L’Avventura è lontana dalla Città
Ciao Viaggiatori!
Leggo spesso altri moto blog di viaggiatori già partiti a cui spetta l’arduo compito di narrare le proprie vicende in pubblico. Le storie narrate in italiano sono quelle che mi attraggono di più, dal momento che ne capisco il contesto culturale e linguistico.
Leggo per esempio adesso sul blog di Miriam della sua permanenza a Buonos Aires durante l’attesa per la moto spedita dall’Italia e di tutte gli aneddoti che questo le ha comportato.
Persone che incontra. Posti che visita.
La città.
Il tocco semplice e genuino con cui Miriam scrive, descrivendo la città di Buenos Aires, mi piace così tanto che non ho potuto notare una cosa.
Io di città non parlo mai. In questi 3 anni, non c’é un briciolo di blog post che citi la città in cui mi trovavo.
Anche ad un mio lettore Argentino, ieri, ho fatto notare che…
Fare il turista in città non é quello per cui arriverò a Buenos Aires. A me piaciono le zone deserte e le persone locali di periferia.
Le macchine parcheggiate in città e i mc donald un po’ meno…..
;-P
Questa é più o meno la sintesi di quello che ho sempre visto in ogni città attraversata fin’ora. Del resto in città ci sono nato e cresciuto ed il sentimento con cui l’ho lasciata alle mie spalle a Firenze, non mi incoraggia ad andarmela a ricercare a 150000 Km da casa.
Ma il mio lettore non si é scoraggiato e mi ha aperto gli occhi:
…, di Buenos Aires abituati all’idea di una città di 15 millioni di persone con un confine di periferia di ca. 70 km.
Vedremo quanto tempo ci metti a scoprire le realtà che ci sono tra:
- il Delta nella zona di “Olivos”;
- la zona culturale in centro;
- i paessaggi in zona al porto;
- l’ambiente 24 ore su 24 di disponibilità di ogni qualsiasi tipo di incontro e/o uscita e..,
- a 20 minuti di viaggio dalla periferia trovare già “La Pampa” in tutta l’apertura delle lagune/ pianura / coste / montagne (queste a 200 km dalla città).
Pensa che solo Buenos Aires ha la superficie di tutta Italia e ci sono altre 24 provincie (paragonabili alle regioni nostrane) di cui almeno 10 sono più grosse di Buenos Aires.., un fatto è vero: A Buenos Aires c’è il 65% della popolazione di tutta l’Argentina e in tutta l’Argentina si mantiene una densità di popolazione di 1 abitante ogni 1,5 km.., (includendo Buenos Aires).., quindi fa presto i tuoi calcoli 😉
Cioè.., io ci terrei a consigliarti solo di:
- evitare le zone a rischio (sono proprio violente specie con gli stranieri);
- goderti davvero l’opportunità (giù troverai il modo di essere italiano nelle persone che parlano spagnolo ma hanno anche un modo di vivere molto americano.., quindi che non ti capiti come quelli di “Long Way Roud / Down” che si sono sempre pentiti di passare troppo velocemente da posti che avrebbero potuto godersi eccome!)..,
.., per questo e tutto l’altro se solo te a scegliere 😉
dai.., non ti preoccupare che di realtà lì ne conosco e ti potrò guidare su dove fissare “il tuo sguardo attento”..,
Tanto per renderti chiaro lo scenario ti faccio qualche esempio sui miei percorsi:
- 48.000 km percorsi con una Yamaha V80 – a due tempi – in due anni;
- 54.000 km percorsi con un’altra 150 VR – sempre a due tempi.., in due anni;
- 3 volte scappato a rappine;
- 2 altre volte scappato a rappine a mano armata (praticamente passando sopra con la moto a chi tentava di rubarmene)..,
e dopo tutto questo.., posso dire di conoscere solo il 20% di quello che è il territorio argentino.
Per questo dico che ti puoi prendere il tempo che merita tenendo in considerazione:
- la complesità di Buenos Aires;
- le ballene in “Puerto Piramide” (non ne conosco io):,
- l’immensità della Patagonia (nemmeno ne ho percorso);
- i ghiacciai a sud (specie il Perito Moreno .., mai visitato da me);
- le giungle selvatiche nel confine tra Paraguay – Argentina – Brasile (pre amazonia) e nemmeno ne conosco;
- lo scenario delle “Valli della Luna”.., la zona desertica a Nord Ovest dove trovi scenari di altopiani a 2500 metri;
- le cime Andine (con punte di 6900 metri ma stradati a 4000 metri)..,
…, scegli te ;-))
A questo punto non posso farmi mancare l’occasione di ripensare a tutti i centri storici cittadini che ho visto.
