Gionata in viaggio, TAPPA 4: Nuova Zelanda

14 Gennaio 2008

Ho alcune cose da fare. E poi non ha senso che stia sempre davanti al computer, specialmente quando ho fatto tutto quello che potevo.

Scalzo, con le scarpe appesa a due delle mie dira, mi incammino fra i viottoli di Wellington, scendendo lunghe rampe di scale che si inseguono fra i palazzi. La zona dove Margot ed anche Clod vivono, si chiama The Terrace. Immagino che la serie infinita di scale che la posizione così in alto rispetto al centro città, ne sia il motivo.

Prima cosa da fare, capire perché a distanza di oltre un mese, la carta di credito del conto in banca ANZ neo zelandese, non é ancora arrivata.

Indosso le scarpe ed entro. Una signorina mi viene subito incontro, ma la respingo dicendole che so già cosa devo fare. Allo sportello mi viene fatto presente che la carta di credito non é mai stata richiesta e così me ne faccio fare una al momento, senza il mio nome inciso sopra.

Decido il pin, decido i codici di accesso per il web banking e intanto mi chiedo in Italia che diavolerie ci andremo ancora inventando per mettere a disposizione dei giovani dei conti bancari.

Segue la domandona al Flight Center, per capire se posso acquistare il biglietto per il ferry on line, tramite la loro agenzia. I soldi che avevo preso in prestito da mia madre (in attesa che le tasse che ho pagato in Australia mi vengano rimborsate) sono già finiti. MI sono durati un mese.

Così, non potendo pagare con carta poste pay per la tariffa più economica chiamata web fare, adesso ho solo dei contanti nella carta risparmi ANZ e cerco di pagare con quelli tramite agenzia.

Il Flight Center e la ragazza che mi accoglie al bancone, non possono aiutarmi. Io esco sorridendo ripensando alla faccia di lei quando ha visto che camminavo scalzo con un paio di stivali in mano.

Questi Kiwi si impressionano così facilmente…

Terza tappa, fare la spesa. Ovvero colazione e ricomprare tutte le cose che ho mangiato in casa di CLod. Durante le ricerche, vengo avvicinato da una ragazza che raccoglie fondi per Green Peace. Andrea, da buon esperto della marina italian, mi aveva raccontato di Green Peace e mi aveva portato al porto di Auckland a vedere l’originale nave Esperance 2 in procinto di partire per la missine al polo sud.

Mi sento molto più vicino alla loro reltà adesso, anche se non ne conosco molto. Propongo alla ragazza di lasciarmi un coupon con cui raccogliere materiale che un giorno potrei pubblicare su Partireper.it al fine di sensibilizzare anche i miei lettori.

Saluto la ragazza, la abbraccio. Mi dirigo verso il supermercato, ma non lo trovo. Inoltre tira un vento impossibile ed io sono con la maglietta Scottoiler e basta. MI rinchiudo in qualche negozio e poi finalmente trovo il supermarket New World. Dentro compro uno sfilatino al salmone con verdure da 6 dollari. Un succo e sono contento così. La ragazza alla cassa é vietnamita ed é sopresa delle poche frasi che le dico nella sua lingua.

Mi fermo a mangiare il panino davanti ad una stazione da skateboard che il comune ha costruito per i giovani. Ci sono decine e decine di ragazzini, di ogni età che, senza violare lo spazio altrui, fanno triks e si divertono liberamente.

In Italia, di cose così, ne ho vista una in 10 anni. Forse per questo ho iniziato a fare skate board ed ho abbandonato subito.

Per ammazzare il tempo entro in un negozio di computer chiedendo il prezzo di 2 slot da 1 GB di ram da laptop ed un disco rigido esterno USB da 160 GB. Mi chiede un totale di 400 NZD che sono 200 Euro. Molto meno dell’altra volta, ma farò questo investimento non appena sarò fermo a lavorare e avrò uno stipendio con cui permettermi certi lussi.

In un negozio da bici, chiedo di una helmet camera.

Mi indirizzano a dei negozi da alpinismo e da elettricisti. Dal manuale di Jaycar, una micro video camera a colori con mic incorporato mi costa 59 NZD. Il problema sarebbe alimentarla e registrare quello che la video camera vede, perché nel pacco é inclusa soltanto il sensore ottico della telecamera e niente più.

Sarebbe un passo avanti dotare me e la moto di 3 micro camere così. Un po’ come Long Way Round. Una sul casco. Una che punta verso di me ed una che punta davanti a me da dietro le mie spalle. Poi magari anche un microfono dentro al casco, in modo da registrare quello che dico.

