28 Gennaio 2009
Mi sveglio con l’allarme di Fidel.
Lui dorme nel letto singolo accanto al mio. Manco ci conosciamo ed ecco che ci siamo il buon giorno, entrambi in mutande, come fossimo amici da una vita.
Dimmi se non é questo un momento per cui viaggiare per tutta la vita?
DIMMELOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!
;-p
Doccia, pipì, popò, pupù, colazione abbondante compresa nel prezzo. Mezza conversazione con le cameriere di tutto l’hotel che ovviamente si avvinghiano al nostro tavolo con la tipica curiosità dei paparazzi.
Poi andiamo in cerca di un gommaio che ripari la mia gomme.
Che sarà mai, eh?
Un cazzo.
Non sto qui a spiegare il tempo, i chilometri e l’energia impiegata per riparare una camera d’aria in Argentina nel 2009, perché sarebbe imbarazzante e conterrebbe troppe bestemmie.
Così vi dico solo che
- Abbiamo impiegato 90 minuti
- Abbiamo coperto 7 km in giro per la città
- Abbiamo chiesto a 13 gommai diversi
- Abbiamo ricevuto la stessa risposta 13 volte
- La riposta é: non riparo moto
- Abbiamo supplicato uno dei primi che avevamo interpellato.
- Lui aveva detto: non riparo moto
- Dopo la supplica lui ha detto: ah ok si può fare
- Ho pagato 25 pesos
- Un lavoro da 5 minuti
Così ritorno in albergo con Fidel, che adesso deve davvero andare a lavoro.
Abbraccio, scambio di mail.
Mi chiudo nel garage dell’hotel per mettre la ruota e riparto appena ho fatto.
Sono di nuovo sulla ruta 3, diretta ad Ushuaia.
Mi chiedo perché mai stia andando così a sud.
Che sia un simbolo?
Il punto da cui augurarsi ogni miglior auspicio per questo Tour Panamericano
Ma il tour non era partito il giorno che ho lasciato la Nuova Zelanda?
Continuiamo a guidare, va!
Così proseguo ed il paesaggio cambia.
Per un attimo sono in Russia.
Poi in Canada.
Poi in Australia.
Poi le montagne, la neve, il lago, il freddo secco che dal casco entra dentro le narici e la moto “senza filtro” che fa un rumore enorme nella vallata sotto la piega nella curva che segue.
Sento che la ruota non risponde bene.
Secondo me é ancora bucata e si sta sgonfiando.
Trovo sul mio cammino l’ennesimo viaggiatore in bici.
Si chiama Scott, 34 anni, volato in Ushuaia per farsi il sud America in bici. Inglese. Che grande.
Gli racconto di Ian Hibell, ormai morto da 6 mesi.
Mio grande amico e compagno di viaggio nella Siberia del 2005.
Lo scenario cambia e cambia e poi scopro che Ushuaia é alle porte. Ero solo a 260 km. Ovviamente il serbatoio primario é ancora bello pieno.
Sta cosa dei consumi, del filtro e della maiala di su ma deve deve deve essere riparato.
Mannaggia…
Quando arrivo in città tolgo il casco. Vedo moto parcheggiate ovunque, tutte straniere, con borse touratech, givi, e l’equipaggiamento specifico da viaggio.
Tiro alla larga e mi vado a cercare un Careffour dove comprare la comida (il cibo). Esco con un filone di pane, mortadella, formaggio.
Mi piazzo fuori città, in un parco dove mamme e bambini giocano sotto il sole caldo delle 15.
Un bambina mi fissa da vicino.
Hola – le dico.
Lei scappa dalla mamma mi fissa mentre la abbraccia.
Sorrido ad entrambe. La madre ricambia.
Dopo aver mangiato torno in città in cerca di Emma e Nina, che alloggiano in hostello di città. Non so il nome, ma se voglio lo trovo.
Chiedo in giro e lo trovo dopo poco.
Si chiama il Gardin, ed é vuoto.
Ci sono solo loro ed altre due ospiti.
Due stanno lasciando la sala proprio adesso. Sono due ragazze.
Un’ingegnera di 35 anni ed un avvocatessa di 37.
Ah, sei italiano – commentano, ritagliando un sorriso malizioso sulla faccia…
Noto che anche persone con una certa posizione professionale, decidono di viaggiare con zaino in spalla e godersi una buona vista del mare da un hostella da 50 pesos.
Mi chiedono se alloggerò lì anche io, ma dico di no, che non ho molti soldi e che non pago per dormire.
In quel momento scendono Emma e Nina. Ci abbracciamo
Ci hai trovato. Vi ho trovato. Che bello. Che bello. ecc ecc
Decidiamo di passare assieme i prossimi giorni. Per non rischiare di venir derubato della moto o delle cose che sono legate qui e lì, devo però trovare una sistemazione.
Penso che accamparmi al di fuori della città sarebbe una buona idea.
Nasconodere la moto, spogliarla delle borse, mettere un lucchettino alla tenda e sperare che nessuno la trovi.
Ma poi ho un impulso.
Mi ricordo di Bruno, il ragazzo francese che ho conosciuto in NZ.
Lui andava a bussare alla porta delle case e chiedeva di poter dormire per una notte.
Aspetta qui – dico improvvisamente a Emma e Nina
Se non torno fra un ora allora decidiamo cosa fare per la mia sistemazione.
Loro rimangono perplesse, curiose di sapere cosa mi passi per la testa.
Esco dall’hotel, scendo in una via di case poco sotto ed entro in una porta aperta. Dentro ci sono 4 signori che riparano delle bobine e dei motori elettrici di origine italiana.
Salve signore. Viaggio in moto dall’Italia da solo. Starò in Ushuaia un paio di notti, ma non voglio pagare 50 pesos di albergo. Non é che avrebbe un pezzo di giardino dove posso accamparmi con la tenda, così posso tenere la moto al sicuro?
Mi dice che chiede alla moglie e sparisce chiudendosi la porta sul retro.
La casa dove vive é proprio di fianco alla piccola officina che gestisce.
Ritorna e mi dice di portare la moto dentro, che non ci sono problemi.
Così la moto é nel garage e la tenda sul piccolo giardino dietro l’officina.
Lo ringrazio e mi vado a cambiare in bagno.
Torno all’Hotel dopo 15 minuti.
Cambiato e sistemato a pochi minuti dalle mie amiche.
Assieme passiamo una serata fuori. Troviamo un karaoke, ma non mi fanno cantare perché c’é un concorso in palio e stano facendo le prove.
Allora andiamo in pub chiamato Invisible e restiamo lì un paio d’ore.
Presto é ora di andare a letto.
Dimmi se non é questo un momento per cui viaggiare per tutta la vita?
DIMMELOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!
;-p
io ci sto!!!!!!!!!! XD anche dopo sposati!!! XD XD XD
questo del 28?
ma no l’hai scritto tutto rintronato!!!!!!!!!!!!!!!! io ho solo scritto che ci sto a viaggiare per tutta la vita, anche dopo che ci saremo sposati!!!!!!!!!!!!!!!!
ma insomma favaaaaaaa.