Mi sveglio serenamente. Quasi esaltato per la cosa.
Andrea mi porta a fare diving. Lui é istruttore da diversi anni ed oggi porta 6 persone per un’immersione. Io che sono suo ospite, potrò usare l’attrezzature gratis e imparare questo nuovissima disciplina in uno dei posti più belli del mondo.
Iniziamo la nostra corsa di prima mattina, guidando per 80 km a nord di Auckland. Lui con la macchina aziendale ed io in moto, che lo seguo ammirando il paesaggio.
Il primo golfo in cui ci fermiamo é molto bello. Mentre aspetto che il gruppo svolga le attività per cui ha pagato, mi soffermo a giocare e sfamare papere e gabbiani.
Ennesima conferma che, se li sai prendere, gli animali possano rivelarsi più ironici e divertenti dei personaggi di Zelig.
La signora datata 1940 di origina anglossone, mi guarda dalla distanza e reagisce alle mie risate divertite con la tipica espressione di chi non vuol capire, non vuol sapere, non vuol esistere….
Patetica….
Si avvicina per fare una foto alla baia e mi manda via tutti gli animalini. Si scusa con quel suo fottutissimo falso educato perbenismo anglosassone e le rispondo “fa niente, non avevo più muffin con cui sfamare le papere…”
Accenna un sorriso di cortesia.
L’acqua é torbida e così Andrea riemenrge e propone al gruppo di provare una seconda immersione in un’altra baia. Per arrivarsi ci facciamo qualche chilometro di fuori strada che non fa mai male.
Lo seguo a palla, con tutte le borse dietro. Mi faccio avvolgere dalla coltre di fumo che la sua auto solleva e parcheggio soddisfatto su una rigoglioso manto d’erba che separa la strada dal mare.
Sdraio sotto il sole, sull’erba proprio con la testa sotto il parafango della moto e tocco le plastiche ed il telaio come fossero le parti più belle del viso di una persona di cui mi fido.
Di questa modo io riconosco anche l’odore. Conosco ogni singola traccia di ruggine ed ogni ammaccatura.
Con l’mp3 che Andrea mi ha prestato, nelle orecchie e le mani che visualizzano per me la sagome netta della mia moto, subisco un’immersione emozionale tattile di alti livelli. Mi sembra di respirare tutto quello che ho intorno e entrare con la mente dentro ciò che tocco.
Il sole caldissimo mi scalda la faccia. La borsa Givi crea un po’ d’ombra ed i miei occhi per un attimo lacrimano in quello che amo pensare sia un segno di emozione o malinconia per tutte le cose che in sella a questa stessa moto, ho finora vissuto.
Il tempo passa e la lunga attesa in solitune lontano dal gruppo che é immerso in acqua, diventa un prezioso mometo intimo in cui rivivere attraverso la musica ed il ricordo, attimi di solitaria avventura attorno al mondo.
Il momento dura giusto abbastanza e poi é ora di prepararsi per l’immersione.
Indossare la muta da sub mi fa subito un bell’effetto.
Le bombole, e pesi, le pinne. Sembra di andare in missione sulla luna. Ed infatti, appena scopro i primi
fondali con la mano esperta di Andrea che supervisione i miei primi passi e mi incute sicurezza, guardo al fondo marino come alla superficie lunare.
Torniamo a riva dopo poco e ci salutiamo. Lui porta a casa la sua allieva ed io tornerò in città. Per celebrere il sabato prima di Natale, uno dei coinquilini di Andrea organizza una bbq con musica. C’é così tanto da bere e da mangiare che per un attimo non mi rendo conto che siamo quasi tutti maschi e che senza la presenza al femminile, una festa é meglio chiamarla “cena”.
Io e Andrea andiamo per un giro in moto con sosta da Mio e Mauro. Foro la moto dopo nemmeno 200km che ho montato gomme e camera d’aria e così la sosta da Mio e Mauro si prolunga fino a divenire un piacevole dopo serata.
Parliamo e guardiamo vecchi film di Fantozzi. Sono contento che Andrea e Mauro vadano d’accordo. Sono entrambi due italiani speciali pieni di cuore. Torno a casa di Andrea guidando la sua stessa modo, mentre lui, seduto dientro, mi provoca dicendo che guido troppo piano.
A casa sua tutti ormai dormono e così, dopo un po’ di nutella, ci diamo per l’ennesima volta la buona notte.