23 Luglio 2009
100 km gente. 100!
Mai come oggi, ho appreso il senso di quantità e qualità. E se non sono i km annessi alla qualità-quantità in un lungo viaggio, non vedo cosa altro potrebbe esserlo.
In Bolivia, nel camino de oro fare 100 banalissimi km è una tappa da 7 ore. Considerando un’ora per mangiare e rilassarsi, sono 6 ore seduto sulla moto.
Con una media di 35-40 km/h, un mondo bellissimo tutto da guardare, annusare, fotografare e filmare ed un paio di guadi con le palle da attraversare, ecco spiegato il senso di 100 km di qualità.
Ed è un piacere ragazzi, credetemi.
Alla fine della giornata, non è che pensi “oh, solo 100 km, che palle”. Alla fine della giornata sei felice perché hai fatto solo 100 km e te ne mancano ancora un’infinità!
Ho dormito abbastanza male, perché altri inquilini dell’allojamento si sono svegliato alle 5 ed hanno pensato bene di fare un macello proprio fuori dalla mia stanza.
SSssssssssssssh!!!!
blsbslbslsblsbslsblsbslsblsbslsblsbslsbslbs
Ho detto Sssssssssssssssssssssh!!!!
BSLLBSLBLSBSBLSLBSLBLSLBLSBSBLSBLSLBLLSLBSL
Ma vaffanculo, vai!
Mi manca dormire in tenda, nel bosco, con il canto delle bestie. Non hai imbecilli che parlano e quel che è meglio non hai la sensazione di trovarti dall’altro lato del mondo a dormire chiuse dentro 4 pareti ed un letto come fai ogni santo giorno a casa.
Daniele dice che “vale la pena pagare 2 euro per dormire in un cazzo di letto”. Io dico che no, non vale la pena un cazzo. La selva boliviana o la lasci passare o ci dormi dentro!
Così adesso sono preso dalla maniacale necessità di comprare una tenda a qualunque costo. Il pensiero svanisce all’apparizione del primo guado.
Ho un brutto presentimento e così tolgo le fotocamere e me le porto all’altro lato del fiume, per assicurarmi che non cadano nell’acqua. Piazzo la videocamera su un tronco e comincio a registrare.
Acqua negli stivali, pantaloni mezzi ed il motore incandescente della moto che respira nuova vita dopo il bagno profondo nel fiume. Di questo passo, se trovo una tenda, posso comincia a lavarmi nei fiumi come facevo in Asia.
Evvai!!!!!!!!!!!!!!!
Il sentiero sale e scende. Il calore aumenta e diminuisce. Il cammino è di sassi, poi di mota secca, poi di mota bagnata, poi di polvere, poi di sabbia.
Un arcobaleno di tornanti e buoni propositi per cadere.
Il secondo guado è ancora più lungo. Forse il più lungo finora attraversato con la presenza di una telecamera che filma.
Il magistrale guado in Cambogia, dove cado nell’acqua e la moto sparisce dentro di essa, è andato perduto a causa della batteria che è morta troppo presto.
Così anche adesso, attraverso il fiume a piedi con le fotocamere in mano e cerco di capire da dove passare.
Un bambino accanto alla moto mi osserva curioso ed una signora anziana lava i suoi abiti sbattendoli su una pietra.
E se cado nell’acqua che succede – chiedo simpaticamente al bimbo
Non mi risponde per pudore ma cela nel sorriso un certo divertimento. Mi faccio serio e gli chiedo:
Hai mai visto altri tipi in moto attraversare questo fiume?
No, mai
Ah, che buono…
?
Però il guado è tranquillo e piacevole. La moto respira di nuovo e all’altra sponda del corso d’acqua appare pulita come non la vedevo da giorni. Le carene sono del colore originale e la catena non è più grigia, ma color metallo.
Durerà pochi minuti, ma non importa.
Mi rimetto in marcia con un lago negli stivali e con innumerevoli morsi di zanzare sulle braccia che già presentano un colore abbronzato.
Damaris mi ha detto ieri, in tutta tranquillità, che in questa zona della Bolivia ed in tutta la Jungla, ci sono molti casi di Malaria e Dengue.
Che altro, Damaris?
Ahahahaha – ride lei
Non è divertente, capito?
Hahahhahahaa
Scema!
Però in realtà faccio la parte dell’offeso solo perché sono già al corrente della probabilità di essere contagiato dalla Malaria o la Dengue. Faccio solo la mia parte all’interno di un discorso… ecco tutto.
Di nuovo sassi, di nuovo sabbia, di nuovo mota, di nuovo terra. Faccio alcune riprese e foto e mi pento così tanto di non avere un tre piedi.
