17 Gennaio 2008
Sono incastrato con la moto in questo ciottolame di fiume prosciugato. La moto é pesante o forse sono io che non ho forze visto il digiuno.
Appena esco dal letto del fiume parto verso la costa Ovest. Tira più un pelo di figa che un carro di buoi.
A Murchison mi arriva in sms di un’altra Lei che ho conosciuto in Vietnam e frequentato a Sydney. Due donne così diverse. Che ridono di cose diverse e sono animate da sogni diversi. Ma che mi sono entrate dentro nello stesso implacabile modo che ogni donna ha quando corrisponde ai miei gusti.
Rispondo all’sms e quando riparto squilla subito il telefono. E’ Lei che mi dice sarà nella costa dell’Ovest fra poche ore. Decidiamo di trovarci in una città di mezzo chiamata Hokitiki.
Proseguo a passo forzato e arrivo nella città con la pioggia. Scelgo come riparo il grande tetto di una stazione di servizio Bp e aspetto.
Lei mi chiama di nuovo ed arriva pochi minuti dopo. Con Lei siede un ragazzo che mi guarda e sorride. Sapevo dai suoi racconti che il ragazzo con cui si frequenta da mesi sarebbe arrivato a trovarla in NZ due giorni dopo il nostro ultimo giorno assieme nell’Isola del nord. Quando scendono mi presento al tipo che ha il mio stesso nome.
Dice “Cool Bike” e lo ringrazio. Lei é super affettuosa e si interroga sul perché del mio comportamento diverso, forse distaccato. Scopro solo dop che il tipo che viaggia con Lei é un autostoppista americano a cui sta dando un passaggio dal giorno prima e che il ragazzo che frequenta sembra non averla contattata nonostante sia in NZ dal famigerato giorno.
Andiamo tutti a fare uno spuntino con pioggia sulla spiaggia, dove troviamo riparo sotto una loggia di legno.
Jonathan ci lascia soli per un attimo e così, parlando, viene fuori il malinteso. Lei sorride prendendomi in giro e io le dico che dal mio punto di vista, sembrava possibile Jonathan fosse il tipo di cui Lei mi aveva parlato.
Comunque…. mi sto intortando solo a raccontare sta cosa da due minuti.
Ci rimettiamo in viaggio, senza tuttavia sapere dove andare. E’ evidente ad entrambi che a questo punto del viaggio vogliamo solo stare assieme il più possibile. Io del resto continuerò a viaggiare e farà ritorno a casa fra pochi giorni.
C’é solo una cosa che non mi torna. E non sono il solo a rendersene conto. Jonathan sembra aver appena realizzato del rapporto ravvicinato fra me e Lei ed adesso sembra avere problemi ad interagire con noi od ad essere sereno all’idea di viaggiare con una coppiettina per i prossimi giorni.
In privato Lei mi confessa di aver avvertito Jonathan che i suoi programmi sarebbero stati quelli di incontrarsi e viaggiare con un uomo che frequenta.
Presumibilmente quell’uomo sarei io.
Per cui, chiarita la cosa, io sono sereno e faccio il mio porco comodo mentre Jonathan, da ragazzo intelligente ed ambizioso, passa sempre più tempo da solo escludendosi dalle nostre attività.
Non é che puoi obbligare una persona a farsi intrattenere, se quella non é del giusto umore.
Arriviamo ad un lago, questa volta decine di volte più piccolo di quello a Taupo e decidiamo di rimanere per la notte. La notte prima Jonatha aveva condiviso la tenda con Lei, ma da stasera, visto che non ha la tenda, potrà dormire nella mia tenda singola.
Andiamo tutti a fare un bagno, ma l’acqua é così fredda che a Lei viene un attacco d’asma e così usciamo. Quando tutto si é sistemato decidiamo di andare a fare una passeggiata nel bosco. Jonathan siede sulla panchina con un libro e dice che non verrà. Che leggerà il suo libro.
