Così sono le 10.
Mi sveglio, mi stiracchio nella tenda, ripenso alle cose da fare e mi appresto ad uscire dalla tenda.
Oh che strano, una vespa fra i due strati della tenda – penso con un sorriso
Apro la lampo, esco e mi stiracchio.
Il posto é proprio come lo immaginavo. Il salice che tocca le pietre messe sul margine del ruscello, l’enorme pietra che funge da parete alle spalle della tenda e la moto che tace al lato del focolaio che si é spento durante la notte.
Ho con me del pane e del dulce de leche. Ed é ora di fare colazione!
Oh che strano, una vespa sulla borsa posteriore. Ed una anche sul manubrio.
Taccio e tendo l’orecchio e quando seguo il ronzio che vibra alle mie spalle, mi rendo conto che ho decine e decine di vespe attorno.
Brulicano sui rami del salice sotto al quale ieri ho fatto il fuoco. Sui ciocchi di carbone, sulle pietre, sulla moto, sulla tenda.
Sono lì che camminano e si spostano a piccoli voli.
Indosso tuta moto, stivali e guanti e mi muovo lentamente, mentre ripongo la tenda ed il materiale da campeggio nella borsa. Per la colazione, mi siede lontano, sulla riva del ruscello e mi godo le mie fette di pane con il dulce de leche.
Chissà se é questo odore di zucchero che le attira?
Così ritorno al focolaio spento e spalmo una generosa dose di dulce de leche su una pietra vicina alle vespe in cerca. Ne vola una in sua prossimità, ma subito rivola via…
Che abbia danneggiato l’alveare ieri notte facendo il fuoco? Se é così mi merito di essere pinzato!
Preparo la moto, spesso muovendomi attorno alle vespe che si alzano attorno a me e mi ronzano attorno.
Dai, un morso va bene, ma non di più – commento ad alta voce, mentre mi ingobbisco per prepararmi all’imminente morso di uno degli insetti.
La moto é pronta, la tenda pure ed é tempo di andare. Ormai ho il casco e non penso più alle vespe. Accendo la moto, ingrano la prima ed in pochi minuti sono di nuovo a Coihaique.
Passo davanti alla TIT, ditta di trasporti che custodisce il pezzo di Miriam. E’ in via Cochrane, all’angolo, ma é domenica ed é chiuso!
Così ritorno alla stazione di servizio e vado in cerca delle viti con cui riparare il parafango anteriore.
Il negozio che trovo é simile al Leroy Merlin di Campi Bisenzio. Un enorme magazzino con reparti larghi e dalle scaffalature altissime. Entrando senti odore di legna, di vernice e vedi utensili che ad un uomo appaiono più o meno come il paese dei balocchi.
Per un attimo ho come l’istinto di mandare a fanculo il Giro del Mondo e andarmi a costruire casa da qualche parte!
Arriva un ragazzo ad aiutarmi con la mia ricerca.
Che le serve?
Questa – e gli porco la vita con un sorriso
Non le abbiamo signore, queste sono metriche, per auto e moto e noi vendiamo solo per costruzioni edilizie…
Mannaggia. Allora prendo un metro di questa rete economica
Solo un metro?
Si, la voglio piegare in 4 e farci una griglia da viaggio per fare la carne allo spiedo
Ingegnoso – dice lui
Così esco dal negozio senza viti, ma con 4000 pesos in meno. Ho comprato la rete, il cacciavite che chiedo sempre in prestito per regolare le viti pilota del carburatore e dei guanti per fare manutenzione senza sporcarmi le mani.
Mi fermo alla stazione di servizio a fare manutenzione e ci metto un sacco.
Le candele del motore anteriore sono di nuovo nere. Le regolo ad orecchio, diminuendo la quantità di benzina. Quelle dietro sono perfette!
Pulisco il filtro dell’aria. Controllo l’olio. Regolo la carburazione.Pulisco la catena con del diesel. Riparo lo Scottoiler che si era rotto. Lubrifico la catena. Riparo il parafango usando le viti del borsello che ci avevo montato sopra.
Dopo un po’ inizia a piovere di brutto. Sono all’aria aperta ed ho mezza moto smontata.
Quando ho finito di sbuffare e rimontarla sono mezzo bagnato ed ho rimpacchettato il tutto di fretta per via dell’acqua.
Le persone a finestrini chiusi, mi scrutano da dentro le auto in fila al distributore con la faccia di chi si chiede
Ma che diavolo fa quello sotto la pioggia?
Parto per il nord a serbatoio pieno e non la smette di piovere. Piove e piove e piove. Sono già bagnato e così non indosso l’impermeabile.
I pantaloni sono rotti dal 2007 e così metterli non ha senso.
Salgo a nord sulla ruta 7, saltando a più le località turistiche di rito che si raggiungono ad over. Proseguo un po’ e la ruta non é nemmeno più asfaltata.
Così sono sotto la pioggia. Bagnato, infreddolito, su una strada piena di cunette e pozze di fango lunga 80 km e con la vaga sensazione di non godermi nemmeno un minuto di quello che sto facendo.
E’ incredibile come tutta la bellezza di un viaggio così, venga dimenticata durante un giorno di pioggia. Come se un’avventura nel mondo in moto, non valesse la pena di un giorno di pioggia.
Quando ritorno sull’asfalto mi dico che é ora di fermarsi. Anche a costo di dormire in una capanna!
Trovo invece un cartello che dice che a 12 km c’é un paesino chiamato Villa Manihuales. Quando arrivo, piove ancora. Sono così appiattito dalla pioggia che ho dentro gli stivali e dentro le mutande, che chiedo in giro i prezzi per una camera.
5000 pesos (4,5 euro). Non sia mai!!!
Così mi limito a consumare un caffè in una locanda dove ordino anche un panino e mi piazzo con il computer e tutta la mia roba, davanti ad una stufa a legno che fa evaporare l’acqua dalle mie cose bagnate.
Resto per ore ed ore. Chiedo anche alla padrona se posso campeggiare nel cortile, ma il direttore non é contento.
Vengo invitato ad uscire alle 21:30 ed é notte.
Non ha ancora smesso di piovere e così continuo sotto l’acqua per altri 22 km.
Bestemmio!!!!
Arrivo in prossimità di un ponto dove sotto a due alberi trovo un po’ di riparo ed anche una serie di ciottoli dove é stato fatto un falò. Accendo un fuoco usando un po’ di benzina e mi riscaldo come posso.
Davanti sono asciutto e dietro la pioggia mi ha mezzato la schiena.
E’ buio, freddo, ma il fuoco mi rende felice. Sono a piedi scalzi sotto la pioggia, ma la fiamma é così vicina che quasi sudo.
Provo la griglia nuova, che funziona divinamente. Ci piazzo la pentola sopra, con l’acqua presa dal fiume e mi ci cucino una piccola dose di riso con salsa liofilizzata di verdure.
Vado a letto alle due. Con indosso solo le mutande, perché tutto il resto, sebbene sia asciutto davanti, é mezzo dietro.