Colazione. Mal di palle.
Ognuno a fare quello che ha da fare.
Gli israeliani in cerca di un’auto da comprare. Mauro che si riposa durante le ferie lavorative. Mio e Lei che vanno in spiaggia a correre.
Io che mi piazzo ansioso davanti al coputer.
Ho in mente 4 Cool Vids, ma inizio con il primo. Cool Vid 2007.
L’idea sarebbe quella di riproporre il terzo capitolo dei precedenti Cool Vids già realizzati. Procedendo per mesi, mi propongo di crerare una sequenza di immagini e video che racconti i 12 mesi trascorsi in Australia. Più ovviamente il mese di viaggio in Nuova Zelanda.
Parto con i ringraziamenti. Poi aggiungo dei titoli di testa che spiegano quando e con quanti soldi sono arrivato in Australia nel lontano Dicembre 2006.
Inserisco le foto, i sottotitoli e poi mi appresto ad inserire per ogni mese, un paio di video che descrivano brevemente i fatti saliente. STOP.
I video non si importano. Non hanno il codec. Non scorrono fluidamente. Non si visualizzano.
Impiego tutta una giornata per realizzare 25 secondi di filmato. Quando mi arrendo Mio, Mauro e Lei sono in città a comprare quello che gli serve per il viaggio in auto che hanno pianificato. Per non sentirmi inutile e non bestemmiare davanti al pc, mi rimetto a fare le pulizie. Faccio anche una lavatrice e stendo i panni ad asciugare.
Torno ai computer per un nuovo tentativo ma, scoraggiato, mi ritrovo a guardare video a caso su youtube.
Detesto pensare di aver atteso 12 mesi per il 2008 per potermi dedicare ai nuovi Cool Vids e non poterli pubblicare in un paio di ore perché il mio computer non funziona come dovrebbe.
Mauro, Mio e Lei tornano dalla giornata di shopping e così anche gli israeliani. “Come procedono i video?” mi chiedono.
Non rispondo per non deludere me e loro. Ma dai miei occhi traspare un velo di amarezza.
La cena non ha niente di speciale, ma il dopo cena si. Sdraiato accanto a Lei che mi morde il collo, volto lo sguardo verso il suo viso e sollevo le mie spalle facendo perso sui miei gomiti. I nostri volti ora vicini, si sfiorano e così anche le nostre labbra. E’ un bacio leggero. Tenero. Di quelli che ne lasciano arrivare un’altro.
Il secondo é un miscuglio di carne e saliva. Sdraio su di lei e percorro con le mie labbra una pista lunga e piena di tornanti che sfiorano il suo collo, il suo seno ed il suo addome. E dove le mie labbra sono passate, le mie mani si sbarazzano dei vestiti di Lei che adesso giace nuda sotto la mia lingua.
Il corpo di una donna é un viaggio che non mi stancherò mai di rifare. Anche senza moto.
Il sapore del suo sesso é buono come l’insieme di tutto ciò che di buono le mie papille hanno mai assaggiato. La finestra della camera di Mauro e Mio é vicinissima, anche se chiusa. Quella della camera della vicina pure. Tratteniamo i nostri respiri e ci lasciamo scappare commenti affamati e bisbigliati in quel modo che sa protrarsi nella mente come fa nelle orecche.
Mi dice che vorrebbe gridare ed io le dico di farlo, pur sapendo che tutta l’ecciazione che provo é dovuta alla regola del silenzio.
La sua bocca segue dopo la mia. Gioca con i peli del mio petto. Con i muscoli suoi miei fianchi. Ingoia la stessa saliva che produce di cui adesso il mio sesso é bagnato. Sdraio con la sua testa fra le gambe ed i seni abbondanti che premono caldi sulle mie coscie.
Ho i preservativi dentro casa, ma perché affrettare i tempi infonto. Questo neo del sesso casuale non lo digerisco. Ogni volta, per problemi logistici, fare sesso sicuro comporta l’interruzione della fluidità dei preliminari.
Devo dirle di smettere. Di aspettare. Avventurarmi nudo ed eretto in giardino (il che fa molto wawawiwa), frugare nella mia borsa di notte e ritornare con tutti i piedi sporchi di erba e merde di animali, sperando di aver preso il profilattico invece della bustina di zucchero rubata al ristorante.
Poi si deve riprendere il gioco a metà. Riscaldarsi un altro pò. Ricapitolare le cose appena fatte e, soltanto allora, indossare il preservativo.
Una cosa che mi piace molto meno del semplice sdraiare con una donna senza interruzioni. E così i preliminari te li godi di più, finché non muori!
Lei mi chiede se voglio prenderli, ma dico che preferisco godere di quello che sta già accandendo. I baci continuano e così anche il nostro silenzio forzato, spesso interrottto da quei gemiti e sospiri che echeggiano nel buoi del cortile in cui campeggiamo.