4 Gennaio 2008
Siamo in tenda da oltre un’ora ed il corpo di Lei ancora freme e provoca il mio fremito. L’iconstanza dei suoi movimenti per attenuare il rumore che provocano, creano in me un’eccitazione che pregredisce senza mai arrivare al suo apice.
Quando si ferma per l’ennesima volta, io perdo il senno. Ed in quella perdita di senno, un uomo, prova grande riconoscenza. Una donna dovrebbe esserne fiera.
Afferro la sua faccia con le mani e la tiro a me, baciandola con veemenza. Dalla mia bocca adesso esce un mare incensurato di provocazioni erotiche di cui un orecchio esterno dubiterebbe la normalità. Per riassumerla la chiamano eccitazione.
Non mi ero mai soffermato abbastanza su questo particolare.
Cosa siamo o cosa diventiamo durante le ore di sesso? In che tipo di animali o predatori ci trasformiamo? O prede?
Visto dall’esterno, da occhi sobri e sgombri di fantasie e perversioni, una coppia eccitata che pratica del sesso apertamente e senza censura, assomiglia a tutto ciò che non cerchiamo di essere nella vita pubblica di tutti i giorni.
E forse ci sono anche dei motivi per asserire ciò.
Il primo fra tutti a cui preferisco pensare é lo stato di “relief”, come lo dicono in inglese. Quello stato di liberazione ed abbandono a cui molti altri si dovrebbero concedere per condurre poi, una vita sociale più sana e meno frustrante.
Con tutto lo stess ed i messaggi oppressivi che la sicietà ci impone sul “cosa e chi dobbiamo essere” ed anche il “come” dovremmo essere, i momenti di sesso é meglio concederseli genuinamente. Non importa con chi. Dove. Quando. Se.
Non importa se c’é amore. Se non c’é. Se c’era e non c’é più.
Importa solo il farlo con consapevolezza ed in modo giusto. Senza timore di lasciarsi andare e di compromettere quell’immagine di noi che, nel sociale, fatichiamo tanto a costruire.
Fare sesso altrimenti, sarebbe come andare a giocare a palla e non correre per paura di sporcarsi le scarpe. O non colpire la palla di testa per non ferirsi la fronte.
Invece la partita la dovete giocare. Dovete sudare cazzo. Dovete puzzare e dare il 120%. Riporterete lividi. Le scarpe saranno un disastro. Le gambe vi faranno male. Ma dopo una doccia tutto torna come prima.
Per cui quello che una coppia sana di amanti genuini ed in buona sintonia fanno nelle ore di intimità, é quello che, in questo caso, mi capita di fare con Lei.
C’é così tanta sintonia e dolcezza fra noi due nelle ore del giorno in cui siamo assieme e condividiamo il tempo con gli amici, da sembrare bizzarro in confronto a quanto violenti e volgari diventiamo di notte. Ma quello é il desiderio e, se non lo prendi come ti piace, non lo prendi affatto.
Lei ancora si muove. Io penso che questa volta, fra poco, morirò di piacere.
Il mio orgasmo é uno dei più intensi che ho mai avuto. Mi rendo conto solo dopo alcuni secondi che il suo corpo giace immobile fra le mie braccia, placata da una stretta virile che non ho saputo contenere. Mi contraggo e sbuffo per soffocare ogni singolo rumore. E la ringrazio, perché le sono veramente grato.
Il risveglio é un trionfo di gioia.
Il mio corpo é leggero e tonico. La mia pelle liscia e solare. Fischietto fra i cespugli e raggiungo gli altri per la colazione. Tengo Lei vicina e le accarezzo un piede mentre sorseggio il caffé che Mauro ha preparato.
Gli chiedo in disparte se la sera prima lo ho tenuto sveglio con qualche rumore. Lui capisce il nesso, ma risponde onestamente che No, non ha sentito niente. Era già addormentato.
Rigoverno al fiume e mi tuffo per una doccia. L’acqua é gelida e l’angolo di fiume che ho scelto é pulito. Un paradiso.
Lei, come al solito, si perde nella macchia in cerca di qualcosa da scoprire e raccontarci. Dopo un po’ che non ritorna siamo tutti preoccupati, ma eccotela che arriva con una proposta. Dice di aver trovato una parte del fiume bellissima in cui fare il bagno.
Ci arriviamo attraverso il bosco ed incappiamo in una maialessa enorme che accudisce all’ombra di un canneto, 7 piccoli maialini. Siamo vicinissimi, ma non sembra essere spaventata dal nostro passaggio.
Il punto del fiume in cui Lei ci conduce é fantastico.
Siamo tutti nudi in pochi secondi e saltelliamo in coppie dentro l’acqua gelide che da sulla strada.
Mi avvicino per un attimo di coccole, ma in pubblico non me lo concede. Non posso nemmeno tenerla fra le mie braccia e baciarla. Sembra che Mauro e Mio siamo all’oscuro della nostra relazione e che Lei voglia mantenerla tale.
Siamo pronti per ripartire pochi minuti dopo. Ci separiamo promettendomi di ritrovarci per pranzo nel paesino che dista pochi chilometri.
Cuciniamo su di un grande parco nel centro città, circondati da turismo e dal traffico di questa zona turistica. Lei sparisce fra i negozi e ritorna con un frisbie giallo con cui giochiamo tutti assieme. invito a giocare con noi anche una bambina di 12 anni che assomiglia a mia sorella fatta esclusione per la statura e le caramelle che divora come fossero briciole di pane.
Invito anche un altro gruppetto di bambine, ma hanno 17 anni e si comportano in maniera così odiosa da provocare in me ed in Lei crisi suicide infantili. La generazione d’oggi é così mal’educata e diseducata.
La moto parcheggiata in città attrae le consuete attenzioni. Ricevo l’invito da una coppia inglese a fare loro visita in Inghilterra, fra 3 anni.
Quando ci rimettiamo in viaggio é già molto tardi e puntiamo verso nord. Nello stesso arco di tempo in cui loro raggiungono Cape Charles in auto, io faccio il giri due volte in moto e ritorno alla città da cui siamo partiti a pranzo per raggiungerli alla destinazione attraverso una terza via.
Quando arrivo é ora di cena e dobbiamo trovare un posto.
Facciamo una cena senza luna. In un luogo dove non c’é acqua e con quel vento a sfavore che rende tutto più difficile. Io e Lei ci accampiamo a 70 metri per assicurarci di poter fare tutto il rumore che vogliamo.
Purtroppo però, io non sono riuscito a farmi una doccia o a trovare acqua in giro con cui lavarmi. Declino ogni iniziativa erotica e mi corico in tenda con lei un po’ abbronciato.