15 Giugno 2009
Qualcosa va storto.
Sono a 4000 mt, con dei precedenti di acrobazie motociclistiche ed attività extra fisiche a 6800 mt, d’inverno.
Ma come ti senti? – mi chiede Martin, direttore del centro Vialidad
Non so, mi duole il petto. Mi fa male il braccio sinistro e ho il mal di testa
Mi rispondo con una faccia non tanto serena e dice di volermi curare.
Ce le ho anche io le medicine per il mal di testa, grazie
Così mi vado a coricare, nel buio di una stanza enorme, fredda da fare schifo e con un rumore persistente di finestra sbattuta dal vento.
Dormo malissimo, con la persistente sensazione di non avere aria a sufficienza.
Quando mi risveglio desidero solo staccarmi la testa, gettarla via e tornare a dormire. Sono come anestetizzato e quel che è peggio è che adesso mi spettano altri 300 Km di freddo per scendere dal Passo. Il sole non è ancora spuntato, ma sorgerà.
Per colazione, pane scaldato davanti al fuoco e acqua calda con limone e zucchero. Mi ha fatto bene ieri, mi farà bene anche oggi.
La moto mi appare nelle condizioni pessime in cui l’ho lasciata ieri. Le carene sono sbriciolate i più punti e toccano sulla marmitta, producendo un odore di bruciato e fondendosi attorno ala forma tubolare degli scarichi.
Nel controllare l’olio, ripristinare il settaggio dei getti e riavvitare lo specchietto allentatosi ieri sul Vulcano, mi accorgo della difficoltà che il mio stato di salute mi provoca.
Lo specchietto mi cade di mano, come fossi un disabile. Si schianta al suolo ed il vetro va in mille pezzi.
Sette anni di Figa. La S non m’è mai piaciuta – penso
L’olio è a posto e le viti getto anche. Evito di mettere il filtro dell’aria, visto che ci sono 300 km di sterrato. Lo farò quanto prima.
Pago i miei 20 pesos, per la notte e la cena di ieri. Mi hanno trattato con i guanti questi tre signori. Con 10 dollari americani compro anche 2 litri e mezzo di benzina, perché non so quanto manchi a Fianbalà, dove c’è il primo distributore.
Mi metto in marcia con ancora un mal di testa incredibile. Il casco mi sembra diminuito di due misure, tanto mi fa male.
Mi accorgo solo dopo un’ora, a 80 km da dove sono partito, che ho ancora il cappuccio della felpa in testa e che non mi ero accorto di nulla, tanto era la mia spossatezza in cima alla montagna.
Lo tolgo e adesso sembra che nel casco ci sia tutto lo spazio del mondo. Il lato Argentino delle Ande è come lo ricordavo. Ventoso e odioso.
Con tutti i sintomi che ho, guidare a 50 km/h, con la moto di traverso ed il vento che mi entra sotto ai vestiti, è la sensazione più malvagia del mondo. Avrei voglia di gridare a qualcuno di piantarla con sto scherzo.
Arrivo a Fiambalà con ancora qualche litro di benzina nel serbatoio.
Non ho pesos argentini e l’unico distributore non accetta carte di credito. La banca ha lo sportello rotto ed io mi metto a pensare a cosa fare.
Pesos cileni li accetti?
No
Dollari?
Si
Metto 5 litri e punto a Tinogasta a 50 km più al nord, dove la mappa la indica come paesello sviluppato. Quando arrivo trovo la banca, prelevo 200 pesos argentini ed arrivo alla stazione di servizio.
Parlare con la cassiera Carolina mi mette subito di buon umore, ma scopro troppo presto che ha il ragazzo.
Vorrei tanto una doccia, ma di chiedere ad una ragazza fidanzata, non ho voglia. Così faccio il pieno e mi metto di fianco alla stazione di servizio, in cerca di un rimedio per il problema delle carene.
Uso lo scotch, che sembra essere una buona idea, ma con il peso delle taniche e le vibrazioni, non so quanto questa soluzione potrà durare.
Inoltre scopro che una delle viti dei bracci delle borse posteriori, non c’è più e che tutto il peso della borsa destra pesa sui perni laterali.
Ho ancora con me uno spessore Givi, avanzato dal kit di borse Kappa che avevo all’inizio del viaggio. Non devo fare altro che trovare una ferramenta e comprare quello che serve.
Ma in Argentina la gente la voglia di lavorare se la fa venire dopo le 17 e così devo aspettare 2 ore, decidendo cosa mangiare ed intrattenendomi a parlare con i passanti.
Una signora francese vive qui da 2 anni e mi racconta un po’ della sua vita. Sediamo entrambi in attesa che la ferramenta ed il cyber caffè aprano. Siamo già in 5 ad aspettare, ma nessuno a parte me sembra soffrire di una certa impazienza.
In Argentina è così. Il ritmo di vita è rilassato.
Forse è pure un bene.
La ferramenta apre e compro per 6 pesos la vite, la rondella, il dado per il braccio della borsa Givi ed anche due serra tubo a vite con cui fissare un filtro della benzina al tubo che arriva al carburatore. Me lo ero comprato in Mendoza, ma non l’avevo ancora montato.
