E’ San Valentino!
Me ne accorgo durante la sosta benzina, dopo aver coperto 120 Km. Me lo ricorda la coppia svizzera in camion, che incontro per la seconda volta.
Allora dai, questa volta ‘sto camion me lo fai vedere!
No, ti invito per un caffè
Così siedo nell’abitacolo del camion, strutturato a mo’ di mini appartamento. Sediamo al tavolo, mentre Max prepara l’espresso con la macchina apposita.
Parliamo per ore ed ore ed ore.
Due caffè ed anche qualche biscotto fatto in casa.
Se continuate così, va a finire che mi viziate
Il camion ha tutti i confort di una casa, ma la vista di una tenda montata nella natura.
Ovvio che ci sono le sue limitazioni. In alcune strade non si può passare, su alcuni ponti non si può attraversare.
E’ comunque un camion da 13 tonnellate!
La coppia ha circa 60 anni. Hanno viaggiato con furgone tenda per anni. Russia, Asia, Americhe.
Non si sono ancora stancati di viaggiare.
Quando riparto ho il loro indirizzo email nel mio taccuino e prometto loro di farmi vivo al più presto.
C’é un sole oggi e la giornata é così calda, che durante le riprese di un’altra scena video, decido di sbarazzarmi delle moffole e della giacca interna che indosso.
Apro le lampo che areano la giacca Clover e riparto.
Ovviamente dopo un po’ inizia a piovere. Piove e le mani mi si congelano. Le braccia sono fredde e non ho nessuna voglia di rimettermi a montare le moffole.
L’attesa però é positiva. Ad un certo punto smette di cadere acqua ed in cielo risplende il sole per le ultime ore della giornata.
La strada é ovviamente tutta sterrata, sin da ieri.
Ma lo sterrato Cileno qui sulla Carrettera Australe, é liscio e praticabile. Non sconnesso come quello Argentino.
Le soste per le foto si susseguono, dal momento che il tempo é buono e la cromia del fiume e degli alberi risplende al suo massimo.
Tutto questo, ieri non l’avevo visto. Sarà stata la stanchezza della giornata di guida o forse la notte al suo calare. Chissà.
Ci sono tratti di sterrato molto tetri, nonostante il bel tempo.
Paludi piane, dove l’acqua regna sulle ultime carcasse di albero abbattuto dal vento e i volatili vegliano sul silenzio che la palude incute.
Mi fermo con la moto, camminando lento in prossimità di un rapace che non ho mai visto.
Più mi avvicino e più l’uccello carica il salto con cui spiccherà la sua fuga.
Gli animali hanno un modo tutto loro di comunicare. Mentre questo avviene, antri uccelli notano le movenze nervose dell’uccello a cui mi avvicino, lo interpretano come segnale di pericolo e se ne vanno via.
La palude é separata dalla strada da una fitta distesa di canne di bambù. Al suolo, il muschio é soffice e piano. Ideale per accamparsi.
C’é anche un ruscello che porta acqua corrente. Sai quanto te ci posso fare in questo posto.
Mi ha sempre affascinato il campeggio livero, lontano da tutti.
Ti porti qualche provvista, depuri l’acqua di un ruscello o fiume e rimani confinato lì per 3, 4, 5 giorni.
L’avevo fatto già in Croazia, a Makarska, con Vania.
Era una spiaggia nudisti confinata nel cuore della pineta, lì dove il sentiero discendeva fino alla costa sassosa di quella piccola laguna che abbiamo abitato per qualche giorno.
Facevamo il fuoco per cuocere la carne e riscaldarci.
Nuotavamo nudi. Lavavamo i vestiti che asciugavano sugli scogli al sole. E così via…
Però adesso sono lontano dalla città, non ho scorte di cibo con cui sopravvivere e la pioggia di questo posto mi mette di mal umore.
Così continuo pensando a quanti posti fantastici ho saltato a piè pari, chiedendomi come sarebbe stato passare lì una notte o due.
Questo capita quando ti svegli la mattina e ti accorgi che 500 m più avanti, c’era un posto in cui accamparsi dove hai sempre sognato di mettere la tenda.
Oppure quando ti rimetti in marcia, deciso a coprire una tratta considerevole, e ti fermi in posti da sogno che sono solo ad 1/2 o 1/3 di strada fatta.
