26 Luglio 2009
Passa qualcuno a piedi. Lo fanno in silenzio, per non destare la mia attenzione. Deve essere una coppia, dove il marito e la compagna mi evitano come fossi un pericolo latente.
Poi passa qualcuno che mi urla dietro qualcosa che sembra un insulto o qualcosa di sarcastico. Mi sveglio e comincio a prepararmi.
Rimpacchetto la tenda, anche convinto che presto mi pentirò di averla comprata. Però la notte è passata bene, mi sono riposato nonostante non abbia il materassino e non ho avuto molto freddo. Faccio qualche filmino durante l’attraversamento delle pozzanghere più fonde. Fra una scena e l’altra, mentre mi invento come tenere la camera puntata su di me senza disporre di un tre piedi, canto qualche motivetto.
E’ buon segno…
Esco dal sentiero e mi rimetto sulla strada principale. Il serbatoio è pieno, con me ho 4 litri di acqua in bottiglia (per cerca di ripristinare i miei equilibri di stomaco) ed ho in mente di arrivare a Rurrenabaque e prepararmi ad arrivare ad Ixiamas, dove il sentiero sulla mia mappa, si interrompe.
Chissà cosa c’è laggiù.
Così fra una parte di cammino piano e sassoso ed una parte inspiegabilmente cementata che poi si interrompe nel mezzo del niente, arrivo ad un punto in cui la terra depositata da dei camion edili, non è ancora stata spianata e con la pioggia ha creato degli scomodi tratti di piste di fango e mota.
Sono tratti di 20-1000 metri e con la moto ci si passa abbastanza bene. Però a volte sono vinto dall’impazienza e mentre il veicolo davanti a me ha il turno e non mi lascia passare, io penso bene di prendere il piccolo sentiero tracciato ai lati della pista battuta ed inevitabilmente mi impantano.
Sembra una cosa da niente, ma poi il calore comincia a pesare e la rabbia mi sale.
Qualcuno che passa mi chiede se ho bisogno di un aiuto e con una certa sgradevole rapidità dico che “no grazie, me la cavo da solo”.
Mi tolgo da quell’infermo di 20 metri dopo 30 minuti. Avessi aspettato un po’ di più il veicolo davanti a me, sarei arrivato a Rurrenabaque pochi minuti dopo…
Così eccomi in Rurrenabaque.
Il luogo, senza nemmeno metterci troppo, appare subito un punto di incontro per backpacker e turisti.
Qualche donzella bionda dal carnato slavato fa colazione in uno dei tanti backpacker del centro, un gruppo di australiani mi guarda la moto, un gruppo di olandesi ride mentre porta il pesante zaino alla reception di chissà quale backpacker, le strade ed i mercatini pullulano di magliette a miniche corte, con pantaloncini corti e lonely planet alla mano.
Via da qui, vi prego…
Così mi fermo a parlare con un locale che organizza tour nella jungla, in modo da capire in che termini il turismo qui svuoti le tasche dei turisti ed arricchisca le tasche di chi si è trasferito qui da La Paz per fare affari.
Perché se credete che i posti turistici siano tutto abitati dai veri locali, beh, vi sbagliate.
Il tipo ha 28 anni, ha vissuto in America, è boliviano di Santa Cruz, ha lavorato in Colorado con gli italiani ed è felice di sapere che io sia un cittadino dello stivale.
Mi offre dell’acqua e parliamo per un po’. Gli chiedo in cosa consista un tour, quanto costi, quanti giorni si protragga, che servizi offra e tutto il resto.
600 bolivianos. 3 giorni. pasti e dormire inclusi. gita in barca ed accampamento vicino alla jungla in baracche super attrezzate.
Lo ringrazio e me ne vado. In città, vista l’affluenza di turisti, ci sono anche internet point e laundry mat. Bene, invece di lavarmi i vestiti a mano o pagare un locale per farlo per me, pagherò un laundry mat.
Sono 7 bolivianos a kg per lavare la roba e 8 bolivianos di internet l’ora, con possibilità di connettere il mio laptop.
8 bolivianos? ma in La Paz sono 2.5…
Qui in Rurre, tutti chiedono 8 bolivianos, fai un giro se non mi credi.
Così la giornata termina a notte fonda, dopo che ho lavato la roba e che passato un po’ di tempo davanti al computer.
Esco tardissimo, pronto per dormire e mettermi in marcia l’indomani.
Trovo riparo dalla città e dal suo chiasso, pochi km fuori dal centro, ancora con il mal di pancia ed un cane che mi abbaia mentre concimo il campo con la mia diarrea…
Sembra un campo da calcio, piano e ben curato ma vicino a quello che appare essere un ruscello, ci sono delle siepi alte e così monto la tenda e buona notte!