NOTA: questo articolo è stato riesumato da un archivio web nel Luglio 2015 e postato rispettando la data originale in cui è stato scritto la prima volta. Testo trascritto senza alcuna correzione
Arrivo al consolato generale cinese in Pusan. In mano ho un foglio da riempire con i miei dati e una foto fatta in Giappone con una denutrizione che fa paura. In testa ho una gran confusione causata dalle classiche informazioni discordanti disponibili in rete.
Visto L, F, Z, B, singolo, doppio, multiplo, turistico, di lavoro, di amicizia, di simpatia…
Non ci capisco un cazzo e per sbarazzarmi di tutte ‘ste lacune vado a rifare la direttamente con la Cina. E’ il mio turno allo sportello e porgo il foglio compilato in versione ingenua “non so niente insegnatemi” e con una faccia di culo che la metà basterebbe. La signorina controlla i campi da me compilati e si allunga sul microfono che ci mette in comunicazione dietro al vetro di cristallo anti proiettili.
“How long do you intend to stay in China?”
Se possibile tre mesi. Altrimenti mi dica lei.
Mi dice lei che é impossibile stare tre mesi senza una lettera di invito a mio nome che accompagni la richiesta del visto consolare di tre mesi. In alternativa posso accontentarmi di un visto mensile o di un visto bimestrale con l’obbligo di uscire alla fine del primo mese e rientrare per avvalermi del secondo. Troppo sbattimento.
In Mongolia non ci vado. Ci sono – 35 gradi e poi le foto di Ian Hibell mi bastano per capire che se la moto mi fa uno scherzo la posso barattare con un cammello.
Torno da WooKyoung e dico che non ho richiesto il visto e che lo farò a Seoul. Dopo due settimane sono a Seoul. NOn trovo l’ambasciata onoraria perché a Novembre dell’anno appena passato, la sede si é trasferita. La trovo appena in tempo perché il visto venga emesse entro il 25, data in cui devo uscire dalla Corea per il limite di importazione della moto. Ricompilo il foglio, optando per i due mesi con un’uscita. Credo che prenderò un traghetto per Taiwan così vedo un posto in più. Allungo il modulo alla signorina che per miracolo mi chiede?
“How long do you intend to stay in China?”
E due….. Le dico che ho richiesto per 60 giorni, con un’uscita visto che tre mesi non li posso ottenere a causa di un maledettissimo invito (invitation) che non ho. Lei però é acuta e mi dice che se non ho l’invito, mi basta un amico cinese che fornisca il suo indirizzo, numero di telefono e nome per intero e potrò ottenere il visto di tre mesi. Rimaniamo interdetti per 15 secondi. Lei mi fissa, io macino idee alla velocità di un cammello mongolo. Ritiro il foglio e le dico di aspettare.
Mi ripresento dopo un’ora, a 5 minuti dalla chiusura, con un foglio riempito e la mia foto attacca sopra. Dentro mi auguro che vada tutto bene e che questa idea non mi penalizzi. Se la richiesta per il visto fallisce, potrebbero non accettare una mia seconda richiesta e a quel punto mi ritoverei a novanta gradi, come di solito passeggiano i cammelli in Mongolia. Mercoledì 25 Gennaio, ore 9 am, devo farmi trovare di nuovo all’ambasciata per prelevare (dopo la decisione dell’ufficio consolare) il mio visto di tre mesi.
Questa mattina sono con Jun, che mi ospita da tre notti. Sono l’unico allo sportello. MI assicuro che non ci siano poliziotti pronti a bloccarmi le mani dietro la schiena con le manette e spero. La signorina controlla poi mi invita a pagare i miei 35000 WON (35 dollari) e a ritornare allo sportello 1 per prelevare il visto. Non ci credo, ha funzionato.
Prendo il mio passaporto e vi leggo QUESTO.
Sono felice come un cammello mongolo a cui hanno insegnato a camminare su due zampe (a 180 gradi) e a riparare moto per guidarsela fino in Vietnam. Vorrei baciare Jun in bocca e dirgli che lo amo, ma voglio dormire un’altra notte sotto al tetto di casa sua e poi domani mattina ho il traghetto per la Cina che mi aspetta. Se avete bisogno di un visto turistico di tre mesi ditemelo, posso aiutarmi.
Un abbraccio.
gionata
ma quante ne so…..
vabbe’ ora ci devi dire che indirizzo gli hai dato!
E chi se lo ricorda…… 🙂