23 Gennaio 2008 (Whale strading)
6 del mattino.
Nathan parla nel corridoio della casa con tono preoccupato. Apro gli occhi e guardo Bruno, mentre ascoltiamo.
“Ci sono 6 balene arenate nella baia!!!” e corre via.
Mi vesto al volo e corro in giardino. Il sole é sorto da meno di un’ora. La baia é in bassa marea ed a pochi metri dalla costa, 6 balene pilota dalla pinnalunga, giacciono sulla sabbia bagnata sbuffando faticosamente gli ultimi respiri.
Corro con fotocamere e video camere e mi trovo solo fra i 6 enormi animali.
2 sono già morti. Il solo cuoce la loro massa e le lascia soffocare posizionandole con lo sfiatatoio di lato, a contatto con la sabbia sporca.
Gli altri arrivano con il quad, armati di asciugamani e secchi.
Iniziamo a tirare acqua salata sui corpi delle 4 balene rimaste in vita e posiamo panni ed asciumagami bagnati sui loro enormi corpi per mantenerli idratati.
Hanno occhi piccoli, da cui esce materia che secca e marcisce al sole. Gli escrementi si sono depositati sul suolo e sporcano la poca acqua che le tiene bagnate.
Le pinne sono ferite e sanguinano per l’inutile tentativo di ribellarsi all’immobilita terrestre che le sta facendo lentamente morire.
Siamo adesso in 8. Me, Bruno e tutti gli altri. Nei nostri pigiami e senza sosta.
Lascio la video camera girare liberamente, ma non posso fare foto perché le balene hanno bisogno di acqua costantemente.
Una delle più grandi, arenatasi vicino alla riva, giace con lo sfiatatoio vicino al livello del suolo ed il peso la lascia ruotare ancora ed ancora. Quando l’acqua sporca entra nel foro da cui respire l’animale comincia ad avere convulzioni, a dimenarsi, a tagliarsi il corpo con conchiglie e sassi e sgrana gli occhi terrorizzato prima di morire davanti ai nostri occhi.
La bambina di 16 anni che é lì per aiutarci, inizia a piangere.
Io ritorno alla balena più grande, adesso sul punto di morire nello stesso modo.
Prendiamo allora delle pale e scaviamo dei fossi lungo il profilo delle balene e, con l’aiuto di tutti, le spingiamo per farle ruotare in posizione tale da rimettere lo sfiatatoio in alto, facendolo sdraiare sulla pancia.
Ma dobbiamo essere in 8. Le balene sono animali enormi.
La più grande sarà 9 metri. La bagno con il secchio e la accarezzo sdraiandomi su di lei per tenere i panni bagnati assieme prima che le forti raffiche di vento li soffi tutti via mandando i nostri sforzi in fumo.
Il dipartimento di conservazione arrive dopo 3 ore. Hanno mute da sub e grandi veicoli.
Alle 10 arrivano i turisti e l’alta marea é già tornata. Dobbiamo far galleggiare le balene sopravvissute e spingerle a mano l’una vicino l’altra. Portanno così rimettersi in gruppo e nuotare assieme a largo, dove saranno salve.
L’acqua é adesso alle nostre vite, io ho tutti i vestiti addosso e sto tremando. Siamo in movimento dalle 6, senza colazione e siamo in acqua fredda cercando di salvare i 3 unici cetacei superstiti.
Faccio alcune foto adesso che l’acqua assicura alle bestie la vita.
Ho 2 ore e mezzo di video che userò per il sito.
Dopo 1 ora dal salvataggio, l’elicottero torna da noi e ci dice che altre 24 si sono arenate a 2 km da dove siamo, nella parte est della baia.
Il dipartimento di conservazione parte in motoscafo, aiutato dai turisti che sono lì per caso.
Ne salvano 12 e 12 muoino.
Secondo gli esperti, non ci sono spiegazioni al fatto dell’arenarsi delle balene. Succede nella baia del Farewell Spit da milioni di anni. I fossibili di balene arenatesi qui sono stati ritrovati e risalgono a molti anni fa.
Al momento sembra che le teorie possibili siano 3
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la baia ha una forma e dimensione tale da non consentire alle balene di inviare segnali radar e riceverli, per cui le balene che entrano nella baia credono di essere in alto mare e si arenano durante la bassa marea
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gli squali, cacciando le balene, le spingono fino alla baia, unico punto di salvezza per i cetacei che aspetterebbero il tempo necessario per gli squali di abbandonare la preda, rimanendo così bloccati nella baia una volta che la bassa marea causa l’arenarsi delle stesse
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le balene sono animali molto sociali fra loro. la balena vecchia o malata che vuole morire lontano dal gruppo, viene accompagnata dallo stesso nello baia e, durante la bassa marea, causa l’arenamento del gruppo stesso
Vengono fatti studi per evitare questo, ma le balene che si arenano non sono in via di estinzione per cui c’é da chiedersi se sia veramente necessario interferire con il normale corso naturale dell’arenamento e della morte dei cetacei nella baia del Farewell Spit.
