La luce non filtra attraverso l’albero sotto al quale mi sono accampato.
La moto adesso é perfetta. Sembra davvero un ovino a due ruote. Che mi porta in giro per il mondo. Porta me a pascolare per le colline dei 7 continenti. Più la guardo più la amo. Più la amo più sono felice e così, per festeggiare, mi ritrovo a pagare 5 dollari per una colazione a base di fich and chips. Un suicidio fritto che ucciderebbe una mosca affamata.
La corsa continua e scelgo tutte strade sterrate e non trafficate. Ci sono punti in cui la strada si perde talmente tanto nella vegetazione che mi viene un senso di smarrimento e terrore. Ma dura così poco da rendere la corsa fra i boschi ancora più entusiasmante.
Sfrezzo a 100 km/h poi 120 su un tratto sterrato lunghissimo e ondeggiato. Sento la ruota posteriore spostarsi in base ai cumuli di ghiaia e spingermi avanti come stessi fluttuando.
Dietro di me una scia densa di polvere che copre tutto quello che ho appena attraversato.
Mi ritrovo a Taupo dopo poche ore.
Sono a 340 km da wellington e sono in contatto con Margot via sms. Devo essere lì per le 18 e qui adesso sono le 13. Faccio il pieno e sfreccio a tutta birra.
Appaiono due grandi montagne all’orizzonte e adesso il paesaggio si definisce in maniera meno civile ed addomesticato. I bordi della strada sono fatte di rocce rotondeggianti scavate fino a dare loro l’accesso astrade asfaltate strette e scure.
Sulla cima delle due montagne scorgo neve e vette ripidissime.
La vallata che sta alla loro base non é altro che un parco nazionale. Ecco il perché di tanta desolazione. Le pesone pagano per venire qui e godere di ciò che di maglio la natura ha da offrire.
Guido nella valle. Poi risalgo fra i tornanti con la telecamera in mano. Spunto sulla costa ed il sole splende sullo specchio del mare mente le curve si susseguono facendomi scendere verso sud.
Margot mi conferma per le 18. Sono le 16:30 e sono a 69 chilometri da Wellington.
Clod aspetta un mio messaggio in anticipo. Mi sposterò da lui domani.
Quando arrivo Margot non é a casa. Al telefono mi dice di prendere le chiavi che ha nascosto nella cassetta della posta e fare come se fossi a casa mia. Quando arriva io sono sotto la doccia che canto Bryan Adams.
Mi portano fuori per un concerto gratuito nel parco. Bellissima atmosfera estiva. Il gruppo suona tutta la notte, che allunghiamo con della birra e del vino. Io porto anche qualche snack.
La band si chiama i Volunteers. La gente adesso ubriaca balla accalcata davanti al palco dove io mando occhiate alle ragazze scollatissime che mi sorridono. Faccio delle foto da vero italiano invadente con due inglesi che bacio sul collo. Se la ridono.
Facciamo altre foto. Poi mi ritrovo ad aspettare decine di minuti davanti al bagno.
Quando torno a casa con Margot e gli altri, mi arrendo e decido di rimanere a casa. Gli altri escono per quello che per loro é il venerdì sera di festa. Io ricarico tutte le batterie video camera e fotocamera e quelle del cellulare. Scarico le foto e le rinomino sul pc. Faccio una lavatrice e mi rifaccio la doccia.
Il ragazzo di Margot dormirà in camera con lei e così mi viene offerta la camera da letto.
Sono piuttosto brillo per colpa del vino e così, con la mente offuscata, mi getto nel letto con tutte le faccende fatte e mi addormento.