto un bel po’ di guerre, ufficiali es. Afghanistan e meno ufficiali, in alcuni luoghi dell’Africa. Attualmente continuava a collaborare alla preparazione dei corsi di inglese per l’esercito dell’Uzbekistan e della Russia (credo). Alla fine sono arrivate le dieci e mezza di sera: il tempo è volato.
Con la mia macchina ho fatto quel che ho potuto con la luce notturna.
Poi sono tornato in albergo fermandomi a mangiare in un ristorantino proprio di fronte nella piazzetta, che mi avevano consigliato quattro ragazzi francesi cui avevo chiesto informazioni sull’albergo, visto che stavano partendo. Vista l’ora era rimasta solo una zuppa: buona però.
Al mattino mi sono davvero svegliato presto, verso le 06,00: volevo andar al bazar per assistere all’inizio della giornata, poi vi spiegherò il perché. Dal mio albergo erano circa 4 km.
Al mattino presto prendono posto per alcune ore i venditori, diciamo “abusivi”,persone che vengono a vendere direttamente le loro mercanzie (per la maggior parte alimentari), senza però avere la licenza per occupare un determinato punto: come nei nostri mercati. I poliziotti ovviamente tollerano, anche perché mi sembra di aver capito l’esistenza di una regola non scritta, che a una certa ora devono sloggiare, come è infatti accaduto.
Comunque è un caos estremamente organizzato: persone che appoggiano ovunque le mercanzie, poliziotti che continuamente gliela spostano per permettere la circolazione e la gente che subito dopo le rimette in mezzo ai piedi. Sono stato per un’oretta a guardare questa marea umana che si muoveva in tutte le direzioni, guardando, indicando, scegliendo e contrattando sul prezzo.
Questa foto per me è uno dei ricordi più divertenti, ma vi devo spiegare la situazione. Se notate, la signora piegata ha una bilancia a dinamometro con cui pesa i quantitativi che vende. Era un po’ che discuteva col signore anziano in bicicletta, parzialmente coperto nella foto. Li avevo notati e visto che il vecchietto continuava evidentemente a contestare qualcosa alla donna, sono rimasto a guardare. Lei indicava la tacca della pesata e lui scuoteva la testa e lei gli mostrava nuovamente la bilancia. Ad un certo punto l’omino ha tirato fuori dalla giacca la sua bilancia personale ! Ha pesato lui la merce e poi l’ha fatta vedere alla donna: lei ha spalancato gli occhi come me dalla sorpresa e poi alla fine gli ha aggiunto qualcosa nel sacchetto e lui se ne è andato soddisfatto… fantastico !
Verso le dieci mi sono incamminato verso l’università, che doveva essere a occhio e croce a un paio di km…in realtà era più croce, visto che alla fine erano 5 (controllato con la moto), comunque gambe in spalla e pedalare
Dall’università c’era davvero tantissima gente: venivano pubblicati i risultati degli esami, persino la televisione che faceva delle interviste. Una ragazza, cui evidentemente era andata male, si è buttata in ginocchio urlando dalla disperazione e piangendo a più non posso !
Sono andato a fare un giretto dentro, giusto per vedere un’aula. La televisione che riprendeva l’evento.
Dall’università, mi sono fatto un’altra discreta sgambata fino all’albergo: se non manca una cosa in queste ex città sovietiche sono le grandi distanze fra qualunque punto di esse. Era pomeriggio, ma gli uomini della famiglia stavano mangiando in una stanza e mi hanno invitato, perché un muezzin voleva conoscermi. Non era permesso fotografarlo, così l’ho fatta al piatto.
Dopo sono uscito per gironzolare un poco con la moto.
Verso le cinque sono tornato dalla mia piazza preferita: avevo con me la guida da leggere e le mappe, per fare il riassunto del percorso fatto. Inoltre dovevo programmare cosa vedere e dove dormire una volta tornato a Tashkent.
Davanti alla moschea tutti i giorni c’erano dei bambini, che essendo in vacanza dalla scuola, fermavano tutti i turisti, per vendere cartoline, souvenir o altro. Sono stati molto incuriositi dalla mia mappa
Questa è Samira: lei vendeva degli acquarelli e visto che non c’erano molte persone in giro, mi ha dato una lezione di russo e abbiamo scritto e ripetuto i nomi dei famigliari, papà , mamma, fratello, figlio ecc.
in cambio le ho fatto usare il mio frasario italiano-russo: a lei, come a tanti in quei paesi piaceva tantissimo il suono della nostra lingua e lei se l’è cavata discretamente
Poi sono rimasto lì ed è arrivato Rustan, ha guardato i miei appunti delle lezioni di russo che avevo preso a Modena e me ne ha fatta una anche lui, sulle parti del corpo, curando particolarmente accento e pronuncia dei vocaboli. Dopo si sono uniti a noi anche 3 ragazzi che erano arrivati da Tashkent in bici ! Uno era francese, uno ucraino e uno uzbeko della capitale.
Si erano conosciuti a Tashkent e avevano deciso di venire assieme a Bukara. L’ucraino era in giro per l’Asia da 6 mesi.. aveva fatto in bici il confine Kazakistan – Kirghigistan come me ! Io avevo fatto fatica in moto, lui aveva pedalato. Il ragazzo uzbeko era giovane, 19 anni ed era partito per alcuni giorni, dopo che si era salutato con la sua fidanzata statunitense.
