Ricordi della Corea del Sud
Città toccate durante la traversata in Sud Corea: Pusan, Yangsi, Ulsan, Kyongju, Taegu, Kimch’on, Yongdong, Kongju Taejon, Ch’onan, Suwon, Seoul, Inch’on
E’ Gennaio e la coreana in minigonna che mi fa strada verso la moto, mi sorride e quasi le scappa una risata.
Credo d’essere l’unico motociclista della storia che arriva a Pusan via ferry dal Giappone durante l’inverno.
Sono abbastanza tranquillo viste le voci secondo le quali non ci siano problemi per me ad importare e guidare la moto qui per cui mi dirigo alla dogana con un sorriso spontaneo, non di circostanza come quello che avevo in Giappone.
La mia patente internazionale é stata emessa poche settimane prima dall’Italia ed i miei parenti hanno provveduto a mandarla al consolato italiano in Pusan. Se non mi fanno entrare con la moto perché privo di quel documento, sono sempre in tempo a fare un salto all’ufficio consolare, ritirarla e tornare qui.
Durante la stesura dei permessi di importazione temporanea i doganieri chiedono di visionare il contenuto delle borse. Nessun problema, ma si stupiscono imbarazzati quando trovano fra la mia roba qualche rivista pornografica con cui ho passato le mie notti romantiche in Siberia, chiuso dentro la mia tenda.
Sorrido dandomi dello sfigato ed il doganiere, con gesto solenne chiude la borsa posteriore e mi dice che posso andare.
Non ho la tenda, che avevo abbandonato a Fushiki in fuga dai doganieri giapponesi e non l’ho ricomprata perché non ne ho avuto tempo.
Inoltre mi é scaduta l’assicurazione ieri, ma sembra che i doganieri, una volta dopo aver visto quasi 300 dollari in contati per le tasse di importazione, non abbiano più voglia di fare domande.
Raggiungo un internet point con connessione gratuita e, consigliato dall’ambasciatore italiano che ho conosciuto in Osaka, accedo al sito www.couchsurfing.com
Grazie a questa comunità on line é possibile costruirsi un profilo gratuito correlato di foto e ogni sorta di informazione e cercare un posto in cui dormire in ogni città del mondo.
Non sono previsti obblighi né il fatto di dover rendere la propria ospitalità alla persona che offre un posto per dormire, per cui mi metto in contatto con tutte le ragazze iscritte della città e dopo 4 ore sono seduto nella cucina di questa 26enne che mi prepara una cena mentre il suo cane mi annusa i piedi.
Ho 20 giorni di permesso di importazione pagati per stare e guidare in Corea e due delle cose principali che devo organizzare durante questa mia permanenza sono il visto cinese ed il biglietto del ferry che dalla Corea mi porterà in Cina.
Riesco a distribuire il mio soggiorno facendomi ospitare da 4 delle decine di membri iscritti alla comunità couchsurfing.com e così, adesso in compagnia della ragazza di Pusan, visito la città, vengo invitato a cena dalla madre e ottengo le prime informazioni sul visto turistico cinese.
Rimando il tutto a quando sarò a Seoul, la capitale.
Ad aspettarmi là, altri 3 membri CS che lavorano come insegnanti di inglese.
Durante la gelida tratta da Pusan a Seoul, noto improvvisamente l’ingranaggio del tachimetro rompersi, 3 lampadine del quadro spegnersi e le punte dei miei piedi perdere sensibilità per il freddo.
Sebbene abbia montato le moffole e indossi 3 paia di pantaloni sotto la tuta Clover, 10 ore filate in sella a Gennaio lungo la Corea invernale, sono un’esperienza difficile da gradire come una giratina primaverile sul passo del Muraglione.
Arrivo in periferia della città a tarda serata e mi fermo in una farmacia in cerca di direzioni.
L’infermiera é bellissima e parla un ottimo inglese. Sta chiudendo e mi offre di usare il telefono della farmacia e di scortarmi attraverso la città in cerca della periferia di Nouwon, dove Elizabeth, altro membro CS, mi aspetta per ospitarmi per un paio di notti.
Mentre la ragazza in auto mi fa strada nel traffico più impossibile, la moto perde colpi e rallenta.
Lo aveva fatto anche in Russia, una sera. Avevo cominciato a saltare sulla sella colpendo con il sedere e la moto, singhiozzando si era ripresa.
Ora sono nel mezzo della statale della città di Seoul che emulo un amplesso sessuale a candela con la mia moto e attiro l’attenzione di tutti i conducenti che fanno ritorno a casa.
Inoltre, fermo ad un semaforo con la moto che non regge il minimo, mi viene simpaticamente fatto notare che nessun veicolo a due ruote, per legge, é ammesso sulle tangenziali.
Perdo di vista la ragazza che mi scorta, la moto si ferma ed ho freddo.
Scendo dalla moto e mi incammino cercando l’ispirazione e quando ritorno indietro e riavvio il motore, la moto riparte come nulla fosse accaduto.
Driblo ogni auto con i miei 400 kg di moto e “agile” vado in cerca della macchina che mi scortava, quando per magia trovo il cartello che indica la destinazione verso la quale ero diretto.
Chiamo Elizabeth e lei passa a prendermi per portarmi a cena fuori.
A casa sua faccio una doccia e mi spengo su un materassino che mi ha sistemato sul pavimento.
