18 Luglio 2009
C’è tensione nell’aria…
Mi sveglio e scopro che mi hanno rubato l’equipaggiamento da campeggio, l’impermeabile, il tre piedi, l’incerato nuovo.
C’è tensione nell’aria. Paola è seria, sa che è il giorno in cui le nostre strade si separano.
Cosa pensa una donna in questi momenti?
Ha mille cose da dire ed una giusta da scegliere o non pensa niente?
Io sono fuori con il cane, che muoio dalla voglia di partire e Paola è in casa che con gli occhi lucidi impacchetta le sue cose per il trasloco. Entrambi diretti ad Iquique, come la prima volta che ci siamo andati assieme per riparare il mio filtro dell’aria. Solo che oggi io parto in moto, da solo e lei in auto, con il cane e tutta la sua casa ammassata nel bagagliaio.
Non riesco a smettere di pensare alla persona che mi ha svaligiato la borsa passeggero. Ci sono ancora le sue impronte sulla sabbia in mezzo alla quale era parcheggiata la moto.
Lo trovassi, avrei tanta voglia di fracassargli la tenda sulla testa, sbattendogliela forse sulla faccia, mente si copre il viso con le mani e grida qualche frase in castigliano. Con veemenza, sadica e rabbiosa, gli farei male con la stessa merce che si è portato via. E mentre i paletti si spezzano sulle sue braccia, sul suo naso e sulle parti morbide del suo viso che inizia a sanguinare, appesantirei i colpi fino a ritrovarmi in mano un brandello di tela sintetica strappata e sporca del suo sangue.
Poi me ne andrei, lasciandogli quel che resta della tenda li accanto, al suolo. Dove lascerei lui e quello che mi ha rubato.
Paola mi nota serio e concentrato nei miei pensieri a lei ancora ignoti. Se solo sapesse con quanta violenza immagino di punire quel farabutto, non serverebbe per me parole come “dai, è il nostro ultimo giorno, non pensarci” oppure “gionataaaaaa, smetti di essere serio”.
Ma non riesco a smettere di pensarci. Così di punto in bianco, quando la moto è pronta, abbraccio Paola e me ne vado.
Finisco per caso al mercato del sabato mattina, dove dicono, molta della merce a buon prezzo, sia rubata. Se penso che dopo l’inventario della ditta per la quale lavora Paola, ha registrato 114 milioni di merce perduta per furto, non posso fare a meno che venire a cercare il mio equipaggiamento rubato proprio qui.
Ho in faccia l’aria di chi sta cercando qualcuno da uccidere. Setaccio le bancherelle in sella alla moto, disturbando i presenti che commentano “che ridicolo questo qui, in moto dentro alle vie del mercato”. Destra, sinistra, destra, sinistra. Niente…
Alla fine, quando mi sono un po’ calmato e realizzo che sono incazzato per una questione di orgoglio più che per una perdita effettiva, vado a salutare i gestori del negozio che mi ha venduto a prezzo scontato, tutta la vetro resina con cui ho riparato la moto.
Anche loro, pur sentendo la novità sul furto, notano nel mio sguardo qualcosa di diverso ed evitano di trattenermi.
Fai buon viaggio…
La cosa buona, è che il filtro dell’aria di spugna costruito artigianalmente, funziona.
Quando arrivo a Tocopilla, sul livello del mare dopo tante settimane a 3000 mt, scopro che i consumi sono quelli di un tempo. 240 km senza riserva.
Lungo il viaggio, rilassato dai tornanti, dai km e dal dinamismo della marcia lenta lungo il mare, comincio a sentire una strana fitta al cuore. Mi sento in colpa per aver rovinato un saluto d’addio con Paola per colpa di un ladro che mi ha tolto il buon umore il mio giorno d’addio a Calama.
Mi sento in colpa e comincio a rattristarmi così tanto da non riuscire a pensare ad altro.
Arrivo ad Iquique e sento la necessità di parlare con Paola senza alcun velo di rabbia verso questioni meno importanti.
