6 Agosto 2009
E’ passata una settimana da quando sono ritornati i bambini all’orfanotrofio.
La routine di Familia Feliz è semplicemente affascinante ed ha già cambiato tutti i miei ritmi giornalieri e presto cambierà anche le mie abitudini.
- Sveglia alle 5
- Canti, preghiere e discussioni di gruppo sul tema dell’insegnamento ai bambini
- Colazione
- Inizio delle lezione (io qui sono maestro di lingua spagnola, matematica e aitante nell’officina meccanica)
- Pranzo
- Ritorno alle lezioni o attività.
- Le bambine più grandi lavorano nell’orto, dove coltiviamo frutta e verdura.
- I bambini maschi più grandi lavorano nel campo con il macete, per tagliere le erbacce che daranno spazio alle nuove case che costruiremo.
- Cena
- Mezz’ora in chiesa (solo il mercoledì)
- Tutti a dormire (entro le 21)
La prima settimana, durante le vacanze dell’orfanotrofio, ho dormito in tenda, fuori in un giardino. Adesso che sono a tutti gli effetti volontario di Familia Feliz, ho una casa di legno che condivido con Steve, Luis, JuanCarlos, Edwin, William e Jery.
Abbiamo anche un cane pazzo, che si chiama Congo.
Oggi è una semplice giornata di scuola. I bambini però, assieme ai maestri, hanno preparato una rappresentazione per il 6 di Agosto, data che commemora la liberazione della Bolivia dalla dipendenza agli spagnoli.
Il messaggio cristiano porta fa da cornice ad un grande patriottismo dei maestri locali che guidano i bambini in una marcia simbolica e intonano con loro l’inno nazionale ed altri canti simbolici di questa data.
Lo staff è adesso quasi al completo, mancano solo 3 maestri che per motivi di soldi, non hanno potuto far ritorno a Rurre in tempo.
Così siamo Doru, Cristina, Steve, Jery, Jenny, Sara, Indeera, Elizabeth, Arturo, Manuel, Tracy, Damari ed io.
Mancano Carola, Liz ed un’altra maestra di cui non ricordo il nome.
All’evento, realizzato da tutti i bambini dell’orfanotrofio, partecipano anche alcuni genitori, che sono seduti con i membri dello staff che osservano la rappresentazione.
Doru, Cristina e Manual, in qualità di organizzatori e direttori dell’orfanotrofio, sono presenti davanti al corteo, dove mi aggiro io con la fotocamera in cerca di qualche scatto da fare.
Le bambine mie studenti del grado 7imo e 8avo (a cui insegno lingua spagnola e narrativa) sono tutte vestite con gli abiti tradizionali che rappresentano le varie regioni della Bolivia.
Marinella, vestita di nero a lutto e con delle catene di carta incollate alle caviglie ed ai polsi, rappresenta il Litoral, ossia la parte di costa che sembra essere stata rubata dal territorio Boliviano anno fa, dal Cile che adesso lo usa per la pesca ed il commercio marittimo.
Interessante il simbolo del lutto e della prigionia.
Se si considera che la Bolivia non ha sbocchi al mare, immagino che il risentimento per una tale perdita a causa del Cile, sia piuttosto rilevante per i boliviani.
Inizia il tutto con l’inno nazionale, durante il quale il maestro Manuel, nonché responsabile delle attività in chiesa con i bambini ed i fratelli cristiani, impone alcuni comandi ai bambini, ripetendo loro di tenere l’ordine come piace al nostro signore Gesù Cristo.
Ho parlato un po’ con il fratello Emanuel, pochi giorni dopo il mio arrivo. La mia moto, la barba incolta ed il mio orecchino, devono aver suscitato in lui dubbi e diffidenza e così mi sono avvicinato con una certa discrezione ed ho iniziato a conversare con lui facendogli delle domande.
Faceva il soldato, prima di trovare Dio.
Forse questo spiega perché adesso lo vedo così preparato ed a suo agio con l’inno nazionale, la marcia dei bambini, la bandiera boliviana che viene issata alle sue spalle e lo sguardo e fiero con cui accompagna le parole vittoriose con cui annuncia il prossimo spettacolo.
Chissà se questi bambini hanno la vaga idea di cosa stiano facendo. Se prendono la marcia, i costumi ed i canti boliviani come un gioco, preoccupandosi di fuggire ai raggi del sole che oggi fa tanto sudare. Oppure sanno già molto, nonostante la tenera età e sono felici di far parte ad un evento che per molti altri boliviani è importante.
Chissà…
Ogni volontario, per accedere alle strutture dell’orfanotrofio quali (vitto e alloggio) deve provvedere almeno 4 ore di lavoro giornaliero.
