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Pulsioni

pulsioni Lascio tutto
la mia ragazza
il mio lavoro
la mia famiglia
le mie consuetudini
i miei amici
le mie responsabilità
le mie opportunità
le mie passioni
i miei errori mai accettati
tutto.
Confezionerò la mia vita dentro ad una valigia, dietro ad un sorriso sereno e fra le pagine di una libro o fra le note di una canzone che mi acompagneranno.
Cercherò qualcosa o qualcuno che molto probabilmente non troverò, che quasi certamente non esiste, almeno al di fuori di me.
Camminerò lento verso esperienze senza dubbio importanti, verso scelte inevitabilmente difficili, seguendo il tempo che, inesorabilmente, mi chiederà di non dimenticarmi di lui.
Del fatto che lui esiste ed é l’unico a non essere vittima di se stesso, ad essere immortale.
Prenderò trempo.
Perderò tempo.
Guadagnerò tempo,
Sprecherò tempo.
Ucciderò il tempo.
Scorderò il tempo.
Non farò altro che ricordarmi che potrò esserci per me stesso soltanto finché non mi dimenticherò che la vita é come una sfida, un salto nel buoi, una scommessa.
E che come ogni contesa che si rispetti, il suo inizio non corrisponde mai con la sua fine.
E che il mio inizio é il punto da cui sto partendo ora.
E che il mio arrivo potrebbe essere ovunque intorno a tutto questo mondo.
Non siamo uguali a nessuno, non lo siamo mai stati.
Il bisogno d’esser felice ci accomuna.
Soltanto quello.
Ed i modi per ottenere quella felicità sono infiniti, imprevedibili.
Ho abituato il mio cuore a credere che la felicità fosse ciò che ritrovavo al mio risveglio.
Ho illuso i miei sentimenti plagiandoli a pensare che la felicità fosse amare l’idea della persona che, ogni mattina, si svegliava accanto a me.
Ho sperato che ottenere la felicità fosse non sapersi solo, non credersi mai abbandonato.
Lascio invece che ogni cosa mi giunga con naturalezza, con spontaneità.
Perchè, almeno la felicità, voglio che sia una cosa non costruita. Non calcolata. Ma lasciata libera di essere. Di nascere. Di crescere. Di esistere. Di morire.
La mia felicità morirà con me.
Per questo lascio che non sia lei ad adoperarsi per raggiungermi.
Ma lascio che sia lei a farsi conquistare.
Come una donna. Come la donna più importante dela mia vita.Così.
Lascio tutto
la mia ragazza
il mio lavoro
la mia famiglia
le mie consuetudini
i miei amici
le mie responsabilità
le mie opportunità
le mie passioni
i miei errori mai accettati
tutto.
Solo così potrò capire cosa ho lasciato e cosa ritroverò.
Solo così capirò cosa perderò per poi poterlo riconquistare.
Questa non é una poesia.
Semplicemente la mia vita.
E se potete emozionarvi leggendomi ne sarò felice, perché non ve l’ho chiesto. Come non vi chiederò di essermi vicino.
In qualunque modo

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Relativo a Gionata Nencini

Mi chiamo Gionata Nencini, toscano classe 1983 e viaggiare in moto è la mia più grande passione. Nel 2005, a 21 anni, parto per il giro del mondo con in tasca solo 2.200 euro e oggi ho uno storico di 800.000 km percorsi in solitaria attraverso 78 paesi. PARTIREper è il blog che racconta le mie esperienze e quelle della mia community.

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