20 Dicembre 2007
Andrea é andato a lavoro.
La moto é adesso parcheggiata nel cortile della casa in cui sono ospitato. Mi faccio una doccia e metto gli attrezzi, i ricambi e tutto ciò che mi serve sotto l’ombra della veranda del piano di sopra.
Monto il faro nuovo. I gommotti che fanno da spessore per la corona. Le viti pilota per i carburatori. L’ingranaggio del tachimetro.
Monto il parabrezza. Tendo la catena. Riparo il cavalletto centrale.
Ridispongo i vecchi bagagli nelle borse posteriori ed anteriori, lasciando in una scatola tutta la ferraglia, i ricambi ed i vestiti che non mi serviranno per il tour di Nuova Zelanda.
Questa volta, il vantagggio é che parto da Auckland e ci ritorno alla fine del tour. Non devo portarmi dietro cose che non posso abbandonare e così, alleggerisco la moto di 20 kg lasciando 2 set catena corona pignone, degli utensili che non mi servono e una delle taniche benzina di scorta.
Ne porto solo una. Del resto qui le distanze sono molto più piccole.
Quando ho terminato i preparativi, ho ancora alcune cose da fare.
Montare la staffa e la piastra nuova Givi trovando qualcuno che mi presti un trapano e fare la sincronizzazione dei carburatori.
Salgo in moto e mi accorgo che anche la batteria é al limite. Quando arrivo nel primo centro Honda della zona mi presento come Gionata, il ragazzo che gira il mondo in moto. Sfortunatamente la notizia lanciata da Honda Australia é circoscritta all’Australia stessa e così, con pazienza, spiego del mio viaggio a David che, dietro alla suo scrivenia, ascolta interessato.
Gli chiedo di aver accesso all’officina per qualche ora, mettendomi in un angolo e fare quello che mi serve senza pagare alcun costo.
Lui é d’accordo.
Mi invita a farmi vivo la mattina dopo, verso le 9. Mi dice di contare sul suo aiuto e di venire quando preferisco per usare quello che mi serve. Non sarò prezzato per l’uso degli attrezzi.
Torno a casa dopo un giro in moto sulla spiaggia. Con me ho due panini farciti, un pezzo di formaggio grana e una bottiglia di succo d’arancia.
Il mare é bellissimo anche oggi.
Una signora cinese tiene sulle gambe un bambino e gli canta una stridula canzoncina in mandarino. Mi addormento e misveglio surgelato pochi quarti d’ora dopo, quando l’albero traccia su di me una scura linea d’ombra.
A casa Andrea mi chiede le novità e mi dice che posso stare quanto preferisco. Io in compenso, da quando ho ritirato la moto, mi sono montato la tenda in giardino. Lui ride e mi chiede perché. DIce “ma se piove” o anche “ma il divano é più comodo”. A me in realtà la tenda non dispiace. E’ come avere un piccolo spazio personale e la certezza di non esser d’intralcio per gli altri al mattino.
Dopo una cena tranquilla vado a letto….