Qualche giorno dopo sono fermo ad una stazione della metropolitana ad aspettare John, il mio terzo membro CS che come un fratello, mi prende sotto la sua ala protettiva e fa del mio soggiorno a casa sua una vera e propria esperienza terapeutica.
Viaggiando in solitaria come faccio, non mi é facile confrontarmi con persone tanto simili a me come lo sia stato lui nella settimana in cui mi ha ospitato.
Padroni dello stesso sarcasmo ed ironia e vittime della stessa sensibilità e ricerca per le cose, ci confrontiamo su molti degli aspetti che nella vita sembrano avere più valore di altri.
In compagnia di John, quando é libero da lavoro, andiamo a bere birra, a fare spesa, a cena con i suoi amici, a ballare, a fare gli idioti infastidendo le ragazze, a visitare la città nelle sue parti più turistiche ecc.
E’ come un fratello che non mi é stato presentato alla nascita, ma che nonostante il tempo e la distanza, mi é vicino più di persone che conosco da una vita.
Una sera con il suo aiuto, organizzo una cena con la bellissima farmacista che mi aveva scortato a Nouwon e di cui ero riuscito a ritrovare il numero.
Mi accorgo dopo 12 ore che sono uscito, di aver lasciato ad un ATM in un supermercato la mia Poste Pay con 1200 euri dentro.
Torno al supermercato e senza speranze raggiungo l’ATM, ma la mia poste pay é ancora lì.
La Corea sembra vantare un tasso di criminalità molto basso, una quantità di belle donne altissimo e una passione per il cibo spropositatamente adeguata al mio costante appetito.
A lume di candela corteggio la farmacista assaggiando Kimchi ed altri sapori locali della Corea per poi raccontare ogni momento al mio buno amico John che mi aspetta a casa a fine serata.
Negli ultimi 5 giorni sono da Jun, un ragazzo coreano con il quale mi dedico all’emissione del visto turistico cinese di 3 mesi. Mi presento all’ambasciata con un foglio compilato, delle foto, dei contanti e dopo 4 giorni ho 90 giorni di turismo per girarmi la Cina in moto.
Giro per la città, visito ricostruzioni di paesi vecchio stile coreano e mi aggiro mai sazio per i centri commerciali con Jun, scoprendo la quantità innumerevole di assaggi che vengono quotidianamente preparati nei vari reparti (carne, pesce, pasta, latte, yogurt).
Il penultimo giorno Jun passa una giornata al telefono per me, ottenendo le informazioni che mi servono per esportare la moto ed imbarcarmi sul ferry per la Cina.
Senza il suo aiuto non avrei potuto sbrigare tutte queste faccende in un pomeriggio.
Come ricompensa, decidiamo di andare assieme all’hot spring coreano, dove nudi mischiati a decine di altri coreani, facciamo bagni e docce di diverse temperature per poi rinchiuderci in saune da 60, 80 e 100 gradi centigradi.
Quando esco ho la pelle di un neonato ed un gran appetito. Come sempre del resto.
Il giorno dopo sarà sempre Jun a farmi strada in auto verso il porto, la dogana, ed i vari uffici in cui farà da interprete per facilitare le pratiche di esportazione della moto che adesso é a bordo di un ferry diretto verso la tanto sognata Cina.
Ricordo sbarcare in Corea e guidare finalmente di nuovo sul lato destro della carreggiata.
Ricordo arrivare esausto a casa di Wookyong, la ragazza che mi ospita, e sentirmi di nuovo protetto dal freddo ed accudito dalle sue cure premurose.
Ricordo le miriadi di persone che vogliono incontrarmi, parlare con me, conoscermi perché i miei HOSTS hanno raccontato loro di avere un ospite italiano che gira il mondo in moto.
Ricordo tenere due ore di lezione in inglese nella scuola dove John lavora e trovarmi a rispondere a decine di domande curiose come “ma come fai a lavarti quando viaggi?”, o “quanto tempo senza lavarti sei stato in viaggio?”
Ricordo camminare a piedi nudi sulla spiaggia nell’inverno coreano con alcuni nuovi amici, una birra in mano e la gioia di potermi raccontare a persone che hanno voglia di ascoltare.
Ricordo le mie labbra su quelle di una ragazza coreana che timida indietreggia e poi ritorna a me con un abbraccio ed un bacio ancora più passionale.
Ricordo la multa indecifrabile che trovo attaccata su carta adesiva gialla sul mio parabrezza per aver parcheggiato la moto in un posto inopportuno.
Ricordo il gelo sui miei piedi, per la seconda volta come accadeva ad Agosto in Siberia.
Ricordo l’abbraccio di Elizabeth nella Seoul di notte, che mi appare così immensa. E poi la cena al caldo in un piccolo ristorante di strada.
Ricordo l’abbraccio di John che mi porta a casa, mi mostra dove é il bagno ed il mio letto e poi esce di casa per andare a lavoro lasciandomi le chiavi di casa.
Ricordo ogni giorno in cui lui torna a casa e io gli preparo la cena e gli metto in ordine la casa perché lui é anche un amico per me.
Ricordo cosa mi serviva per il formulario del visto cinese, cosa non avevo, cosa mi sono inventato e 4 giorni dopo l’emozione e la sorpresa nel realizzare che il visto era stato emesso.
Ricordo la fila immane di passeggeri per il ferry diretto in Cina e il capitano che viene da me, mi chiede se sono io “quello in moto” e che mi prende a braccetto e mi fa salire sul ferry per primo perché devo sistemare la moto nella stiva.