Minchia come passa il tempo.
Sono entrato con 200 Euro in Australia il 5 Dicembre dell’anno scorso, e come un soffio, sono già passati 12 mesi.
Ian mi aspetta in salotto con un caffé caldo per me. Guardiamo dei video musicali in tv e ricapitoliamo il da farsi per l’intervista. Quando se ne va i bimbi sono tutti svegli e mi concedo qualche mezzo’oretta per giocare con loro.
Prima ai video giochi dove ricordo essere stato un vero campione negli di infanzia. Adesso perdo contro il bambino di 8 anni e sono comunque contento. Sorride imbarazzato come avrebbe fatto mio nonno se mi avesse sfidato quando avevo meno di 10 anni.
Ella mi chiama Mammo e mi aspetta sul trampolino, mentre la madre ride sentendola ripetere quel nomignolo. Saltiamo e ridiamo e saltiamo ancora. Sento che mi mancano i miei bimbi dell’asilo nido in Brisbane.
Lascio la casa di Ian ringraziando dell’ospitalità e passo da Camilla per lasciare la borsa da sella davanti alla porta di casa. Ho un appuntamento con la francese in centro per un giro i moto, ma sono in anticipo per cui mi chiudo in libreria con il computer.
Alle 14 ricevo la chiamata che aspettavo ed esco nell’atrio della libreria dove abbraccio la mia amante e la bacio facendole qualche domanda. Le spiego che la moto é piuttosto scomoda, ma che per una giratina non dovrebbero esserci problemi. Lei si ancora al mio busto e partiamo direzione campagna.
Dopo due ore le ombre degli alberi si proiettono in piccole e sinuose viuzze che salgono e scendono da colli freschi di primavera. Viaggiamo in silenzio mentre il sole si scalda mitigato dal vento che sfidiamo in velocità e facendoci sudare quando troviamo un semaforo a cui doverci fermare.
Siamo in città nel tardo pomeriggio e ci chiudiamo in un Sushi bar a consumare assieme l’ultimo spuntino prima di un ennesimo saluto.
Dopo più di mezz’ora che siedo con lei e arrossisco per la porzione di wasabi troppo abbonsante che ho sciolto nella salsa di soia, mi accorgo di non avere il computer con me e di averlo abbandonato accanto alla moto nel parcheggio in città.
Mentre sappo pallido mi maledico per la distrazione (le donne mannaggia mi fanno un brutto effetto) e corro preso dal panico verso la moto che é parcheggiata ad un chilometro di distanza.
Dentro a quella valigia ho un laptop, tutte le foto e video accumulate in 3 anni di viaggio, il biglietto aereo per la NZ, i documenti moto, i documenti di lavoro, i dati del mio conto bancario con password e chiavi di accesso alle transazioni. Ho perfino le riviste con i miei articoli usciti in giugno e marzo, il libro che mi ha prestato Ian e i biglietti da visita di tutti gli amici che ho conosciuto per strada.
Se me lo hanno rubato posso anche tornare a casa.
Quando svolto l’angolo che mi separa dalla moto sgrano gli occhi e trovo la borsa ancora lì al suo posto, posata per terra che si appoggia appena sulla ruota della moto. E davanti alla moto la folla della strada principale, della libreria e del marciapiede.
Ho avuto un culo notevole, ma credo che non mi ricapiterà più per cui meglio imparare la lezione.
Il bacio di “addio” con la francese dura più del dovuto e faccio tardi al mio appuntamento con Marco e Virginia per la festa Italo Natalizia che hanno organizzato a casa loro.
Solo per trovare il campanello giusto suono a tutti i condomini del palazzo. Quando entro Marco é al bbq e Virginia mi abbraccia sorpresa di vedermi arrivare senza aver dovuto nemmeno aprire la porta di casa.
La serata é meravigliosa. Virginia é la donna di casa e gli ospiti portano pietanze che hanno preparato da casa. Ottima l’atmosfera e curioso l’iter di ospiti che arrivano e se ne vanno spesso rivelandosi essere gli amici degli amici di cui nessuno a mai sentito parlare prima.
Si mangia si beve si ride si chiacchiera ci si conosce. La maggior parte sono italiani che vivono o che viaggiano in Australia. Ci sono anche gli australiani che lavorano con questi espatrioti o che si sono in qualche modo fidanzati e adesso hanno una famiglia in Melbourne.
Ci sono due ragazze cinesi che, come per tradizione, siedono sul divano con un drink senza disturbarsi troppo a fare conversazione e poi un mitico australiano che ha vissuto in italia in qualità di cheff e adesso mi racconta del suo approccio con lo Stivale.
A fine serata incontro Francesca, una ragazza di Milano che ha il senso dell’umorismo e la semplicità che mi piace. Sediamo fino a tarda sera scambiandoci storie e cazzate che ricordiamo dai nostri programmi preferiti in tv.
Alle 4 del mattino siamo tutti cotti, stanchi e contenti. Mi meraviglia vedere Virginia e Marco alle prese con le pulizie della cucina con ancora quella elegante capacità di trattarmi da vero ospite. Più che mi offro di aiutare più che non ci riesco. Ma credo che quello sia l’arte di essere ospitali in casa propria. Insomma una serata da 10 e lode.
Collasso sul letto della stanza degli ospiti dove il mio pseudonimo a caratteri cubitali verdi é ancora affisso al soffitto e mi addormento di botto!