La meravigliosa Atene. Roma. Seoul in Corea. La sobrappopulata Pechino. E così anche tutte le altre capitali di stato in cui ho passato qualche giorno.
Il fatto é che la sensazione che una città mi suscita, non deriva da quello che la città rappresenta a livello culturale e storico, ma dallo scempio etico ed esistenziale che rappresenta.
La città, sede del progresso, dove é situata l’Industria ed il moderno, coesistono tra loro tanto quanto la mia frustrazione coesiste con la mia impotenza ed impeccabile opportunismo.
Perché in fin dei conti, anche io sfrutto i mezzi che la città ha generato. Come la moto e la benzina con cui òa rifornisco per vedermi il mondo.
Quando penso alla città, in qualità di viaggiatore in visita, io penso al Turismo. Ed io commisero il turismo. Lo trovo di una piattezza disumana.
Penso alla città e penso alle strade congestionate nelle ore di punta, al frastuono metropolitano che non cessa mai, all’inquinamento che soprassiede ogni angolo abitato, alla disposizione verticale di abitazioni regolate da ore di sonno e ore di riposo.
Penso alla città come a quel luogo enorme dove le persone non si conoscono, non si salutano, non si guardano ma, nonostante tutto, si confrontano dentro alle proprie teste, giudicandosi.
Penso alla città come a quel luogo dove i bambini crescono educati dalla tv e dalla playstation e poi perdono il senso di se stessi, di cosa é vero, di cosa é sano, di cosa é bello e lo vanno perpetuamente a ritrovare nelle massime di qualche film d’azione di Hollyhood, o nell’happy meal del Mc Donald o nella chirurgia plastica.
Penso alla città come alla babele moderna, dove il gergo sono le moltitudini di lungue e il disrispetto a ciò che é sacro, non é altro che la perdita di coscienza di ciò che l’essere umano rappresenta. Per il valore inestimabile che lo lega al ciclo della vita della sua terra. Del suo pianeta.
In città, quando viaggio, mi sento solo. Vedo solo occhi curiosi di chi sbircia la mia moto e l’ostentata malizia che trasuda da ogni ornamento estetico moderno.
Un piercing. Una minigonna. Un tatuaggio sul bicipite. Uno scollo esagerato.
Adoro invece tutto ciò che é rimasto come é sempre stato. Tutto ciò che era buono allora ed é buono adesso. Anche per me. Non solo per tutti.
Adoro la natura. Gli animali liberi. Anche pericolosi se vogliamo. E adoro il silenzio. Così raro ed inestimabile. Adoro la gente di campagnia che sa tutto del qui e dell’adesso e che sa quanto costa coltivare la propria verdura o prendersi cura del proprio bestiame.
Adoro la notte piena di stelle, che nitide pulsano in cielo sopra la mia tenda. E adoro dormire nella quiete turbata dal canto di un animale, che al mattino non é più lì.
Adoro quei luoghi dove il tempo passa lentamente. Dove non c’é timore di annoiarsi e dove l’intrattenimento od il distrarsi da ciò che accade attorno a noi, non é una dipendenza moderna, ma un’assurda invenzione che ha beffato solo chi ha lasciato la campagna per vivere in città.
Odio le città. Eppur convivo con questo senso di impotenza e ne scelgo una ogni qual volta mi servano dei soldi.
Fa tutto parte di un compromesso. Una condizione che non lascierò per il bene di chi obietta e dice “Se odi così tanto la città, vattene!”
Anche se di fatto, me ne sono già andato!
Un abbraccio
gionata
E riproviamoooooo
bellissimo quest’articolo…
troppo bello!!!!
Grazie davvero.
Ci ho messo un po’ di opinionismo.
Un abbraccio.
gionata
ps. non so perche’ apare la mia foto accanto al tuo commento
Questo e uno dei post piu belli che abbia letto negli ultimi tempi. Leggendolo sorridevo tanto sembrava che stassi leggendo cio che pensavo a voce alta…