I panni sono ancora bagnati.
Lara é pronta ma aspetta me fino al momento in cui mi dice che é tardi e che adesso la devo portare a lavoro in moto.
Lascio panni e valigie nel portico della casa e saliamo in sella. Lei lavora nella parte ovest della città, a 30 minuti di moto da New Brighton. Alla clinica veterinaria dove lavora, faccio due chiacchiere con la gestrice che adora le moto e si é girata tutta l’Inda su una due ruote fabbricata là.
Facciamo foto prima del saluto e ci ripromettiamo di reincontrarci in caso io sia di ritorno in Christchurch.
Dave e la sua famiglia non sono ancora ritornati in città e così parto senza il mio asciugamano. Dicono che tornano domani, ma per me non é più tempo di aspettare.
Mi fiondo in biblioteca per una rapida occhiatina alle visite del filmato versione Beta e noto che in meno di 24 ci sono già state 2000 visite.
WAWAWIWA!!!!!
Parto con il sorriso dentro il casco e mi dirigo verso New Brighton per prendere le mie cose.
A casa di Lara adesso c’é tutta la famiglia e così stringo la mano del padre e della madre e mi trattengo per il pranzo mentre scambio qualche parola con loro.
Mostro i video fatti e alcune foto dei luoghi che tanto vorrebbero visitare. La mia roba é asciutta e dopo una controllatina catena ed olio, sono proprio pronto per partire.
Prima di impoccare la strada che porta a destinazione, do anche una lavata alla moto con l’idropulitrice. Una chicca. Come fosse nuova.
In cima ad un ripiano che ha come vista uno dei tanti bei laghi NZ, incontro una coppia di italiani in viaggio di lavoro qui per vendere valvole idrauliche. Facciamo foto e scambiamo due chiacchiere, fino a quando scopro che sto andando nella direzione sbagliata.
Monto il trepiedi in una nuova posizione, talmente instabile da farmi guidare con l’acidità di stomaco, ma così potente da darmi delle nuove inquadrature per i nuovi filmati.
In cerca di quella giusta adocchio una ragazza sul lato della strada. Mi fermo, tolgo il casco e cerco di farmi aiutare a ritrovare la via perduta. Noto il suo accento tedesco e glielo faccio notare. Ben presto le direzioni stradali passano in secondo piano e passiamo alle presentazioni. Si chiama Katya ed ha quel tono cortese della gente di montagna.
Veste con degli abiti femminili da lavoro, molto simili a quelli che si usavano tanti anni fa, nelle fattorie. lei é qui con il WH visa che lavora per una famiglia. Azzarderei una domanda in più, ma é tempo di imboccare la via giusta da lei consigliatami e di trovare un posto per dormire prima che sia notte.
Ma la via giusta é più difficile da trovare di quello che credevo e così tutto diventa buio e la luna piena attira sulla mia visiera tutte le falene della zona.
Quando trovo la strada che cercavo é già troppo tardi per continuare a viaggiare e così mi fermo nella prima area di sosta e mi faccio spazio fra i caravan parcheggiati sull’erba in cerca di un angolino in cui montare la mia tenda. L’unico punto disponibile é sotto un’albero i rami del quale si stanno piano piano spezzando. Se me ne cade uno addosso sono morto, peseranno si e no 80 Kg.
L’unico tavolino su cui posso cucinare é vicinissimo ad un van che é parcheggiato ad un metro. Cerco di prepararmi da mangiare senza fare rumore, ma i fiammiferi che ho sono bagnati e mi ci vuole un sacco per far partire il fornellino.
In risposta, dopo minuti di strofinio sulla scatola di fiammiferi, la porta scorrevole del van si apre ed una ragazza tedesca mi porge il suo accendino. Il fidanzato é kiwi e dice di non preoccuparmi per il rumore, che tanto non stavano dormendo.
FInisco la mia cena a base di riso piccante e pulisco i pentolini.
Mi infilo in tenda con mascherina anti sole e tappi nelle orecchie.
Buona notte.