Io e Lei camminiamo nella foresta. Riprendiamo in mano le vecchie conversazioni e proponiamo spunti che il tempo ha suggerito dal nostro precedente incontro. C’é un tratto di hiking motoso e così mi offro di portarla in spalla per tutto il sentiero. Il suo corpo é così leggero ed il profilo tonico dei suoi glutei adesso sfiora le mie mani incrociate dietro la mia schiena.
Parliamo e parliamo. Lei mi racconta della scalata di 3 giorni che ha fatto con Jonathan ed un gruppo di altri scalatori.
Io le parlo dei miei giorni a Wellington e di quanto i neo zelandesi si facciano impressionare con cose che in Italia sono all’ordine del giorno. Le dico del mio progetto di nudi artistici e le chiedo se fosse interessata a fotografarmi.
Sembra incuriosita e mi interrofa a proposito lungo tutta la camminata.
Ci ritroviamo seduti sui sassolini della riva del lago mentre parliamo abbracciati fissanto lo specchio liscio dell’acqua. Le bacio il collo. Ritrovo lo stesso odore che ricordavo.
Le faccio delle domande e mentre parla e si racconta, inizio a mettere le mani sotto il suo reggiseno e dentro i pantaloni. Li sbottono ed ascolto il suo timbro di voce cambiare, farsi più sconnesso.
Adesso ho le mie dita dentro la sue mutande, che gioco con i suoi peli pubici. E’ un gioco a cui non so resistere. Provocare una donna mentre mi sta parlando.
Quando l’ultimo motoscavo del pomeriggio sfreccia in mezzo al lago, siamo nudi e incorcigliati sulla spiaggia in una angolo boschivo di costa.
“Secondo te ci vedono?” le faccio.
“Speriamo di si” mi risponde, facendo ciao con la mano al tipo che pilota il motoscafo.
Io scoppio a ridere e ricambio il saluto che adesso il motoscafista ci fa a grandi bracciate.
Torniamo indietro un po’ in ritardo, ma Jonathan é sempre lì che legge il suo libro. C’é un’insolenza nel suo disassociarsi dal gruppo che mi fa girare i coglioni.
Cosa cazzo ti aspetti che faccia una coppia che si incontra per viaggiare assieme?
Se ti eri messo in testa di aver trovato una pollastrella con cui viaggiare, perché te la rifai con lei ed il suo partner adesso che hai scoperto che ti eri sbagliato?
Che vantaggio ti da disassociarti dal gruppo? Decidi no! Stai se vuoi stare o levati dalle palle….
Durante la nostra assenza ha perfino piovuto. Jonathan ha messo al riparo la mia tenda (visto che é lui che ci dormirà), ma ha lasciato intoccati i miei stivali, i miei vestiti, la tuta moto, il casco.
Quando torniamo dice che ha messo al riparo le scarpe di Lei.
MA CE L’HAI CON ME PERCHE’ SONO ARRIVATO PRIMA DI TE?!??!?!?!?!?!??!?!?!?!?!?
Finalmente a fine serata, quando sono in bagno, Jonathan dice a Lei che non vuole p
iù viaggiare con noi e che farà l’autostop dalla prossima città. Per dirmelo Lei mi porta a fare un giro nella notte, fra i viottoli del bosco illuminati da degli insetti molto simili a delle lucciole.
Si sente un po’ in colpa, ma mi conferma di aver più volte detto a Jonathan che si sarebbe incontrata con me per viaggiare assieme un altro po’.
Il discorso viene presto dimenticato quando la prendo per mano e le dico che sono contento che mi abbia reincontrato. Sono contento di vederla e sono contento di poter passare alcuni giorni con Lei prima che ritorni in California.
Il rumore del ruscello ed il luccichio degli insetti che brillano come diamanti. Magia.
In tenda ricevo un massaggio su tutto il corpo e così cadiamo addormentati.