Sveglia alle 5:30. Alba. Silenzio.
E’ passato già un anno. Un anno dai miei giorni in Tailandia con Miyako. Un anno dalle mie notti in camera con lei. Un anno dalle parole che l’hanno fatta ridere, poi piangere.
Un anno dalla prima pagine di questo diario, che tuttavia non racconta nemmeno 1/10 di ciò che mi é accaduto da allora.
Ho 24 anni e sono in piedi davanti alla mia moto che dopo anni, ancora aspetta che le monti in sella per guidarla chissà verso dove.
L’anno scroso non mi sarei svegliato a quest’ora nemmeno una volta. Forse mi é capitato in Vietnam quando ho dovuto riparare la ruota alla Mink. Questa volta invece il tempo che é passato incide anche sul mio approccio al viaggio. Stare a dormire fin’oltre le 11 ogni volta può avere il suo vantaggio, ma comporta rinunciare ad elementi che in viaggio, primo o poi, é bene non perdersi.
Quel momento di consapevolezza o di riassestamento dei miei ritmi biologici é quindi avvenuto e come un anziano che dorme 4 ore a notte per non sprecare alcun momento di quella poca vita che gli rimane, anche io metto da parte la pigrizia per vedermi un pò più di mondo mentre lo attraverso in moto.
Ho particolarmente sfiga con la videocamera. La cassetta finisce sempre quando non dovrebbe.
Alle 6:30 sono pronto, manca solo l’olio. I chilometri medi sono confermati. 200.
Alla prima sosta benzina ho un corvo che appena gli volto le spalle mi plana in picchiata sulla testa. Ci gioco un pò poi mi chiudo in bagno. Offrono la doccia, ma pur di non lavarmi in quel letamaio, preferisco pagarmi la prossima doccia.
Quando mi fermo per la seconda sosta benzina sono al mio 300simo Km e sono appena le 12.
Per strada ho visto cammelli, canguri, mucche, cavalli, acquile ed ho scorto l’oceano pacifico, brillare come un gioiello azzurro sotto il sole umido del primo mattino.
Faccio pieno e mi metto comodo su una panchina che da sul lungo mare. Passeggio scalzo sulla riva, é una bella giornata, ma per colpa di coccodrilli e sting rays, non posso tuffarmici. Un minatore mi racconta del suo recente viaggio in Armenia. Mi chiede se sono stato in Georgia e gli dico di si.
Saluto la venditrice di Beef Pies e mi rimetto in marcia.
Quando giungo in Cairns sono le 16. Nel parcheggio della Lagoon parlo con una ragazza, ma quando arrivo in spiaggia non riesco a trovarla tra la folla.
Puzzo ome un cadavere. I miei piedi specialmente. Prima di rivestirmi mi faccio una doccia e così indosso vestiti puliti.
Compro carne, salsa di pepe e un torta per festeggiare il mio 24simo compleanno in spiaggia cucinandomi un bbq. Provo a scaldare la serata con un gruppo di giapponesi e coreani. Mi fanno un applauso per la pronuncia, ma poi se ne vanno.
Accanto a me arriva una donna sulla 40ina. Appena le sorrido mi parla con un accento cinese per cui sfoggio le mie frasette.
Dopo 15 minuti sono seduto al tavolo con tutti i familiari, mangiando la mia carne ed alcuni manicaretti che loro hanno cucinato.
La zuppa di pollo é sublime. Arrivano anche figli e nipoti. La ragazzino con cui parlo ha 12 anni e parla un ottimo inglese. Parla addirittura italiano e quando lo sfoggia mi scoppia una risata.
Cantiamo, facciamo foto, mangiamo e giochiamo. Mi fanno pure un regalo (Smarties). Toccato e stanco, vado in cerca di un posto per la notte.
Le spiaggie sono bombardate di cartelli, nei campi coltivati si celano luci di vedetta che mi fanno presagire l’imminente arrivo della polizia nelle prime ore del mattino e così, un po’ per caso e un po’ per fortuna, trovo un angolo ricoperto dagli alberi e mi accampo accanto ad una stradina secondaria amorevolemente animato da inquietanti scricchiolii, rapidi fruscii, ragni enormi e le stelle nel cielo che, come sempre, mi danno la serenità che mi basta a farmi dormire.
Buon compleanno Gionata