6 Dicembre 2007
Lei dorme accanto a me.
Per fare l’amore abbiamo messo il materasso sul pavimento. I rumori del tardo mattino entrano dalla finestra. Facciamo la doccia assieme, ridacchiando complici nello scomparto stretto da una persona. Ci insaponiamo a vicenda.
Non avevo mai avuto un’amante ultra 40enne.
Mi cosparge di sapone, scendendo sotto alle mie ginocchie e sfiorando le piante dei miei piedi gentilemente.
CI rivestiamo in camera, stando attenti a non dare troppo nell’occhio ai responsabili dell’hostello che potrebbero notare il fatto che non sto pagando per l’alloggio. Lei é tuttavia felice di aiutarmi e di farsi complice di questi giochi da adoloscenti in cui sognava da tanto di potersi far di nuovo coinvolgere.
Scendo in strada in cerca di rispote.
All’ufficio Immigrazioni mi dicono che potrò ottenere il visto del lavoro facendo riempire questo modulo da un dottore, riportando analisi mediche, del sangue, radiografia al petto e certificato di non contagio per tubercolosi.
Il tutto mi costerà 400 dollari, più eventuali spese extra in caso di bisogno.
La clinica in cui mi reco é una clinica privata che mi fornisce prezzi indicativi e nozioni approssimative. Lo odio. Per il tipo di persona che sono ho sempre bisogno di sapere tutto per capire a fonda come la cosa funzione e poi approcciare al tutto a modo mio. Scegliendo ciò che mi é conveninente e scartando ciò che non lo é.
Mi reco quindi in un’ospedale pubblico dove la recepsionista ultra 50enne sembra trovarmi simpatico e di bell’aspetto. Mi dice tutto quello che voglio sapere e mi lascia una lista di cosa da preparare per le eventuali visite mediche.
Mi dice inoltre che, una volta richiesta la visita, ci vorranno 7 – 10 giorni per compilare il modulo per l’immigrazione e richiedere l’ottenimento del visto.
Devo quindi fare il tutto da Auckland, perché devo volare là entro breve per anticipare l’arrivo della moto da Melbourne.
Al Flight centre trovo un volo per Auckland da 96 dollari. Non posso prelevare perché la mia postepay funziona solo dalle 6:30 del mattino fino alle 22:30. Intanto giro per la città senza molto di pratico da fare, ma molte cose ancora da portare a termine e così mi trovo impotentemente privo di slancio seduto su una panchina in centro città.
Lei mi vede e mi raggiunge. Parliamo per un attimo, ma il modo serio con cui la fisso negli occhi per tutta una serie di preoccupazioni legate al visto, la mette in imbarazzo e se ne va, dicendomi di ripassare fra 30 minuti. Quando torna sto dormendo sulla panchina, poggiando la testa sulla borsa del laptop. Mi si sdraia di fianco, con la testa sulla pancia e mi accarezza la nuca con una mano.
Adoro il suo modo di farmi sentire il suo uomo, ma detesto il fatto di darle l’idea di esserlo, pur non volendo.
Torniamo all’hostello per l’ora di cena e la reception é chiusa. Saliamo sicuri in cucina dove gli altri ospiti lavano i piatti e mangiamo un’ottima cena a base di pesce cucinata da lei. Vino rosso nei nostri bicchieri.
Devo essere stanco. Dopo il secondo la forchetta mi scivola di mano ed il bicchiere spatte spesso con troppa energia sul tavolo, dopo ogni sorsata.
Lavo i piatti con impazienza e mi chiudo di nuovo in camera con lei dove ci spogliamo in piedi, affamati di altro cibo e di altro vino che cerco fra le gambe di lei.
Lavo i piatti con impazienza e mi chiudo di nuovo in camera con lei dove ci spogliamo in piedi, affamati di altro cibo e di altro vino che cerco fra le gambe di lei.
Questa é Silviane…
Francese di 42 anni….
mmmmmmmmmmmmmmm