Al Cyber controllo un po’ la posta, regalando 3 pesos al gestore che non sa di avere una connessione lentissima, ma scrive sull’insegna INTERNET SATELLITARE.
Ho un hamburger nello stomaco e adesso il clima è ok. Chiedo alla polizia come arrivare a Belen tagliando per il sentiero di sabbia lungo 60 km. Mi dicono che il tratto è impraticabile, ma dopo quello che ho passato ieri, il concetto di impraticabile a 200 mt sul livello del mare, mi sembra opinabile.
Così inforco in cerca della ruta 3 e scopro da subito che si tratta di una piacevola corsa su una coltre di sabbia fina, poco profonda. A volte ci sono dei ruscelli da attraversare, sicuramente una quantità infinita di sassi e cactus e quel che è meglio sono i tornati della Cuesta, che salgono romantici in cima alla montagna per poi discendere.
Qui il sentiero si stringe ed appare abbastanza pericoloso, per un ubriaco.
Il bordo non è delimitato da guard rail e quello che sta al di sotto di esso, è un baratro di 300 metri.
Seguo il mio cammino, con una sosta o due per le foto, ma il sole è già calato e devo arrivare a destinazione facendomi spazio fra le mucche che spuntano dalla macchia.
Quando arrivo a Lodras, il paesello mi appare tranquillo e gioviale. Cerco cibo in un bar ed accetto un sandwich con Milanesa per 8 pesos. Aspetto che sia pronto fuori, davanti alla piazza, dove i ragazzi si riuniscono per parlare ed ascoltare musica da uno stereo a monete che spara classici degli anni 90 a volume altissimo.
Ma la gente non si arrabbia se a quest’ora, in piazza, avete un concerto a monete?
No no, alla gente fa piacere e poi siamo in festa.
Che festa?
Il compleanno del paesello
Quanti anni?
452
E penso all’Australia e Nuova Zelanda, che in meno della metà degli anni di questo paese, sono diventati stati moderni e sviluppati, basati su un’economia che nutre l’interesse di tutti.
Siamo veramente noi latini la causa della nostra incapacità di organizzarci?
E’ notte, ma non è ancora tempo di dormire e così continuo la mia marcia per un po’. Arrivato a Belen, cerco un luogo per dormire e, vinto dalla stanchezza, cado da fermo su un tratto d’asfalto. Brutto segno.
Entro nella città e la supero e noto un cartello che dice “Area di riposo”. Raggiungo la parte più lontana e incontro una tenda mal montata piazzata proprio di fianco alla strada privata. Poco più avanti, seduto sotto ad un lampione con un libro in mano, c’è un ragazzo.
La tenda è tua?
Si
Quindi nessun problema se accampo anche io qui
No no, vai tranquillo
Anche lui viaggia d’inverno. Ha 26 anni, è di Madrid ed era arrivato qui 6 mesi fa con l’idea di viaggiare per 1 mese. Ed eccolo qui.
Ci raccontiamo un po’ ed accettiamo l’invito del gendarme per bere un te al caldo.
Se volete dormire dentro, fate pure
Io preferisco fuori – dico
Anche io – dice Oren
Mi congedo per primo, ucciso dal sonno e ringrazio Dario, il gendarme di 23 anni che mi chiede di scriverli una nota i italiano con autografo.
Animo y Fuerza!!!!, Recuerda que eres un Salvaje Valiente Italiano, los Andes no te puede ganar…
Mastica hojas de coca es lo mejor para la altura!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
coca cola?
no poh, jajajjajaa hojas de coca…, despues te explico jajajjajaja
o gionata, hai scritto delle cose bellissime, sembrava di essere li con te. sei tutto matto, ma se non lo fissi non avresti vissuto quelle esperienze
davvero? grazie. mi fa piacere che il mio diario di viaggio personale sia di gradimento per i lettori…
valeva la pena andarci…
Ciao Gionata! Vedo per questa mappa che sei andato nella mia provincia! Io sono nata in Argentina, nella provincia di Mendoza, e vedo che dal Cile sei entrato a Mendoza e sei stato nella mia città!!! Ti è piaciuta Mendoza?? Adesso abito in Italia…
Buon viaggio!
Non era male, ma ho come la sensazione che Mendoza sia la Sicilia Argentina, perchè è super conservatrice… non trovi?
Ora sei in italia? Ti piace?
Sono daccordo con david 😀
sia nel post della salita di ieri che quì ho provato per un’attimo le tue stesse emozioni.
Mi dispiace un po’ per la moto, ha sofferto parecchio anche lei la salita al vulcano.
Un abbraccio
sono felice.
che parte ti ha colpito di più, cercherò di ripetermi…
Ciao! Si, sono in Italia da 6 anni e mi piace, principalmente perchè ho l’opportunità di viaggiare dappertutto!! Abbiamo visitato quasi tutta l’Europa e anche Turchia, Marocco e Tunisia…
E’ normale che tu veda Mendoza come la Sicilia, la gente che arrivò in Argentina era principalmente dal sud d’Italia e anche dal nord, come per esempio i miei nonni che erano di Udine.
Se sapevo che passavi da Mendoza ti avrei fatto conoscere degli amici riders!!!!
Buon viaggio!!
Macchè amici riders e amici riders…. Le amiche SOLTERAS mi dovevi far conoscere?