16 Febbraio 2009
Piove ancora.
Mi sveglio dopo essermi rimesso a dormire più e più volte. Quando fuori piove e non smette, puoi solo sperare di dormire più a lungo e risvegliarti con il sole.
L’acqua é entrata nella tenda per la condensa perché la pendenza mi ha fatto premere con i piedi i due strati.
Il sacco a pelo é mezzo.
Così i miei calzini.
Ho i piedi freddi.
Ho freddo.
Indosso la maglietta, che é bagnata pure lei, sulla schiena.
Ma chi me l’ha fatto fare??? – penso
Poi mi ricordo la bufera in Nuova Zelanda, quando avevo anche il materasso bagnato, la tenda, il materiale per cucinare e la video camera mi era finita in una pozza.
Un incubo.
Così esco dalla tenda e, pensando, con indosso gli stivali bagnati e freddi, rimango immobile ritto sotto la pioggia con il solo impermeabile, per circa 30 minuti.
E’ come sconnettersi e lasciare che la pioggia ti scrolli di dosso lo stato d’ansia per farsi assorbire e lasciarti essere parte di essa.
A volta la miglior soluzione ad un problema non é evitarlo, ma assorbirlo per abituarcisi.
Così aspetto per 30 minuti e poi mi rendo conto che non smetterà di piovere per almeno 24 ore.
Le nuvole grigie nel cielo sono come incastrate fra le montagne.
Il ponte accanto al mio rifugio umido ha un varco dall’altro lato dove non piove e dove qualcuno prima di me si é acceso un fuoco.
Sposto la tenda tutto contento e la mia roba bagnata la appendo a delle stecche di canna di bambù.
Qui mi ci faccio un riparo per i prossimi 3 giorni!!
Perché maledire la pioggia, quando puoi aspettare che passi e fare altro durante l’attesa.
Così lascio le mie cose lì e vado in città in moto a comprare da mangiare per i prossimi 3 giorni.
Già mi immagino a farmi la carne sul nuovo spiedo fatto con la rete, bere acqua bollita del fiume, sorseggiare il te mentre la pioggia rende il fiume più rumoroso.
E le mie cose che si riscaldano accanto al fuoco e si impregnano dell’odore del legno bruciato
Già ho il sorriso sulle labbra.
Vado in città e faccio benzina. Più per abitudine che per necessità, chiedo alla benzinaia di ospitarmi e quella dice di si.
Ci penso su e non so cosa fare, ma quella mi fa delle battute a sfondo sessuale così sfacciate che depongo il mio spirito selvaggio da primate sotto il ponte e già mi immagino a fare zozzate in camera di lei stanotte.
Mi riscaldo davanti alla stufa a gas del suo ufficio e poi le dico che vado a prendere la tenda e le altre cose che ho lasciato sotto il ponte, a 20 km dalla città.
Quando arrivo, c’é tutto ma non la tenda.
I vestiti sono per terra, la pentola é 1 metro più in la di dove l’ho lasciata, il porta casco é in una pozza d’acqua e la tenda é sparita.
Dentro, 400 AUD di materiale da campeggio.
Volati nel fiume così, soffiati dal vento.
Mi sale dentro un senso di frustrazione mischiato al disprezzo inarrestabile di me stesso
SEI UNA FAVA CAZZO. UNA FAVA DI PRIMA CATEGORIA – MI DICO URLANDO!!!!!
Resto al ponte per un’ora, cercando su tutti i lati del fiume la tenda sommersa dall’acqua. Vado anche lontano, sperando di trovarla incastrata fra i rami di qualche albero caduto in acqua.
Niente.
Quando torno in città mi si legge in faccia una certa depressione.
Ma che hai fatto? – mi chiede Marcella, la benzinaia
Il vento mi ha soffiato tutto il materiale da campeggio e la tenda, nel fiume
Ahhhahahhahahhahah
Quando vede che non rido e che sono molto turbato dall’idea di aver perduto la mia casa, lei si fa seria e mi dice che posso stare da lei quanto volgio, finché non smette di piovere.
Grazie – faccio io
Di niente
Posso cucinare e pulire casa per te, per ringraziarti?
Sarà meglio di si, perché casa mia é un disastro.
E non ci voglio credere, finché non lo vedo.
Lei mi porta a casa sua immediatamente, chiedendo ad un’amica di lavorare per lei. Mi lascia in casa, con le chiavi in mano e nemmeno mi conosce. In casa ha tv, computer e forse anche i soldi.
Eppure si fida ed io mi sento così grato alla bontà della gente, che quasi mi viene da chiederle perché lo fa.
La casa è un vero disastro. Come se un cieco ubriaco fosse il responsabile dell’appartamento.
Ci sono posate in bagno. Vestiti nel lavello. La sporcizia sul pavimento é tale da farmi scivolare. L’acqua calda non c’é e quella fredda é color marrone.
Così mi armo di secchio, panno, detergente e pulisco
- pavimento
- bagno
- frigo
- lavello
- piano cottura
- riparo il filtro del rubinetto
- metto le mie cose ad asciugare accanto alla stufa a legna
- faccio la spesa
- cucino
- metto un po’ di musica
- compro il vino
- aspetto
Quando torna la ragazza, dice che é fuori per la sera ed io rimango con il mio ragù seduto al tavolo. Fortunatamente dopo poco arriva l’amica con un altro autostoppista cileno di Santiago.
Faccio la loro conoscenza ed offro la cena ed il vino a loro.
Lei é giovane e siede con noi al tavolo, mangiando la pasta con la destra e fumando la sigaretta con la sinistra.
Nello stesso momento.
La mia reazione nei suoi confronti, per quando violento, si manifesta con un grave silenzio. SE C’E’ UNA COSA CHE NON TOLLERO, E’ MANGIARE MENTRE QUALCUNO FUMA. MI MANDA IN BESTIA!!!!!!!!
Quando Marcella torna, io sono già a letto nella camera da letto del figlio, che vive con la nonna.
E penso alla tenda, ponendomi le solite domande
Perché? Perché sono così stronzo!?!??!?! Non potevo stare più attento!??!?!
SEI UNA FAVA CAZZO. UNA FAVA DI PRIMA CATEGORIA – MI DICO URLANDO!!!!!
già ti ho insultato per questo ma perchè non farlo ancora!!!
Gionata è una fava
Gionata è una fava
Gionata è una fava
e ancora:
una scureggia,
un dattero troppo dolce,
un mango ammuffito,
un cocco marcio,
una papaia ammaccata,
una gomma appiccicata sotto una sedia,
una caccola fastidiosa,
una cacca soffritta,
un rutto in barattolo!!!!!!!!!!!!!
ti amo. e ti ammazzo.
forte.
Jem XD
e che avrò combinato mai, vediamo!!!!!
ps. ma questa che era, una poesia?