Si aggiungono poi le ore di Orazione e studio della bibbia a cui i volontari non cristiani (solo io per adesso) possono accedere senza alcun obbligo.
Io partecipo ad ogni momento religioso, qui in Familia Feliz. Dalla orazione delle 5 di mattina, al sabato di festa benedetta, alle svariate ore di chiesa durante il fine settimana, ai cantici, alle preghiere prima dei pasti, alle benedizioni prima di iniziare una lezione.
Se non prego io (cosa che ancora non ho riiniziato a fare) chiedo ai miei studenti di alzarsi in piedi con me e pregare ad alta voce. Adorano pregare.
A volte mi chiedono da quanti anni sono Avventista. Mi rincorrono per il prato, dopo le lezioni e mi fanno le più svariate domande.
Da 0 anni – rispondo io senza fermarmi
Come?
Nel senso che non sono Avventista. Non sono nemmeno cristiano…
E come è arrivato qui a Familia Feliz?
In moto!
Si lo sappiamo, ma come ha saputo di Familia Feliz?
Ah, beh, in quel caso devo ringraziare Jery per avermi invitato.
Le ore di lavoro non sono mai meno di 4 e sono sempre più del richiesto, ma scorrono con piacere e senza pressione dal momento che la filosofia del posto è di fare il possibile, con il solo scopo di mantenere il centro vivo e in forma.
Non si lavora con lo stress che si ha in ufficio, quando si hanno delle date da rispettare o ci si preoccupa del fatturato. Qui tutti sono volontari. Ci sono quelli come me che sono qui da meno di un mese e molti di quelli che sono arrivati qui e si sono fermati anni.
C’è chi fra questi ha adottato bambini e vive in una casa e c’è chi si occupa della gestione dell’orfanotrofio. Comprare il cibo, i ricambi per i veicoli, gli attrezzi per le riparazioni, la benzina per il generatore, ecc.
Nessuno qui, da quando è arrivato, ha percepito un solo centesimo di euro.
E se riescono a vivere senza uno stipendio da anni, a detta loro, è solo grazie alla volontà di Dio. Le donazioni dei credenti, infatti e delle persone che conoscono Famialia Feliz, sono la unica e principale fonte di sostentamento di questo orfanotrofio.
- l’acqua potabile e per i servizi arriva da una sorgente. a volte secca e siamo senza acqua
- l’elettricità è prodotta da pannelli solari che caricano delle batterie da 12v presenti in ogni casa
- ci sono inverter e trasformatori che ci permettono di usare utilizzatori da 110-220 volts
- la casa grande ha un impianto da 220v
- abbiamo un forno a gas
- un forno a legna
- più di una cucina a gas per cucinare
- un orto per le verdure e la frutta
Con 600 bolivianos (che corrispondono ad un tour nella jungla di 3 giorni per UNA PERSONA qui a Rurrenabaque), noi di Familia Feliz ci sfamiamo più di 50 persone per una settimana. E 600 bolivianos sono 60 EURO.
Pensateci un attimo.
I bambini che vivono qui con noi hanno un posto dove imparare, dove lavarsi, dove apprendere a responsabilizzarsi, dove studiano la bibbia e la parola di Dio, dove mangiano, dove interagire e socializzare, dove imparare a cantare e cucinare.
Non ci sono televisori, telefoni, internet, playstation qui.
Ci sono solo i libri, le attività scolastiche, i cantici, la bibbia, la chiesa e le preghiere.
I bambini sono tutti boliviani e arrivano qui perché sono abbandonati dalla famiglia, vengono stuprati o abusati sessualmente (almeno il 60% dei nostri studenti proviene da abusi sessuali familiari), per droga, per abusi, per sfruttamento al lavoro.
I volontari, tutti cristiani avventisti, provengono da:
- Canada
- Stati Uniti
- Romania
- Colombia
- Messico
- Bolivia
- Paraguay
- Venezuela
- Guyana
- Italia
Tra di noi, con i bimbi, parliamo solo spagnolo. Alcuni membri dello staff non parlano inglese e così a volte creiamo gruppi in cui sia possibile parlare non sono lo spagnolo.
Steve, mio compagno di stanza, nonché responsabile delle riparazione alle vetture in officina, studia con passione tutte le lingue e mastica già un bel po’ di italiano.
Insomma, una vera e propria Famiglia Felice.
Il tema di Dio, dell’importanza dei valori che insegna la bibbia e della spiritualità nella vita, sono un tema ricorrente fra me e tutti i membri di questo luogo.
Leggo la bibbia ogni notte, prima di andare a dormire. Steve aveva con se una copia in italiano e così adesso la studio io.
Ho finito da poco i libri di Genesi, Esoso e Levitico.
Ha tutto un altro senso leggere la bibbia per proprio interesse personale, piuttosto che per imposizione dei genitori.