Io e Davide siamo svegli dalle prime ore del mattino.
La partenza del suo viaggio in moto verso il Brasile é decisa per le 9 del mattino.
Alessandro é in ritardo, ma quando il taxi lo lascia davanti all’enorme portone della casa di Davide, i due preparano le ultime due cose, montano in sella e mi salutano prima di imboccare la strada, stracarichi di roba.
Il mio ritono a Lomas é un bel momento.
Devo trovare il bus giusto e la strada di casa. Ho fame, ho sonno, ma é il primo mattino in città e sembra quasi per un attimo che tutto questo abitat di cemento e congestione urbana, mi appaia piacevole.
Scendo all’obelisco con un mal di pancia incredibile. Sento di starmi per cagare addosso, ma trovo un McDonald aperto e mi fiondo nei bagni appena lavati.
Grazie McDonald per svolgere la funzione di cagatoio.
Da McDonald, per chi ancora non lo sapesse, di mangia e si produce merda. E non solo nei bagni.
La camionetta non funziona di sabato e così mi avventuro un po’ con il mio spagnolo chiedendo a tutte le ragazze che passano il modo di arrivare a lomas.
Devo prendere l’autobus 27, che dopo un giro immenso, mi porta alla stazione dei treni di Lomas. Da qui mi avventuro per strada in cerca di qualcosa che mi aiuti a capire dove sono rispetto alla casa di Rosa e Antonio.
Trovo dopo pochi minuti un distributore di benzina familiare, mi avvio per la strada al suo lato e mi ritrovo in Veltran, la strada dove abitano i genitori di Ulisse.
Quando trovo la casa é mezzogiorno. Rosa mi apre con un sorriso e mi invita ad entrare.
Passano poche ore, dopo una lavatrice, una doccia ed uno spuntino, che sono di nuovo a letto per recuperare il sonno perduto.
Mi sveglio tardi, quando tutti dormono e adoro avventurarmi per la casa in totale silenzio, facendo le mie cose al computer.
L’idea sarebbe quella di scrivere per In Moto e terminare l’ultima versione del sito.
Così apro wampserver, photoshop e, seduto sul letto con della musica nelle cuffie, mi faccio creativo.
E le ore passano e passano e passano….