Mi sveglio quando il sole mi fa morire dal caldo. Tutto relativo in realtà, perché di caldi insopportabili io ne ho sentititi tanti, e adesso in inverno non siamo minimamente vicini a quello che ricordo come caldo insopportabile.
Impacchetto la mia roba, scopro che nelle buste di plastica avanzava una impanata e così me la mangio fredda e bisunta. Mi re inizia subito il mal di pancia. Bravo stronzo!
Scendo in folle dal poggio su cui ho dormito, guido a passi giri e al primo punto in piana, mi fermo e faccio controllo olio, catena e candele.
Per fare una carburazione decente, con i miei mezzi, mi servono 5 giorni e 1000 km. Adesso le candele sono tutte di un bel colore nocciola e a scalare, la marmitta della moto scoppietta.
Il sentiero sterrato sbuca sulla sinistra tutto d’un tratto. Controllo per il traffico da entrambe le direzioni, metto la freccia e viro l’enorme massa della mia Transalp sullo sterrato.
Il cemento non mi piace più, da un bel pezzo a questa parte…
Così guido e mi rendo conto che il conta chilometri è andato in tilt. Ho fatto 25 km e me ne segna 9. Lo azzero per vedere se la cosa risolve il problema. Sembra di si.
Arrivo in un pueblo di mare, dove ci sono sentieri di sabbia fina e dove la mappa sul mio serbatoio dice che devo continuare su uno di essi per arrivare a Carrizalillo.
Scelgo un sentiero e apro a manetta, tenendomi sul lato posteriore della moto e cercano di non infossarmi. Non perdo l’equilibrio e l’adrenalina che ne scaturisce, mi mette di buon umore.
Quando arrivo ad un pueblo e scopro che senza mappa e Gps ho trovato la via che cercavo, sono oltremodo di buon umore.
Mi fermo a parlare con gli unici abitanti del posto, a cui spetta il compito di vedersela con la mia curiosa euforia momentanea.
Chiedo per il cammino di terra, ma non quello costiero e nemmeno quello che porta alla ruta 5. Sono confusi. Non ha senso per loro che mi vada cercare la via più lunga, quando l’autostrada sta a 40 km.
Imbocco la strada consigliatami e alla fine, finalmente mi perdo.
Mi perdo quando scopro che sono in riserva e che ho con me gli ultimi 10 litri nelle taniche
La ruta 5 sale tediosa verso nord, dove sono diretto, ma subito dentro alla cordigliera che separa la ruta dal mare, ci sono circa 75 km di sterrato. Almeno così appaiono nella mia mappa.
Trovo una capanna abbandonata con 7 cani a cui passo parte del mio pranzo in cambio di qualche carezza e scambio di parole. Loro non rispondono, ma sul mio viso c’è un sorriso e non importa se sono smarrito nel mezzo delle dune di pietra o no. Loro sono li ed il loro scodinzolio mi fa sentire bene.
Un panino con un pomodoro tagliato a fette spesse. Non ho nient’altro e non ho voglia di cucinare.
Imbocco diversi cammini che salgono ripidissimi in cima alle vette delle dune. Ci trovo solo monti di ghiaia che bloccano il passo e miniere di non so che.
Mina Felix, Mina Sandra, Mina Felipe, Mina e Mina e Mina. Nella mia mappa tutti questi nomi e svincoli non esistono e così, anziché chiedere informazioni ai pochi passanti, la strada giusta me la vado a cercare da solo.
La cerco, la cerco e faccio più di 80 km avanti ed indietro. Finisco la riserva e adesso sono con gli ultimi 10 litri delle taniche. Una camionetta mi si affianca e chiedo quale sia lo svincolo che porti a Freirina, a nord.
Ma la ruta 5 non la vuoi prendere?
No, l’autostrada è per i gay – faccio io con una faccia divertita
Ok, seguici, lavoriamo alla miniera Felix e di lì puoi passare fino a valle
Mi fanno strada e quando il cartello dice Mina Felix di nuovo, mi faccio avanti io e apro a palla. I camion che trasportano acqua fino alla vetta lasciano il cammino umido e manca poco, in due occasioni, mi sdraio in curva a tutta velocità.
Arrivo in cima, dove ci sono due uomini che mi ricevono con un “stoppppppppppppppppppppppppppppppppp”. forse c’erano più O che P in quello stop, però non importa.
Chiedo ai signori, chi di loro passa la notte in cima a tutto sto ben di Dio, solo. Mi risponde un uomo che mi guarda serio, come ci fosse qualcosa di male nell’averglielo chiesto.