Come caso da ricordare, 3 anni fa, in inverno, si arenano in un mattino solo 325 balene.
Pioveva e così fu facile salvarne 323. Ma per fare ciò, i neo zelandesi volarono da ogni città neo zelandese al solo scopo di assistere i cetacei arenatisi in mare.
Nella stessa baia, sulla spiaggia sabbiosa, sono però già sepolte molte centinaia di balene che durante gli anni si sono arenate e sono morte per insufficienza di aiuti da parte dei volontari come noi o dei DOC (deparment of conservation).
Studiare il comportamento delle balene con sonte e cavie in laboratorio é considerato eticamente sbagliato per cui non si fanno progressi dal punto di vista scentifico.
Inoltre i Maori, per accordi locali con i bianchi, sono autorizzati a prendere in posseso le carcasse delle balene morte per segare via con la motosega la mandibola. Il motivo sembra essere collegato alle credenze ed al valore della dentatura delle balene che sembrerebbe rappresentare un ornamento importante da omaggiare ad altre tribù durante riti Maori.
Poi i giornali cominciano ad interessarsi e parlare di un articolo. Quando vengono a sapere che sono stato il primo a vedere le balene e fotografarle, vengo contattato telefonicamente al numero del café di Jess e Nathan e mi viene proposto di vendere una delle mie foto al giornale.
Vado così all’internet café e mi viene fatto notare che l’affare é concluso in quanto uno dei giornalisti del Nelson Mail ha fatto le foto al gruppo delle 12 balene morte nella tarda mattina e che, quindi, le mie foto non serviranno più.
Torno allora al café e passo qualche minuto a riflettere sulla questione. Ho alcuni articoli da scrivere per In Moto e così sfrutto dello stato meditativo per buttare giù qualche bozza. I ragazzi sono adesso impegnati nel caffé che ospita già decine e decine di clienti.
Mi sento un po di restare per un’altra notte, visto che Jess me lo ha già chieto, ma ho anche bisogno di andare in cerca di nuovi posti e così mi propongo di andare a campeggiare a Takaranui, nella parte a sud est di Farewell Spit.
Il commento dei ragazzi é positivo. Dicono sia un bel posto.
Parto dopo una serie di abbracci e arrivo dopo una sosta in città per il pieno di benzina. Ci sono delle ragazze a parlare in una bar, sedute fuori sul marciapiede. Le urlo un commento e imbocco la via per Takaranui.
La via termina con uno dei camping ground più grandi ch’io abbia mai visto. Non voglio pagare, ma rimango per la cena, facendomi qualcosa al fornellino.
Due ragazze irlandesi mi parlano e dicono di non aver potuto pagare perché il campground é comunque pieno. Mi dicono di campeggiare per la notte e di montare la tenda accanto alla loro.
Eccoci………
Mi offrono la cena e si raccontano. La più carina studio bio informatica ed ha un corpo tutto da guardare. Poi le irlandesi sono donne diverse dalle inglesi. Bevono meno e sorridono di più. Non so.
Tutti corrono in spiaggia ad ammirare la luna rossa che tante notte avevo visto e fotografato nel deserto australiano. Ma non glielo dico. E’ anche bello dare modo alle persone di godere di qualcosa che é speciale proprio perché é la prima volta che la vivono sulla proprio pelle.
La baia di Takaanui é cmq bellissina e decido di campeggiare e di svegliarmi alle 7 del mattino del giorno dopo per sfuggire al guardiano che mi farà pagare.
Italiano…
La luna é alta nel cielo ed io siedo con la chitarra in mano assieme alle ragazze irlandesi ed un gruppo di 3 famiglie con cui condividiamo il calore di un falò. La chitarra é di uno dei padri che é in vacanza con la famiglia e facciamo una canzone alla volta.
Parliamo di costellazioni e della differenza sostanziale fra gli australiani ed i neo zelandesi.
Sono le 23
ed ho ancora fame. Mangio una zuppa al pomodoro e finisco il barattolo di Nutella con il cucchiaio. Buono!
Le conversazioni però, rivelano un conflitto caratteriale fra me e la ragazza irlandese che mi piace. Non che ci sia una lite, ma più che l’ascolto e meno che mi interessa mostrarmi interessato. Pazienza.
Andiamo a letto in tende separate, ovviemente, e programmo la sveglia nel cellulare per sfuggire alle grinfie del controllore domani mattina.