Gli ho chiesto se l’aveva conosciuta a Tashkent e lui mi ha detto che si erano trovati on line con un programma di dating di cui non ricordo il nome e dopo aver chattato per mesi scambiandosi foto e altro lei era andata a trovarlo. Che cosa romantica ho pensato subito.
Aveva una foto e mi ha detto però di non ridere quando me la mostrava.
L’ha tirata fuori e ho capito: bella donna indubbiamente, ma aveva 40 anni. In effetti essendo solo 5 anni più giovane della madre c’erano stati alcuni problemi per farla dormire a casa sua, ma alla fine era stato dato il permesso. Lei (una consulente finanziaria) era in grado di aiutarlo a trovare un lavoro immediatamente negli USA, ma per lui non era facile riuscire ad avere il permesso per l’estero ( il presidente Karimov è un padre premuroso, ma un poco possessivo ).
Per la cena sono tornato al mio ristorante dei tassisti, di fronte all’albergo: la piazzetta era il punto di arrivo più vicino alla zona storica e i taxi arrivavano tutti lì
Volevo andare subito a letto, ma ahimè il tavolo vicino al mio mi ha invitato (come rifiutare ?) e alla fine è venuta mezzanotte, dopo vari giri di vodka uzbeka (come rifiutare ?) e un po’ di marijuana locale (qui ho rifiutato ) allegramente fumata dai commensali.
Il mattino dopo mi alzo presto e preparo tutto per il ritorno a Tashkent. Non voglio tirare il collo troppo al mio DR e gli oltre 600 km li vorrei fare in 2 giorni. Oggi è venerdi, usando anche sabato, arriverei nel primo pomeriggio a Tashkent. Il volo è martedì mattina: avrei domenica per preparare i bagagli e lunedì per spedire la moto. Martedì non esiste in quanto il volo è alle 07,00 am.
Ho caricato tutto, quando non so perché accendo il cellulare. Normalmente lo accendevo solo alla sera per pochi minuti, il tempo di mandare un sms a casa; tra l’altro non ho mai telefonato. Ho preferito mandare un sms ogni giorno con la posizione e delle foto via mail. Bhè accendo e dopo un po’ arriva un sms di Pacchia e Sanzio, stanno arrivando col treno a Buhara. Decisione di un’attimo li chiamo e ci mettiamo d’accordo per trovarci in stazione. Ho già deciso che mi fermerò un altro giorno a Bukara e vado in stazione.
Hanno viaggiato col treno notturno. Andiamo all’hotel, che però è chiuso: io ero l’unico cliente, me ne ero andato e così non c’era nessuno. Dopo un po’ arriva la signora e risitemo la roba nella stessa stanza, tanto è da 3 posti letto. Dopo usciamo per il giro della città e io mi rivedo tutti i monumenti, ma lo faccio volentieri: fantastico è la seconda volta che riusciamo a trovarci.
Metto solo le foto della cittadella fortificata, io avevo solo fatto una foto davanti con la moto, ma con loro entro per la visita, poi dentro sgattaioliamo anche sulle mura e riusciamo a fare delle bellissime foto dall’alto.
Quando inizia a finire il pomeriggio ci dirigiamo dalla piazza: loro devono andare sul minareto e io gli ho detto che è il posto perfetto per passare la serata.
Passa anche una coppia di sposi per le foto.
Siamo rimasti lì e lo spettacolo del cambiamento di colori della piazza ha affascinato anche loro due. Come tutte le sere è arrivato Rustan (lo conoscono tutti) e quando è venuto buio, alla fine è scattata una sfida calcistica vecchi contro bambini ed io Pacchia e Rustan siamo riusciti a strappare un ‘onesto pareggio
Per cena ci siamo avviati verso il ristorante..ovviamente il mio.
Sabato mattina partenza per Tashkent: devo fare tutto in una giornata.
Passa una specie di maga e mi vorrebbe benedire coi fumi di incenso, ma io le faccio cenno di benedire la moto, che ho già calcolato percorrerà oltre 11.000 km invece degli 8500 programmati: lei si che ne ha bisogno
Poi parto con una sola paura, la benzina. Mi ero scordato di dirvi cosa era successo a Samarcanda. Recandomi a fare il pieno mi era stato detto che la benzina era finita, ma era così in tutta la città, in tutto l’Uzbekistan. Ogni tanto le fluttuazioni del costo del carburante, fanno si che il paese rimanga un poco a corto. Così durante il viaggio verso Tashkent ogni volta che vedevo un distributore con della benzina, mi fermavo anche se avevo usato solo 3 litri.
La mia moto era sempre guardata con curiosità da tutti ad ogni sosta.
In questo “autogrill” menù non troppo vario: uova sode, pane e yogurt (buonissimo) fatto in casa. Mi erano state proposte 4 uova, mi sono limitato a 3.
Il gestore e un amico: hanno voluto vedere il percorso che avevo fatto. Ho preso un vasetto di miele.
Sono a meno di 100 km da Tashkent
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