Google Adsense funziona, pero…
Ne avevo parlato a Marzo dell’anno scorso, quando ero a Concepcion del CIle, con i gattini e la campagna per la salvaguardia dei capezzoli.
Ma Google Adsense, funzionera?
No no, tutte cazzate – aveva detto qualcuon
Si si, funziona – aveva detto qualcun’altro
Bene, dopo quasi un anno, vedete dalla foto in alto che ho avuto delle entrate che mi sono state depositate sul conto bancario cada 3 mesi.
Quindi funziona.
PERO…
Essendo uno strumento marketing che sfrutta l’ impaginazione degli annunci all’ interno del sito e che si basa sul numero di click che effettuano i lettori, direi che uno deve spenderci un bel po’ di tempo dietro per ottimizzarlo.
Questo lo dimostra chi con Google Adsense ci lavora e ci si paga lo stipendio e chi, come me, lo lascia lì a dare i suoi frutti.
Facciamo un paragone.
Questo è una esempio di quanto guadagnano i publisher PRO di Google Adsense.
Questo tipo, guadagna 100 Euro al giorno
Che non sono
Questo invece sono io e guadagno 0,12 Euro al giorno
Ecco dimostrato il però
Se avete qualcosa da dire al riguardo o avete suggerimenti, fatemi sapere.
Da parte mia potrei lavorare ad alcuni tutorial su come disporre un account Google Ads sul vostro blog, come integrarlo sui post e come settare e gestire le entrate.
Ciao a tutti.
Gionata
(Parlo per esperienza da blogger personale)
in generale, piazzare annunci nelle zone “hot” del sito, fa’ accrescere il guadagno per click.
Ovvero, piazzando un bel leaderboard 730×90 nell’header, ad es, può essere molto remunerativo.
Un consiglio che posso darti, dato che usi la piattaforma wordpress, installa il plugin AdMan, ti permette di inserire del codice degli ads di google al centro esatto di ogni post.
Il mio consiglio è quindi, inserire il banner rettangolare grande (solo Testuale) all’interno di ogni post(tramite AdMan), con gli stessi colori (ovviamente, in modo tale da confondersi col testo)
Un altro consiglio che mi han sempre dato, come ben tu sai i banner che possono essere presenti da regolamento in ogni pagina (come somma di header+widget etc) non deve superare i 3.
Se tu vedi che una zona e’ poco remunerativa, o ha proventi pari a zero, conviene toglierla (a detta di tutti, fà alzare il prezzo delle altre che rimangono)
Io ho fatto così e ho visto i ricavi salire a cifre ben più alte di quelle che hai elencato.
Saluti…
P.S. mai cliccare sui tuoi annunci, google è molto severo (e furbo) nè incentivare a farlo..
Però che rottura di coglioni per il lettore…
Davide,
Capisco che sia una rottura, ma non credi che avere un sito costi? Devi pagare l’hosting (la ditta che tiene acceso 24 ore al giorno il computer che ospita il tuo sito), il nome di dominio (quel “partireper.it” che compare nell’indirizzo del sito, piu’ varie ed eventuali (tipo: il tuo fornitore di hosting potrebbe farti pagare dei sovrapprezzi a seconda della quantita’ di banda passante utilizzata, quindi piu’ visitatori riceve il sito = piu’ costi da pagare).
E non abbiamo ancora parlato della questione morale: Gionata (e chiunque altro abbia un sito, compreso me) crea dei contenuti, spesso originali e utili: possono fornirti l’idea per un viaggio, rassicurarti nella sua organizzazione, darti i dettagli necessari per evitare un imprevisto. Tu utilizzi quei contenuti, e Gionata non ti chiede di pagare per il tempo che ha impiegato scrivendo, scattando e preparando le foto che pubblica, cercando tra le sue ricevute per rispondere a chi gli chiede quanto costa la Nutella ad Auckland o il WD-40 a Caracas.
Per il mio sito di viaggi, se devo scrivere un’articolo originale basato su riflessioni personali impiego circa un’ora. Se si tratta di un articolo che richiede ricerche (tipo quello che ho scritto su una cantonata dei media italiani riguardo ad uno sciopero a Stansted) possono volerci anche varie ore, per trovare una risposta definitiva o risalire alla fonte originale di una notizia. In molti casi un “blogger”, quindi un autore non professionista, impiega piu’ tempo e mette piu’ attenzione nel controllare quel che scrive, rispetto a tanti ‘giornalisti professionisti’
In breve: vai in rete, leggi cose che se fossero su un giornale dovresti pagare, per leggerle, e ti lamenti anche per la pubblicita’ che nessuno ti obbliga a cliccare? Anziche’ lamentarti, goditi la situazione: prima o poi dovrai pagare, per leggere contenuti di qualita’.