Fanculo i ladri e chi gli ha rubato in casa
Non poso in nessuna delle bellissime foto che faccio qui in Bolivia, porca maiala!
Ora, oltre alla tenda, ho da pensare a dove incontrare un tre piedi alto. Era impossibile trovarlo in Nuova Zelanda, figuriamoci qui…
Nel sentiero trovo un land rover in panne in mezzo alla carreggiata. Dice che gli si è spento il motore di punto in bianco e mi propongo di dare un’occhio al motore.
Ti intendi di motori?
Si – mento, in realtà voglio vedere se ci arrivo o meno
Grazie
Posso provare a mettere in moto?
Prego
L’accensione sembra normale, ma manca benzina. Allora esordisco:
E’ la pompa di benzina!
E dove sta?
Qui…
Usiamo i miei attrezzi per aprirla e controllarla. E’ una pompa di benzina meccanica ed è piuttosto improbabile che smetta di funzionare a meno che non si rompano delle parti interne. Controllo allora il filtro benzina che ha montato sul tubo che dal serbatoio fa alla pompa.
Ci soffio dentro per svuotarla, ma poi arriva un camionista che conosco bene l’auto e sa già che il problema è il filtro intasato.
Così lo riempie un paio di volte con benzina, soffia via lo sporco dal tubo primario e mette benzina pulita nel carburatore, ormi intasato di sporco.
L’auto parte, io metto i miei arnesi da parte e tutti se ne vanno nella propria direzione.
Per l’ora di pranzo mi fermo in un piccolo villaggio a meno di un’ora da Guanay. La signora mi chiede se posso aspettare un po’ prima di mangiare, perché deve preparare il tutto.
Faccia pure, io parlerò con gli altri seduti
Il ragazzo accanto a me lavora in un’altra miniera d’oro ed i due adolescenti sono studenti. Sono seri ed imbarazzati dalla mia presenza. Gli faccio domande, ma rispondono con difficoltà, anche se nascondono un sorriso sotto i baffi.
Perché non mi rispondete? Puzzo troppo? (risate) E’ la barba? (altre risate). Lo so, lo so, sono barbuto, però lo giuro, sono un ragazzo, non sono un gorilla (si piegano).
Di dove sei?
Come di dove sono? Di Bolivia sono, come te! (risate)
La cosa va avanti finché l’imbarazzo passa e si parla di tutto. Chiamo il minatore amico, i ragazzi bambini e la signora la chiamo amore. Ridiamo tutti come scemi e poi, quando ho il pranzo davanti, il primo ad ammutolire sono io.
Banane fritte, insalata di soia, pollo alla brace. Un piatto buono come l’amore con cui è cucinato!
Dopo pranzo alcuni se ne vanno ed io resto solo con la padrona ed il suo cane che mi mordicchia la mano.
Mi manca Charlie… il cane di Paola
La signora mi guarda, mentre stiracchio io piedi bianchi e mangiati dall’acqua negli stivali. Osserva la moto e la sua mole gigante. Mi nota riptere “che caldo” e si fa avanti con una domanda:
Ma non ti stanca?
Cosa?
Viaggiare così, in moto, da solo…
Non ci penso su molto, il che significa che non pongo nessuna ironia o sarcasmo nella risposta che do alla signora, però ci penso dopo che la pronuncio e sento che mi piace come risposta:
E’ come fare l’amore, signora. Mi stanca, però mi piace molto
Ahahhahahahahahhahahahahahah, si però non è la stessa cosa, no?
Non sono la stessa cosa, è vero, però in ogni cosa che si fa con passione, c’è un certo dispendio di energia come garanzia che si avrà una certa soddisfazione alla fine.
…
E’ come quando si coltiva un raccolto. Senza le dovute ore di lavoro e di cure, senza la fatica a fine giornata, non si avrebbe un raccolto di qualità
E’ come fare l’amore o come una partita di pallone. Non si può vivere un’esperienza di qualità in maniera passiva. Non è possibile!
Mi rimetto in viaggio e ad un paio di km da Guanay, noto che qualcosa al quadro strumenti e le plastiche anteriori, proprio non va.
Ballano ad ogni curetta e se le scuoto con la mano, si muovono più del dovuto.
Forse è partita una vita, forse si sono allentate. Guardo meglio e scopro che il supporto del telaio a cui è avvitato tutto il quadro strumenti, si è spezzato.
In città chiedo ad un meccanico se si possa saldare e lui mi da appuntamento al giorno dopo, alle 7 del mattino, per saldarlo al prezzo di 20 bolivianos.
Così cerco un allojamento da 15 bolivianos vicino al meccanico, cerco un internet point, ceno e mi metto a lavorare a questi giorni passati di Diario di Viaggio.
Ed eccoci qui…