Sono pigro.
Mi sveglio 5 volte per il freddo (l’aria condizionata é altissima), ma non ho voglia di ritornare allo scompartimento per dormire seduto e quindi cerco di riaddormentarmi. Ho l’oblò accanto al divano e cerco di guardaer il mare, ma fuori é tutto buio.
La nave oscilla. Adoro dormire a bordo di un ferry.
Quando mi sveglio é già ora di scendere. Indosso la tuta, stivali e guanti e mi svincolo fra il traffico di Melbourne in direzione Honda Australia. Arrivo con un ora di anticipo, ma il custode del parcheggio mi invita ad entrare negli uffici e sedermi in sala mensa con una tazza di cioccolata calda in mano.
Si chiama Claus, é tedesco, vive qui da 25 anni ed é simpaticissimo. Prende il giro il direttore, ma quando gli chiedo della sua via e famiglia, cambia discorso e se ne va con tono indaffarato.
Non c’é molto da fare oggi in Honda. Aspettiamo gli ultimi ricambi. Ruzzola del tachimetro. Vetro faro anteriore. Gommotto cavalletto centrale.
Saluto Antonio, il meccanico italo australiano che ripara la mia moto e me ne vado in centro città con la VFR.
Dalla libreria leggo vecchie mail, rispondo, controllo le statistiche del sito, mando mail e cerco informazioni su cose che mi servono. Lisa Evans, la giornalista Honda, ha già scritto il mio articolo e me lo manda in pdf per l’approvazione.
Due ore dopo che é pubblico mi chiama un ragazzo italiano sul cellulare. Si chiama Marco e mi invita a cena.
Per arrivare a casa sua mi perdo un paio di volte, ma alla fine riesco a farmi venire a prendere all’incrocio più vicino a casa sua e siedo a tavola con la sua ragazza ed il collega di lei.
Come sono logorroico quando mi capita di raccontarmi in italiano! Una sorta di necessità incontrollabile di esprimermi in un modo che in inglese non mi é possibile.
Loro ascoltano interessati, puoi sorepsi, poi imbarazzati da tanto accumulo di parole e parole e parole. Ma la cena é ottima e per sfamarmi devo tenere la bocca chiusa. Le loro domande sono interessanti e rianimano in me la voglia di mettere in chiaro con che spirito viaggio e perché lo faccio.
Partireper.it suscita una sorta di fascino nelle persone, ma non é ancora chiaro che l’attendibilità della sua filosofia, sono persone come Marco ed i suoi amici, a confermarla e non persone come me.
Loro hanno lasciato l’Italia in cerca di qualcosa di nuovo, migliore e stimolante ed ecco che adesso mi ospitano in un bellissimo appartamento raccontandomi della positività della loro scelta, dei vantaggi, delle soddisfazioni e della vera possibilità di spostarsi più volte nel mondo con la voglia di mettersi in gioco e lavorare.
Si fa tardi e manco all’appuntamento con il ragazzo che si era offerto di ospitarmi. Chiedo apertamente a Marco se posso dormire sul divano e divento rosso paonazzo dall’imbarazzo quando lui mi risponde con una grassa risata.
Non é come quando ti docono “NO!” seccamente o con una scusa. E non é nemmeno come quando lieti e rallegrati dalla domanda, ti rispondono con un “MA CERTO FIGURATI”. La sua risposta è una risata divertita. Come se davanti a lui si manifestasse qualcosa di previsto.
Ma alla fine mi dice che si, posso stare e dormirò nella stanza degli ospiti.
La conversazione riprende. Chiama mia madre al cellualre ma la congedo come faccio sempre dicendole di smettere di chiamare negli orari dei pasti. Non faccio in tempo a districarmi nelle spiegazioni ironiche che devo a Marco ed agli altri che subito vengo messo in contatto con mia madre dall’account skyoe dei due che, per rispetto, escono in terrazza per non ascoltare la conversazione.
Mia madre era preoccupata perché dalla Tasmania non mi ha più sentito e quando chiamava io ero a cellalare spente a dormire in tenda.
Saluto con affetto e torno ai miei nuovi amici che leggono con me alcuni dei miei articoli e commentano cose che, dopo mesi di viaggio, diventano ordinarii punti di vista.
Il problema é cambiare mentalità. E gli italiani hanno una mentalità diversa da molti degli paesi europei. Una mentalità spesso provinciale e limitata.
Per cambiarla servono persone come Marco e la sua ragazza. Persone in grado di dimostrare che farlo si può e che molti lo stanno già facendo con ottimi risultati.
Vado a letto dopo una doccia nel loro bel bagno e rido perché sul muro sopra al mio letto c’é un cartello con su scritto ROCCO SIFFREDI.
Che onore.