Mi sveglio tardi. Ho gli orari tutti sballati e non ho nemmeno mangiato regolarmente negli ultimi due giorni.
Dici a te stesso che ci farai l’abitudine, ma non ce la farai mai…
I programmi sono semplici.
Andare in centro, prelevare 200 USD in pesos (700 pesos) per Sandra, andare a Florida Vinciente Lopez per pagarla, prendere alcuni attrezzi e cose per completare la preparazione della moto, andare a casa di Davide, mettere le mani sulla moto e pensare a cosa fare nel resto della serata.
Guidare con Davide al mio fianco sulla sua Honda Falcon 400, riporta ogni spazio urbano e direzione alla misura che hanno quando ci si sposta sul proprio mezzo.
Le avenida non sono più interminabili. I negozi a qualche isolato non sono più troppo lontani e le commissioni adesso appaiono divertenti da fare.
Raggiungiamo la banca e prelevo i miei soldi.
Cazzo ma come si fa presto a spendere i soldi messi da parte in un anno di lavoro. Da mangiarsi le mani.
Arriviamo da DakarMotos giusto in tempo. Le porte sono chiuse e Javier ha lasciato una nota fuori con su scritto “come back in 10 minutes”.
Ad aspettarlo, fuori dal portone, ci sono altri due viaggiatori.
Un ragazzo tedesco di 30 anni su Ktm 400 ed un Sud Africano che ha appena benduto il tuo Bmw fs650 ad uno Slovacco che partirà presto per un viaggio in Sud America.
Javier sta lavorando alla Bmw in vendita e scambia con noi quattro parole.
Parlo ed investigo sulla Colombia, la Selva, La Guerriglia, il canale fra Panama e nord Colombia ed il fatto che sono orgoglioso e non mi piace pagare ai locali soldi che non mi spetta pagare.
Loro ridono.
Davide ed io continuiamo il nostro tour in città. Compriamo una bomboletta bianca, un cacciavite a stella e taglio per me. Un tubo con tappi da idraulico per costruirmi un porta oggetti da inserire nel vano vuote del WingRack sul lato opposto della marmitta.
Smonto un po’ di plastiche. Davide mi prende in giro per i miei modi inappropriati di assistere la moto, verniciarla e preoccuparmi dei guasti.
Lui fa tutto ad opera d’arte. Io tiro tutto via.
Non sono un motociclista – gli dico. Per me questo é un pezzo di metallo e plastica. Più attenzioni gli dedico e più gliene dedicherò. Per questo tiro via. Tanto il suo scopo lo svolge ugualmente.
Sono arrivato io qui con sto trattore, figuriamoci voi. Da un lato mi chiedo perché spendere 20000 euro per una moto nuova di zecca…
Così i lavori proseguono e la moto adesso sembra veramente da vetrina, salvo il fatto che é tutta ricucita con del filo dei ferro.
Il tubo fatto da Davide svolge perfettamente la sua funzione.
Vernicio di bianco i paramani ufo che dietro hanno il blu originale che si intona con il manubrio Renthal. Ho ancora tutta la roba sul pavimento del garage e non sono ancora convinto di potermela portare tutta.
Alle 19 andiamo infatti a Lomas in moto, scorgendo sulla statale, una delle Villa più diroccate e sconfinate ch’io abbia mai visto fin’ora.
Rosa é in casa ed é super contenta di vedermi.
Ma dove eri finito?
In effetti non mi facevo vivo da diverso tempo. Avevo finito i soldi nel suo cellulare e non avevo batteria. Aspettiamo Mari e facciamo qualche conversazioni con Davide che traduce il mio italiano.
Prendo le ultime cose dalla camera che mi ha ospitato per un mese e ringrazio tutti, incluso Ulisse che ha reso tutto questo possibile.
Lascio una busta a Pablo con dei soldi che mi ero promesso di rendergli e, a moto stracarica, mi rimetto in viaggio.
Ho un appuntamento con la stessa ragazza di sabato.
Siamo in ritardo e corriamo a destra e manca per le avenidas, giusto in tempo per farmi arrivare all’appuntamento.
Sono sporco. Puzzo. Sudato e appiccicoso, ma confido nel fatto che la prima cosa da fare sarà un doccia.
Quando arrivo a casa e controllo la posta, lei dice che mi aspetta a casa.
Io sono stanco, sudicio ed affamato. Sono lì lì per starmene a casa con una scusa, ma Davide comincia a prendermi in giro sul brutto esempio da italiano che darò se manco ad un appuntamento con una donna.
Ci fai passare a tutti male, Giò. Non ci fa fare figue immerda!!!
Rido come coniglio e lo ringrazio per avermi convinto. MI faccio una doccia, mangio un panino e poi vado a prenderla a casa per portarla nelle stanze del castello di Davide.
Mi perdo circa 5 volte, mi accorgo che non ho preso il numero civico e invece di tornare a casa, mi invento un modo per risalire alla porta a cui bussare.
E’ mezzanotte, le strade sono deserte e quando arrivo nella via, lei spunta da dietro un angolo con il cane lupo a passeggio.
Tempo di entrare.
;-P