Tutto solo in questo spettacolo? Mi immagino che belle le stelle di notte e che silenzio. Lontano dal rumore, dal traffico, dallo stress… Ti manca una buona birra ed un mujer con cui fare l’amore tutta la notte
Lui è la sua mujer – scherzano gli altri operai additando un collega appena arrivato
Ah! Allora non è una miniera di carbone, ma di finocchi! Ahahahha
AHHAHAhahaha – ridono sorpresi
Dove vado per Freirina?
Tutto dritto per di qua, e alla svolta a destra. Non puoi sbagliare
Lo dicono come se in fondo alla discesa ci fosse un paesello, ma si vede lontano un miglio che siamo in mezzo ad una terra di nessuno, dove ci sono solo camion enormi, ruspe e operai. Qui i turisti non ce li trovi e nemmeno gli abitanti.
Così proseguo con una piccola preoccupazione per la benzina, che ora dopo ora va diminuendo. Ho con me 60 cl di benzina nella tanica del fornello e poi sono del gatto.
Ma l’idea di piantarmi qui, fare affidamento sulla poca acqua che mi rimane, i 70 grammi di paste e una carota che mi porto dietro, mi eccitano a dismisura.
Seguo, seguo, seguo e arrivo in punti in cui ci sono svolte in più direzioni. Semplicemente scelgo quella che mi più mi aggrada. Il sole sta calando ed io vado ad Est, quindi basta seguire la luce del sole.
Che silenzio. A volta dimentico che il silenzio esiste ancora, se lo cerco con pazienza.
Incontro un operaio che mi sbarra la strada e mi dice che per di qui, allungo la via per Freirina di 20 Km.
No, 20 km in più non posso…
Allora torna laggiù dove vedi il bivio e svolta a sinistra.
Laggiù dove batte il sole?
Si, laggiù
Grazie eh, m’hai salvato il culo
Ahhahahahah, buona fortuna!
Ed io continuo e mi riperdo. Mi fermo per qualche video e mi riperdo. Adesso nei punti all’ombra comincia a far freschino e se non mi muovo, faccio tardi anche con la poca luce con cui montarmi la tenda. Ho sempre il faro della moto, ma la torcia da fronte non mi fa più, si sono spezzati i cavetti che vanno alla batteria e così è tutto da buttare.
Finalmente i camion e gli operai si fanno più frequenti.
Chiedo indicazioni e sembra che manchi poco al paese di Freirina.
Quando arrivo, ancora con la moto accesa, chiedo direzione per Huasco, dove la mappa indica esserci l’unico benzinaio della zona.
Vado incontro alle nuvole del mare, passando per Huasco Bajo, dove fanno l’olio d’oliva artigianale e fermandomi ad un distributore Copec in centro paese.
Faccio il pieno del serbatoio delle taniche e di cibo, perché adesso sono le 18 ed ho una fame lupo.
Entro in un paio di osterie dove si serve pesce, ma la prima non mi fa ordinare il menù che costa poco.
Solo per il pranzo, ci spiace
Spiace di più a me. Arrivederci.
Quando ho fame sono una merda. Così vado all’osteria successiva, vicina al mare. Eliana, la proprietaria, mi presenta la figlia, la nipote, la nuora, la sorella e alla fine, dopo aver ascoltato la sua storia, mi invita a dormire in casa sua, in camera delle due cameriere più giovani.
Per la cena, ricca di pesce, insalata, pane e altre cose buonissime, pago la modica cifra di 4500 pesos. 6 euro.
Maria ha 22 anni e Mariana ne ha 21. Dico che per correttezza preferisco isolarmi nell’angolo lontano della stanza, ma dopo aver parlato un po’, fatto lo scemo e comprato cioccolata per tutti e tre, le due mi invitano a dormire nel loro letto. In mezzo.
Facciamo che dormo sul materassimo per terra, accanto al letto? (non erano il mio tipo le due)
Okkey, ma se ti fa freddo, passaci a trovare
Chiudo gli occhi. Come si dorme bene in un letto scomodo, dopo aver dormito male sulla roccia…
descrizione delle due Marie! ahahahahah
Si vedono in foto, dai….
Il giorno dopo!
si si, descrizione 😉
ok: non erano il mio tipo dai!
Foto, foto, foto foto!!!!!! de las 2 Marias…jajajjajaa…
ahhahahahah, idiota!
Idiota tu Mono Feo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! jajajjajajajaja…