17 Agosto 2006
Mi sveglio con in testa un solo pensiero: Fabrizio.
Quell’uomo spesso mi é talmente vicino nel viaggio e nei sentimenti che esso mi suscita, da risultare inevitabilmente un soggetto nel mio viaggio e non al di fuori.
Fantastico pensare che sia stato proprio il mio viaggiare a farci incontrare. Prima online, tramite Partireper.it poi di persona quando da Dalian, sono stato invitato a raggiungerlo a Pechino dove volava per un viaggio di lavoro.
Un uomo che ha visto, sentito e compreso il mio viaggio e che tramite ciò che abbiamo condiviso durante e dopo quell’incontro a Beijing, ha cominciato a vedere, sentire e capire anche me.
Questo diario nasce il 13 Agosto. Lui lo legge e mi consiglia di rivederlo, di raffinarlo. Di critiche e rimproveri ne ricevo tanti, sin da quando sono partito. E nella maggioranza dei casi dribblo tutte le chiacchiere con una buona dose di menefreghismo o se mi diverte, scambiando qualche violento insulto via email.
Ma quello di Fabrizio non vuole essere un rimprovero, bensì un richiamo e per le persone a me vicine come lui, le persone a me amiche come lui, bhé, questi richiami suscitano sempre la duvuta dose di autoanalisi e domande.
Credo che in termini spiccioli questo equivalga a dare la valida considerazione all’opinione di un amico.
Ispirato da una notte quasi insonne di argomentazione con il virtuale Fabrizio che mi parla in testa, mi alzo alle 9 e faccio un video molto provocante sul tema “I punti di vista”.
Non lo spiego qui perché voglio che sia una sorpresa.
Sono a 170 Km Savannakhet, coperti a 6000 RPM dal primo all’ultimo per non farmi scappare l’occasione di scrivere a Fabrizio.
Mi fermo solo per fare benzina, non scatto nemmeno una foto.
Sono davanti al PC per 4000 KIT (40c di USD) che controllo la posta e trovo Fabrizio online. Dopo la nostra conversazione mi metto all’opera con il blog e con la risposta alle varie email ricevute.
Fra le tante scopro che Maurizio é un menestrello, che ho vinto 250 Euro in concorso di scrittura, che mia sorella Eleonora si é sposata in Congo, che Michelle é tornata da Bali ed ha letto il messaggio che ho lasciato in casa sua, che Miyako starà in Tailandia ancora per 30 giorni, che un idiota mi da del frocio e mi manda email del tipo [email protected] ecc.
Via dalla città dopo 4 ore filate di PC, vado in cerca di cibo.
Mi fermo in un villaggio dove nell’unico ristorante famiglia, la madre di due meravigliose bambine sta preparando per cena cavallette saltate.
Ho una fame che non ci vedo e mentre studio la preparazione delle locuste, mi rendo conto di quanto poco abbondante e polposo sarebbe un piatto di riso con degli insetti.
Li posso mangiare, ma per merenda.
Mi rifugio nel villaggio dopo, buio pesto. Mi fa solo l’abbagliante e tutte le aute che trovo mi segnalano. Qui mi fermo e per 10000 KIT (1 USD), ho doppia porzione di riso, carne, zuppa e con una scenetta ironica faccio ridere il gestore a cui chiedo di farmi fare una doccia.
Ora stanno chiudendo e devo rendere loro la penna che ho preso in prestito, perché quella nera comprata a Phnom Penh per 20c USD, non funziona già più.