E pensi che se ti fermassi in ogni posto bello che trovi, forse saresti sempre fermo.
Per fortuna ci pensa il paesaggio Cileno della Carrettera a riportarmi con la mente, in quei luoghi bellissimi a cui non avrò mai accesso con questa prospettiva di viaggio.
Vedo le montagne estendersi lontane, fino all’infinto e le enormi pietre che svettano dall’altro lato della valle.
Poi vedo i corsi d’acqua ricongiungersi al fiume che da questa distanza appartiene ad un quadro naturale dalla perfezione più millimetrica.
Così irregolare, senza criterio eppur perfetto.
L’erba alta delle sponde verdi del fiume a valle, vengono spettinate dal forte vento creando quel moto sussultorio che le fa somigliare a un corso d’acqua color smeraldo.
Passo interi minuti, fermo su quella roccia tonda, ad osservare la valle.
E mi chiedo perché l’uomo desidera così tanto le cose lontane, apparentemente inafferrabili.
La strada di sterro, adesso sassosa, porta ad un piccolo popolino dove mi fermo per la cena.
Alla fermata dell’autobus ci sono i solito autostoppisti che al passaggio di ogni auto, si inginocchiano supplicando di ricevere un passaggio fino a Coihaique.
Fanno cenno anche a me.
E dove ti metto???!?!?!?! – sorrido io
Compro pane, prosciutto, un pomodoro, una carota, formaggio, due banane. 3000 pesos (3,8 euro).
Consumo il mio pasto pigramente, seduto sull’erba del parco giochi per i bimbi che si apre dietro la strada principale, proprio dietro alla cabina della fermata del bus dove quei tre autostoppisti sono in attesa da ore.
All’uscita dalla città, dove la strada é di nuovo asfaltata fino a Coihaique, avverto un rumore anomalo alla ruota anteriore e scopro che due delle viti del parafango sono andate.
Accidenti a questo cazzo di borsello porta attrezzi!
La sua utilità é sempre stata discutinile per gli altri, ma avendolo richiesto e non volendolo lasciare a casa, ho preferito portarlo con me e trovargli uno scopo.
Così l’ho montato sul parafango davanti e adesso il contatto con la ruota si è mangiato un buono strato di gomma.
Arrivo a Coihaique a tarda serata, dopo 210km di serbatoio primario.
Cerco in giro un internet gratuito e mentre piove e piove, devio la mia rotta fino a 9 km dalla città e mi trovo un angolo sotto ad un salice e vicino ad un fiume, dove accamparmi e fare un fuoco.
Un san valentino meglio di così!
Guarda lì bello comodo in mezzo alla natura con i laptop e alla faccia del fuoco che hai fatto!!!!
visto?
altro che menu fisso per cena, regalo cosmico alla donna e sesso in macchina al piazzale michelangelo.
eh
mai garbate nessuna delle tre,per me il regalo cosmico è una cazzata basta che sia un regalo un pensiero e che altro e il piazzale mi sta sul culo! meglio alle antenne a Monte Morello :-]]]]]]
allora prossimo sav valentino, mi ci porti a me a monte pisello!!!
marpione!!!
allora sei veramente gay inside 😛
più di quanto immagini…
Nn me lo sarei mai immaginato…vedendo tutto il successo che hai con le donne….
Dai che scherzo…..
Meno male….a parte il dubbio mi era venuto…:P
ripensandoci ora ma il prox san valentino se ancora in giro tra le americhe difficile che tu sia in Italia…
Ma nn hai trovato ancora per strada nessuna rgazza che ha voglia di fare qualche salto di gioia in tenda-ah già la tenda nn ce l’hai più- insomma accanto al fuoco la notte?
Però dai Gionata secondo me l’hai fatto apposta….vuoi mettere a dormire all’aperto sotto le stelle invece di vedere il tetto della tenda?!?!?!?!? :-]]]]]]]]]]
Magari l’avessi fatto apposta.
Ho lavorato 2 mesi in Australia per comprarmi quella roba…
🙁
AHAHAUAHUAHU ma è pr perkè è così gay ke ha tutto questo successo con le donne!!!!!!!!!!!!!!!!!
datterooooooooo
ti ammazzo.
oh!!! parla per benino ai tu marito!
ti amo come un banano!!!!