Sogno e sogno davanti ai cip e circuiti, immaginando cosa sarebbero i cool videos se disponessi di una tecnologia tale. Ah, meglio non pensarci…

Vado a fare la spesa e, a carrello pieno, vengo chiamato alla cassa dalla cassiera più carina. Poso la spesa sul banco e commento ad alta voce:

“Mi é toccata la più carinaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa”

Lei mi chiede di ripetere alché le dico che mi é capitata la cassiera più carina. Non sorride, ma abbassa lo sgurdo. Poi con occhi vividi mi chiede da quanto sono in città e quanto rimarrò. Mento dicendole che starò a Wellington per 12 mesi e che, si, forse la vedrò più spesso visto che farò la spesa sempre lì.

Le chieo il nome e la saluto con un sorriso. Appena fuori, la ragazza che raccoglie firme e fondi per volontariato, mi attacca bottone. Le dico che non sono interessato a contribuire, ma che le auguro buona fortuna. Le porgo un cioccolatino di quelli che ho appena comprato. Uno anche alla collega che lavora sull’altro marciapiede. Mentre mi butto per un abbraccio lei urla “Oh my god!!” alché la tengo stretta fra le mie braccia e la bacio sulla guancia.

Sono proprio in vena oggi. E poi qui le donne si impressionano così facilmente.

Sulla via di casa chiamo Kate che mi dice di essere a casa. Non ho le chiavi e così ho chiesto a lei il numero per poter sapere quando trovarla a casa per poter entrare. Tutte scuse per avere il suo numero di cellulare.

Prima di ritornare sulle rampe di scale che salgono, mi affianco ad una coppia che cammina nella mia direzione e chiedo loro perché in città le persone non si parlano. Le due sembrano sconvolte dalla mia apparizione e cambiano marciapiede dopo avermi risposto a monosillabi.

Nel pomeriggio guardo un film chiamato ONCE WERE WORRIORS.

Parla dei Maori. Dovete vedere quel film!!

In serata ritorna Clod che dice di aver invitato un amico. Si chiama Michele ed é un kiwi di origini italiane che vive e f la spola fra Italia e Nuova Zelanda, per lavoro. Gli chedo, nella situazione in cui si trova e per le esperienze che ha avuto, che tipo di differenze ci siano fra Italia e Nuova Zelanda.

Mi dice che, é tutto un altro mondo. Ma fa una ragionevole ed interessante lista di pro e contro per entrambi i paesi.

Michele se ne va dopo un bicchiere di vino. Clod mi da la buona notte e se ne va a letto e rimango in salotto con Kate. Fra una battuta e l’altra, le dico che, visto che sono stato così bravo oggi, busserò alla sua porta e dormirò nel suo letto.

Dal suo sguardo traspare qualcosa. E la sua risposta lo conferma. Sembra timida, per via della lunga pausa che prende, ma poi dice che, diamine, non se lo era mai sentito dire così direttamente. Le dico che non ci vedo niente di male a condividere un letto e che non ho intenzione di stuprarla. Lei ride dicendo che ne era convi
nta e che dormire abbracciati piace anche a lei.

Finisco di lavare i piatti e finisco le mie cose al computer. Lei si fa una doccia e prima di entrare in camera, mi viene vicina ed interrompe il mio cazzeggiare al pc per la prima volta. Mi chiede cosa sto facendo e, se non fosse per il fatto che non me l’ha mai chiesto prima, crederei la sua sia una domanda di cortesia. Ma io ci leggo qualcos’altro. Come se volesse rimettere la palla in campo sul discorso del dormire assime proprio adesso che si é preparata per andare a letto.

Le dico che mi spiace di averla messa in imbarazzo con la mia domanda, ma lei nega tutto e dice che non mi devo preoccupare. Per un attimo sento di volerle chiedere

“Allora? Dormo nel tuo letto stasera?” ma per non so quale motivo mi alzo, le dico di abbracciarmi e labacio. Lei ricambia il bacio ed io, che ho tutte le carte pronte, faccio retro front e le dico di andare a letto.

Frocio!

Spengo il computer. Spengo la tv. Faccio una doccia e per 15 minuti fisso la porta di camera sua chidendomi perché non ho chiesto una seconda volta di dormire in camera con lei.

Super Frocio!

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Relativo a Gionata Nencini

Mi chiamo Gionata Nencini, toscano classe 1983 e viaggiare in moto è la mia più grande passione. Nel 2005, a 21 anni, parto per il giro del mondo con in tasca solo 2.200 euro e oggi ho uno storico di 800.000 km percorsi in solitaria attraverso 78 paesi. PARTIREper è il blog che racconta le mie esperienze e quelle della mia community.

Un pensiero su “14 Gennaio 2008

  1. tommy ha detto:

    clod mi dice che sei un matto ( in senso buono ) ma questi tuo articoli mi fanno troppo spiciare..haha..bella Gionata, io vivo ad Hamilton, magari prima di partire per l’argentina ti passo da auckland a salutarti.

  2. Gionata Nencini ha detto:

    Io sono qui fino a Dicembre. Fammi sapere.
    02102229596

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