Vedo il mare e ripenso al giorno in cui Charlie, il cucciolo di Paola, ha fatto il suo primo bagno. Sento di avere un tramenda voglia di giocare con il cane e farmi mordere le dita con i suoi denti aguzzi.
Entro alla Copec per un pieno benzina e quando entro nel bar per usare il bagno, magicamente mi spunta davanti Paola con in mano una coca-cola…
Non ci credoooooooooooooooooooooooooooooo. Ti stavo pensando adesso.
Che ci fai qui?
Benzina e tu?
Anche io.
E Charlie?
Sta in auto, ha fatto la cacca sul sedile passeggero. Che puzza!
Ahhahahahha
Così, come il caso vuole, andiamo a chiarire il vuoto lasciato al mattino, davanti alla spiaggia fredda e le onde del mare che attirano l’attenzione di Charlie.
Poi appare pure l’ex ragazzo di Paola, da solo a passeggio sulla spiaggia. Mi vede con lei ed invece di chieremi chi sono e cosa faccio, fa un terzo grado a Paola sulla mia presunta identità. Ed il mio sarcasmo aggressivo divampa. Specialmente se penso a quanto male mi abbia parlato Paola del suo ex
Oh! e che sei un investigatore privato? – faccio io mentre quello chiede a Paola chi sono e come mi ha conosciuto
Posso parlare in privato con lei?
Ti disturba la cosa? – chiedo io a Paola
No – e le leggo negli occhi la paura, il disagio di dover spiegare qualcosa di semplice ad una persona che comunque non capirà.
Li lascio soli, e mi siedo lontano con Charlie che trema di freddo ed attira l’attenzione di tutte le ragazze in bici che passano.
Che bel cagnolino, di dove siete?
Calama (portami via, ti prego…)
Che carinoooooooooooooooooo
Paola torna da me dopo una mezz’oretta. Sembra serena e mi dice che già non vuole vivere ad Iquique.
Non posso vivere in un luogo dove lui può incontrarmi per strada…
E dove vai a vivere?
Antofagasta?
Ma sono 400 km dall’altro lato di dove sei arrivata oggi
Non importa…
Senti io vado
Ma almeno passiamo questa notte qui assieme!
Si e dove, in spiaggia al freddo
No, in un hostello. Pago io
Paola, meglio di no.
…
Meglio di no, prenditi cura di te e scrivimi, ok?
…
Ora vado, dai. Smetti di guardarmi così!
Ma perché no, che ti cambia una notte?
Mi cambia che con la testa sono già in Bolivia, non ho voglia di passare una notte con la testa altrove come ho fatto stamani.
…
Ciao Paola, prenditi cura di te.
Ciao…
E’ notte, non ho cenato, ho sonno, ma sono inquieto. E guido al freddo e al buio, per ore ed ore, per uccidere la confusione. Quando sono arrivato ad Iquique, senza rendermene conto, ho pensato che forse sarebbe stato bello fermarsi lì a lavorare, costruire qualcosa con Paola, magari una relazione. Stabilizzarsi per un po’! E quello che ho pensato subito dopo questo pensiero, è stato terrore. Terrore di compromettermi sentimentalmente come non faccio da tanto tempo.
A Paola, in riva al mare, non dico niente.
Ma penso, penso, penso e fuggo, fuggo e fuggo.
Passerà, come tante atre cose.
Ho fatto 700 km oggi, fra una cosa ed un altra. Sono vinto dalla stanchezza e mi infilo in una duna di sabbia, dove l’aria è più calda e mi metto a dormire per terra, con il sacco a pelo e la moto che scricchiola al mio fianco, ancora calda.
E cado addormentato.
Una giornataccia…
Sai in questo ultimo mese prima dell’ingresso in Bolivia mi sei sembrato molto giù di corda. Forse hai dato troppo ascolto alle aspettative della gente sul tuo conto. Paola inclusa.
Eh si…..